N. Marzo 2021
a cura di Elena Vaciago
Associate Research Manager, The Innovation Group
Questo mese abbiamo fatto colazione con…
Michele Mariella, Head of Information & Communication Technology, Maire Tecnimont
L’evoluzione delle tecnologie in ottica Software-defined-everything, dei modelli operativi e della stessa richiesta di deployment sempre più distribuito di servizi IT, stanno rapidamente rendendo obsolete le infrastrutture tradizionali. A questo si aggiunga che architetture ibride e distribuite possono offrire già oggi un maggiore throughput verso gli utenti e un livello più alto di sicurezza e resilienza.
Parliamo di questi temi con Michele Mariella, Head of Information & Communication Technology, Gruppo Maire Tecnimont, società che ha da anni un approccio innovativo e uno sguardo rivolto al futuro sulle trasformazioni dell’IT.
Visti i trend evolutivi a livello di infrastrutture IT, quale percorso vi siete dati per rispondere a queste sfide?
Da due anni siamo completamente in cloud, utilizziamo SDWAN ed Enterprise Access Architecture con piattaforme Low code / Zero code. Una realtà come la nostra, con sedi in 45 Paesi e 9.100 persone, tra dipendenti interni e collaboratori che accedono ai nostri applicativi, ha necessariamente una domanda globale a cui abbiamo risposto con un Multi-Cloud costituito da applicativi di vari provider (da Office365 alla Sap Cloud platform, ServiceNow, Salesforce, qualcosa in Google Platform). Ci ha guidato l’esigenza di disporre di una “fisarmonica” di diversi servizi che eroghiamo sulla base dei singoli progetti che realizziamo, di una domanda di “estensività” dei sistemi informativi.
Se ad esempio realizziamo un impianto industriale in Turchia, o in Russia, in zone isolate, questa configurazione IT ci permette, grazie all’approccio software defined, di essere molto reattivi a una programmazione delle attività continuamente variabile. Ci capita di avere commesse che movimentano fino a 16mila risorse in impianti industriali da realizzare partendo da zero, in zone sperdute dove dobbiamo portare anche la connettività. Abbiamo quindi deciso di chiudere i nostri precedenti datacenter (3 in giro per l’Italia) e di spostarci in cloud: in locale sono rimaste pochissime cose, la gestione delle stampanti, il server per il domain controller, il Disaster Recovery in colocation.
La recente esperienza del Covid19 e il passaggio allo smart working hanno avuto impatti sulle infrastrutture IT della vostra azienda?
In molte aziende il Covid19 è stata l’occasione per accelerare i programmi di trasformazione digitale: noi invece, abbiamo solo misurato quanto avevamo già fatto in precedenza. A livello di rete, accedendo al cloud tramite il Secure access gateway ZScaler, di fatto eravamo indipendenti dalla connettività, e questo ci ha anche garantito sicurezza nei collegamenti da remoto.
Quali sono secondo Lei i requisiti che oggi arrivano dal Business che avranno maggiore impatto in futuro sulle vostre infrastrutture?
Lo Smart working (che noi comunque avevamo implementato dalla fine del 2017), la trasformazione digitale dei processi del business, gli aspetti di sicurezza e resilienza, il Time-to-market (la velocità con cui mi adatto a nuove condizioni), e anche la sostenibilità ambientale (il Green IT). Affidandoci a provider che tengono in considerazione gli aspetti di riduzione delle emissioni di CO2, è questo un obiettivo più facile da raggiungere rispetto a modificare i datacenter in premise.
Quali altri tendenze importanti vedete in questo momento?
Nei cantieri è in corso una convergenza tra IT, l’Information Technology, e OT, l’Operational Technology: le performance della latenza sono fondamentali per pilotare un impianto, la sicurezza ancora di più. Le competenze dell’IT in questi ambiti, tutto quanto l’IT ha accumulato in questi anni su aspetti di sicurezza, certificazione e governance, si riverseranno sulla parte operativa, OT.
In aggiunta abbiamo i trend degli oggetti connessi, dell’Edging, del cloud e del 5G, che saranno sempre più importanti: in futuro, ci permetteranno di pilotare gli impianti da remoto senza spostare tante persone, minimizzando i costi. Ci sarà quindi inevitabilmente un blending di IT e OT, e molti aspetti stanno già oggi passando dal dominio IT a quello OT.
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