N. Dicembre 2020
a cura di Carmen Camarca
Analyst, The Innovation Group
Allo stato attuale il mondo dei servizi bancari può essere descritto con quattro “R”: ciò che si sta vivendo è un momento di “resilienza” e di “relazione”, a cui farà seguito una possibile “ripresa” e un “rinnovamento”. A riportarlo è stato Pierpio Cerfogli, Vice DG, BPER Banca, intervenuto lo scorso 8 ottobre nel corso del “Banking Summit Live 2020”.
Per Cerfogli, che all’evoluzione del sistema bancario ha dedicato un libro, dal titolo “2030 – The Bank Onlife”, la banca tradizionale non scomparirà ma modificherà fortemente il proprio modo di essere.
Lo sviluppo tecnologico e l’evoluzione delle aspettative e delle esigenze della clientela determineranno il nascere di soluzioni sempre più personalizzate in un contesto fortemente competitivo. Il numero di competitor è in continua crescita e nella maggior parte dei casi si tratta di attori provenienti da settori differenti da quello bancario.
Ciò che cambierà saranno soprattutto le modalità della banca di agire e operare sul territorio e gli assetti organizzativi al proprio interno. In primis, si assisterà sempre di più ad un consolidamento del mercato bancario rispetto all’elevata frammentazione che lo ha regolato fino ad oggi. Inoltre l’asimmetria informativa che in passato aveva caratterizzato la relazione banca-cliente lascerà il posto a nuove forme di comunicazione orizzontale in cui le banche rispettano principi di accountability e trasparenza nei confronti di un cliente sempre più informato. In questo contesto l’auspicio è che si creerà anche un nuovo assetto organizzativo che porterà all’abolizione dell’attuale suddivisione per silos verticali a favore dello sviluppo di gruppi di lavoro multicompetenze orizzontali.
Ad ogni modo, ciò che bisogna evitare è il rischio espresso da Cerfogli nell’equazione “NT+OO=EOO”, ovvero New Technology + Old Organisation=Expensive Old Organisation, per cui non bisogna aggiungere nuova tecnologia su una vecchia cultura e organizzazione ma piuttosto supportare l’acquisizione di soluzioni innovative con un cambiamento culturale e delle modalità di pensiero ed azione.
Quale sarà, dunque, il futuro della banca tradizionale? Di cosa dovrà occuparsi la banca di domani?
Oggi, nonostante le forti innovazioni degli ultimi anni, siamo ancora in un sistema che con l’avvento dell’era digitale e della globalizzazione dei mercati ha adottato nuovi prodotti, processi e servizi mantenendo però il classico core business attraverso modelli diversi (Universal Bank, Product Leader, Transaction Champion, Specialized Bank, Trust Advisor, Digital etc).
Soprattutto il modello più diffuso, quello universale, pare attaccato su più fronti e mostra maggiore vulnerabilità rispetto a quelli specialistici.
A fronte di una decrescente marginalità in alcuni ambiti quali payment, lending e saving, altri come wealth management, consumer finance, banca-assicurazione e global advisory mostrano potenziali di crescita interessanti. Pierpio Cerfogli afferma che le banche diventeranno orchestratori di varie alleanze ed offerte di servizi che potranno essere forniti anche da partner. In questo scenario si delineano all’orizzonte nuovi e differenti modelli di business: Supermarket Platform, Hybrid, Agnostic, Ecosystem, … tutti caratterizzati da un sistema di reti e di alleanze oggi solo lievemente profilate in qualche realtà europea.
Per Cerfogli la banca tradizionale non sparirà se sarà in grado di riconquistare una nuova centralità nella vita delle persone e delle imprese.
La stessa esperienza del Covid-19, con lo smart working e la virtualizzazione della relazione consulente-cliente, ha insegnato che molte situazioni ritenute alternative in realtà sono complementari: è la rimodulazione del tema dell’Onlife di Luciano Floridi, «la nuova esistenza in cui la barriera tra reale e virtuale è caduta» in cui non c’è più differenza tra la dimensione online e quella offline ma dove piuttosto i due ambiti convivono creando un nuovo equilibrio. In questo senso la «banca perfetta è quella che avrà la sua ritrovata umanità e la tecnologia dei tempi in cui si vive e si lavora».
In estrema sintesi per Cerfogli il banking deve avere una «finalizzazione» umana capace di favorire l’inclusione, la cooperazione, la responsabilità sociale nei confronti del territorio e dell’ambiente, ed i valori che essi esprimono. Questa è The Bank OnLIfe.
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