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Veicoli autonomi: risorsa preziosa se ben gestita

Un articolo di ‘The Economist’ sostiene che i veicoli senza conducente cambieranno il mondo, esattamente come le macchine un secolo fa. Il loro successo dipenderà da come verranno utilizzati

Nell’edizione di ‘The Economist’ del 3 marzo 2018 era presente l’inserto speciale Reinventing wheels sui  ‘veicoli autonomi’ (AV), la nuova frontiera della tecnologia, destinati a modificare il mercato delle automobili e non solo.

I veicoli autonomi sono macchine che possono guidare da sé, perfettamente in grado di funzionare grazie ad una combinazione di sensori telecamere, radar e lidar (tecnica di telerilevamento che usa impulsi invisibili di luce per creare una mappa ad alta risoluzione 3D dell’area circostante).

Tom Standage, autore dell’inserto, sottolinea che sebbene gli AV abbiano ottenuto importanti successi negli ultimi anni,  non sono tuttavia ancora in grado di operare senza la supervisione umana, anche se giganti della tecnologia (come ad esempio Google), case automobilistiche e ricercatori universitari stanno lavorando su aspetti quali l’apprendimento automatico da parte delle auto.

Ad esempio, Waymo, una delle imprese leader nel settore, prevede di lanciare un servizio “robotaxi” senza conducente entro quest’anno, GM, la più grande casa automobilistica americana, spera di seguirne l’esempio l’anno prossimo.

L’ inserto, inoltre, esamina quattro temi principali: la tecnologia, l’impatto sull’industria, la pianificazione urbanistica e la società, evidenziandone le possibili implicazioni.

Nella sezione tecnologia l’autore si sofferma sui dettagli e le caratteristiche tecniche dei sistemi AV, indicando che un sistema AV pienamente funzionante deve essere in grado di percepire l’ambiente circostante (a questo proposito va sottolineato come la maggior parte delle persone che lavorano con i veicoli autonomi ritengano che la combinazione dei sensori di cui sopra sia necessaria per garantire autonomia e affidabilità), predirne le azioni e comportarsi di conseguenza.

Inoltre, le macchine possono confrontare i dati rilevati dai propri sensori con quelli raccolti in precedenza dalle altre macchine che hanno percorso la stessa strada, così da garantire una maggiore attendibilità.

Se un veicolo autonomo “entra in confusione” o prende una decisione sbagliata subentra l’apparato di sicurezza nel posto di guida: ciò non deve essere visto come un fallimento ma piuttosto come un’esperienza “formativa” che aiuta i sistemi AV a migliorarsi ulteriormente.

Tuttavia, secondo quanto riportato da Standage, l’opinione pubblica è preoccupata dalle possibili conseguenze (non solo relative all’incolumità) derivanti dalla guida autonoma.

I sistemi AV, infatti, non sono altro che “computer dotati di ruote”, che potrebbero essere facilmente vittima di cyber attacchi, mettendo così a rischio la privacy e la vita delle persone trasportate.

Per quanto concerne, invece, l’impatto dei sistemi AV sull’industria, l’inserto sottolinea il mix di competizione e cooperazione che caratterizza questo campo: diverse aziende tecnologiche e automobilistiche cercano di acquisire posizioni rilevanti nel nuovo settore emergente; tuttavia va osservato che, almeno nel breve periodo, le auto a guida autonoma non saranno disponibili per i singoli privati, bensì per il servizio “robotaxi”. Secondo alcune stime, inoltre, il passaggio ai “robotaxi” che “vendono corse e non automobili” potrebbe ridurre notevolmente il numero di veicoli che circolano sulla strada.

Allo stesso modo la diffusione dei veicoli autonomi comporterebbe modifiche anche alla pianificazione urbanistica: i sistemi AV, se utilizzati bene, potrebbero ridurre il traffico e i costi di trasporto, trasformando le città e rendendole più sostenibili.

Infine, i veicoli autonomi potrebbero rappresentare un vantaggio per tutta la società: infatti sistemi AV ridurrebbero gli incidenti stradali e quindi il numero dei feriti e dei morti; la maggior parte delle vetture saranno inoltre elettriche, il che limiterà  notevolmente le emissioni di gas serra, dannose per l’ambiente e principale causa dei cambiamenti climatici.

Gli AV, dunque, rappresentano davvero l’opportunità di cambiare il mondo, costituendo uno strumento indispensabile attraverso cui migliorare le condizioni urbane e ambientali.

Una vera e propria rivoluzione, destinata a cambiare il nostro modo di vivere, esattamente come successo con l’automobile nel lontano 1890: speriamo che si impari dagli errori del passato e che non vengano ripetuti gli stessi, o analoghi, effetti deleteri.