INTERVISTA di Simona Macellari, Associate Partner, The Innovation Group a Luigi Angotzi, giurista e growth hacker di Paymeabit; dal 2011 è attivo nello scenario dell’innovazione tecnologica, ed è socio fondatore di AssoBIT, associazione Italiana delle tecnologie Blockchain, senza fini di lucro.
Il passaggio dal web 1.0 a quello 2.0 ha permesso la partecipazione sociale, la creazione decentralizzata dei contenuti, la nascita di veri e propri ambienti di Social Media caratterizzati dagli User Generated Content (UGC). La diffusione di soluzioni hardware e software semplici e a basso costo, così come la nascita di piattaforme web ha reso possibile favorire produzione, visibilità e condivisione di contenuti realizzati dagli utenti non professionali: parafrasando il Cluetrain Manifesto, i mercati diventano conversazioni, e gli utenti, generatori e fruitori dei contenuti, si fanno prosumers e così si impone prepotentemente la cultura partecipativa.
Infatti nel 2006, proprio per il dirompente affermarsi di questo aspetto, il settimanale statunitense Time ha pubblicando in copertina un computer con uno specchio al posto dello schermo, e lo ha scelto come personaggio dell’anno “You”, cioé “tutte le persone che hanno partecipato all’esplosione della democrazia digitale” usando Internet per diffondere parole, immagini e video, contribuendo al successo di siti come ‘YouTube’ o ‘MySpace’.
L’attività incessabile dei prosumers ha creato miliardi di dollari di valore per gli azionisti delle società di social media, come Reddit, Facebook e Twitter, che senza UGC non potrebbe esistere. Ma questo sforzo degli utenti rimane fine a se stesso, non è ricompensato in alcun modo o, per meglio dire, è “pagato con la moneta della visibilità”, che non è spendibile direttamente in alcun circuito economico. Già nel 2014, Reddit si è posta il problema ed ha ipotizzato che la sua piattaforma sarebbe migliorata se tutti coloro che hanno contribuito allo sviluppo di reddit.com inviando racconti, commenti o voti fossero ricompensati in modo congruo, perché è la community online il cuore e fondamento della stessa azienda. Negli ultimi anni ci sono stati alcuni progetti volti a porre rimedio a questa ”ingiustizia”, come l’Italiana “PAYMEABIT”, di cui abbiamo intervistato uno dei cofondatori, Luigi Angotzi
Cos’è Paymeabit?
Paymeabit è una piattaforma ibrida tra un Social Network ed un market place, dove ogni contenuto come un commento, una foto, un video o un post di un blog, possono essere retribuiti. In sostanza un Value Network.
In sintesi, gli utenti possono postare un contenuto che tutti i lettori potranno “tippare”(una azione che consiste nel trasferire un importo anche piccolissimo come un bit – una frazione di bitcoin che vale meno di un centesimo- allo stesso modo in cui si mette il “mi piace” su Facebook) oppure il creatore stesso potrà vendere un contenuto digitale al prezzo che ritiene più opportuno.
Com’è venuta l’idea?
Ogni giorno su Facebook vengono dati 4,5 miliardi di “mi piace” su contenuti creati dagli utilizzatori stessi, ogni minuto solo su Youtube vengono caricate 72 ore di video. A noi non sembrava “fair” che il lavoro degli utenti venisse monetizzato esclusivamente da aziende terze, per questo abbiamo lavorato su un concept che permettesse agli utenti di monetizzare i propri contenuti. Lo scoglio da superare erano i costi delle transazioni trattandosi di nano transazioni. E qui la chiave di volta sono stati i bitcoin, perché questa cripto valuta permette di trasferire via Internete il bit, una piccola frazione di essa che vale molto meno di un centesimo. E data l’esiguità della cifra, l’utente finale trasferisce a cuor leggero e facilmente, proprio come un like di facebook!
Cosa si può fare con Paymeabit?
- Entrare in un gruppo e connettersi con altri bitcoiner
- Guadagnare dai tuoi post e dai tuoi commenti
- Vendere beni digitali (anche per pochi bit)
Da poco abbiamo introdotto il GOR (Group owner reward) che permette a chi gestisce un gruppo di stabilire la percentuale di “reward” che gli verranno riconosciute sui Tip e/o sui Buy che vengono fatte, per cui più utenti si hanno all’interno del gruppo maggiore sarà la probabilità che questi postino un contenuto. Se questo avviene, una parte della reward andrà all’owner del gruppo!
Il prossimo passo sarà quello di lanciare API per integrarci con altre piattaforme social già esistenti, con alcune delle quali abbiamo già parlato e che si sono mostrate molto interessate ad una integrazione, per porci come infrastruttura di pagamento rispetto ai contenuti.
Nel panorama fintech, con chi vi confrontate?
Vi sono altre start-up che insistono sullo stesso concetto, ma con sfumature differenti. Ad esempio, Changetip che permette agli utenti di lasciare mance in bitcoin su piattaforme esterne (es. Facebook, Twitch etc), oppure Zapchain, una community tipo Reddit dove si possono lasciare mance in bitcoin. Da ultimo, sempre abilitato dalla combinazione di Internet e cripto valuta, c’è Steem, un Reddit centralizzata che usa una propria valuta in cui le persone vengono pagate per contribuire notizie e contenuti.
Però, Paymeabit è un unicum, perché per la prima volta ha dato la possibilità di valorizzare i contenuti con frazioni di centesimi – bit.
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