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Il “VANGELO” secondo Attias

N.  Dicembre 2018
        

a cura di Roberto Masiero 
Presidente, The Innovation Group 

 

Nel corso del suo primo intervento in Campidoglio al Digital Summit 2018 il Commissario Straordinario all’attuazione dell’Agenda Digitale, Luca Attias ha presentato la sua visione sulla digitalizzazione del Paese.

Luca Attias è intervenuto al Digital Italy Summit con toni e contenuti da vero e proprio “Evangelist” del Digitale. La sua presentazione, intitolata “Le C del Commissario”, ha spaziato su alcune categorie generali a cui egli intende improntare il proprio operato. Ci sembra importante riprenderle qui integralmente e darne un primo commento.

 

CONSAPEVOLEZZA

Occorre partire dalla consapevolezza delle principali criticità in cui ci troviamo come Paese in materia di digitale, che sono di due nature:

  • Tutti i 60 milioni di Italiani devono avere a che fare con le nuove tecnologie
  • Dobbiamo essere tutti consapevoli della gravità della nostra arretratezza nel campo del digitale, fermi al 25° posto su 28 Paesi nell’indice DESI.

Attias parla di una vera e propria “emergenza digitale”, unica emergenza trasversale rispetto ai problemi di scuola, sanità, pubblica amministrazione; e un’emergenza di cui però la popolazione non ha coscienza.

Di cui peraltro – potremmo aggiungere – non ha coscienza nemmeno la maggior parte delle piccole e medie imprese, due terzi delle quali pensano che “Internet non serva”.

Quanto alla Pubblica Amministrazione, abbiamo 12.000 “monarchie assolute” che governano ciascuna il proprio digitale.

Di qui il problema della frammentazione, che richiede una risposta forte in termini di Leadership e di Governance unitaria e integrata (vedi alla voce COLLABORAZIONE). Senza questa, il gap tra le situazioni più avanzate – tra le imprese e nella PA – e il ventre molle delle PMI e della maggioranza delle situazioni del pubblico rischia di diventare incolmabile.

A questo proposito Attias, si è espresso molto favorevolmente sulla circolare sui Responsabili della Transizione Digitale, occasione strategica per diffondere la consapevolezza dell’importanza del digitale in tutta la PA, superando la tendenza a tradurre in digitale processi burocratici ormai superati.

 

CULTURA 

Nella PA manca una “cultura del digitale”. In merito a ciò Attias, ha citato la sua “Teoria del filosofo digitale”: tutti sono in grado di comprendere i concetti fondamentali dell’informatica, senza dover essere addetti ai lavori. Le scelte strategiche spettano ai politici, ma la cultura digitale deve essere il più possibile diffusa , e per questo occorre cominciare dalla scuola: non per nulla negli ultimi anni le raccomandazioni del Parlamento Europeo vedono costantemente al quarto posto la competenza digitale tra le competenze base del cittadino. E Attias cita l’esempio di quei Paesi Africani che hanno capito che, nel costruire le strade, occorre stendere la fibra prima dell’asfalto.

 

CONTAMINAZIONE

Il digitale come algebra del mondo, che deve contaminare ed essere contaminato.

Dobbiamo essere in grado di contaminare pervasivamente la nostra realtà con il digitale, sia a livello culturale che professionale; e le competenze digitali, che oggi nel nostro Paese sono di nicchia, devono diventare di massa.

Non dobbiamo diventare tutti data scientist, ma cosa fa un data scientist lo deve sapere la gran parte della popolazione.

E in questo senso va inteso il ruolo strategico dei Responsabili della Transizione Digitale, che devono riuscire a contaminare la gran parte dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, senza per questo pretendere di trasformarli in specialisti.

 

COMUNICAZIONE

Anche in questo caso Attias sottolinea un’emergenza: i grandi Media non trattano il tema del digitale con il rilievo che questo merita e richiede.

Qui ci aspettiamo di vedere una parte importante dell’attività del nuovo Commissario come vero e proprio evangelist del Digitale, a partire dalle trasmissioni scientifiche più popolari, ma non solo.

Attias ha sottolineato fortemente il carattere inclusivo che la comunicazione del digitale deve assumere. Ha detto che la comunicazione deve andare dalle scuole ai centri anziani ai diversamente abili, e che i Media devono sostenere questo impegno.

E’ un punto in cui convergono i temi precedenti:  CONSAPEVOLEZZA, CULTURA CONTAMINAZIONE passano attraverso una strategia della COMUNICAZIONE  che deve trovare nuovi canali per penetrare sia un’opinione pubblica ancora poco esposta a queste tematiche, sia un mondo in cui piccole e medie imprese, incapaci di trasformarsi, rischiano di rimanere inesorabilmente tagliate fuori.

Ma colpisce il forte afflato inclusivo che il messaggio di Attias porta con sé: e non ci sorprenderebbe vedere questo messaggio contaminare profondamente il Terzo Settore, permettendo di ripensare molte politiche, dalla Sanità al Welfare, secondo le categorie del digitale.

 

CONTINUITA’

Attias ha definito questa categoria come “ la C fondamentale”,  il “Core Business” della sua attività come Commissario Straordinario.

Nel suo periodo di attività precedente, il Team della Trasformazione Digitale ha preso la strada giusta, ma questa va proseguita. Il nuovo Commissario è ben cosciente che è proprio dall’efficacia dell’execution che dipende il successo dell’esperienza sua e del Team.

 

COLLABORAZIONE

Attias si è soffermato con forza su questo concetto: la collaborazione è la condizione abilitante dell’innovazione digitale, a partire dall’impegno a una collaborazione totale con l’AGID e con il suo Direttore Generale Teresa Alvaro.

Manager, giuristi, economisti, informatici, politici, insegnanti devono collaborare alla trasformazione digitale del paese (un concetto che anche noi ci siamo impegnati a sviluppare attraverso il lavoro dell’Advisory Board di “Digital Italy”, fondato sulla collaborazione e il confronto di queste diverse categorie di Innovatori).

Secondo Attias, siamo tutti parte di un unico tessuto sociale, di un organismo pluricellulare in evoluzione, in cui ogni cellula deve svolgere la propria funzione in sintonia con le altre.

Il Commissario Straordinario si è spinto fino ad affermare di non capire perché debbano esistere sui temi del digitale una maggioranza e un’opposizione: una considerazione che ci è parsa non ingenua, ma basata sulla necessità che le politiche di innovazione hanno di tempi lunghi, ben oltre quelli contingenti delle maggioranze parlamentari.

 

CITTADINO

Infine, in continuità con la visione di Diego Piacentini, tutte le altre categorie convergono per garantire e rendere effettiva la centralità del Cittadino, al centro dei processi di partecipazione e dei servizi della Pubblica Amministrazione.

 

In conclusione, è un messaggio “alto”, ispirato, di grande visione strategica, quello che Luca Attias ha consegnato in occasione di questo suo intervento al Summit.

Come sempre, il diavolo sta nei dettagli, anche se  Luca appare ben cosciente delle trappole quotidiane dell’ ”execution”. A lui vanno comunque i migliori auguri e il sostegno attivo di “Digital Italy” e di tutti gli Operatori e le persone di buona volontà.

 

 

 

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