Il Covid-19 ha accelerato il processo di centralizzazione del cliente: per uscire dalla crisi, è oggi più che mai evidente la necessità di tenere il passo con le aspettative dei clienti.
L’automazione intelligente è sempre più al centro dell’agenda strategica e tattica di ogni organizzazione. Con IA (Intelligent Automation) si intende l’insieme delle tecnologie che abilitano sia una trasformazione sia un’automazione dei processi di business.
La realtà aumentata, o meglio ancora la sua variante denominata “realtà mista”, rischia di essere una delle tecnologie che avranno nel prossimo futuro il maggiore impatto non solo sul business, ma anche sul tessuto sociale dei Paesi più sviluppati.
“I cambiamenti che stiamo affrontando, provocati dal pervasivo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale in azienda, sono in realtà dei ricorsi storici. L’Intelligenza Artificiale non è altro che una delle tante buzzword che ci propinano le grandi aziende per distogliere la nostra attenzione su quelli che sono i reali problemi della nostra umanità”.
Il 3 Ottobre 2019 si terrà a Milano L’“ARTIFICIAL INTELLIGENCE SUMMIT 2019”.
Organizzato da The Innovation Group, sarà il punto d’incontro dell’intero ecosistema dell’Artificial Intelligence: Start-Up, Imprese, Industria ICT, Governo, Università, Centri di Ricerca italiani e internazionali. Questo articolo introduce uno dei temi de Summit: quello degli impatti sociali, etici, di policy e di governance dell’AI.
Le aziende italiane accelerano sugli investimenti in Intelligenza Artificiale e Machine Learning: + 88% nel 2019, secondo un’anticipazione dei risultati della survey Digital Business Transformation (#DBTSurvey19) di TIG.
The Innovation Group ha organizzato la terza edizione del Digital Italy Summit, svoltosi dal 26 al 28 novembre presso la Sala della Promoteca in Campidoglio e al Centro Congressi Roma Eventi.
La digital trasformation ha provocato significativi cambiamenti in ambito formativo e lavorativo, rendendo, in alcuni casi, quasi “superflua” la presenza umana e causando un nuovo tipo di disoccupazione, che è stata definita, appunto, “tecnologica”. Cosa fare per combattere questo fenomeno?