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Social media motori della trasformazione della PA

N. Settembre 2018
        

a cura di Alberico Vicinanza 
Territory Manager Roma e
Reponsabile PA Centrale e Locale,
The Innovation Group

 

Intervista a Francesco Di Costanzo, Presidente dell’Associazione PA Social, Direttore di cittadinitwitter ed esperto di comunicazione pubblica.

Il cambiamento della Pubblica Amministrazione può avvenire attraverso un nuovo modo di comunicare che sia capace di rendere semplici e accessibili i servizi pubblici e che ponga il cittadino al centro del processo, in modo che esso sia pienamente partecipe e soddisfatto. I social media stanno agevolando tale percorso rispondendo all’esigenza di assicurare informazioni tempestive e precise.
Di tutto ciò ne parliamo con Francesco Di Costanzo, Presidente dell’Associazione PA Social, Direttore di cittadinitwitter ed esperto di comunicazione pubblica.

 

Di Costanzo tra gli obiettivi principali dell’Associazione PA Social vi è il riconoscimento dei tanti profili professionali della comunicazione pubblica. Molti passi in avanti nell’ultimo periodo sono stati compiuti, quali le prossime iniziative in tale direzione?

L’ultimo anno è stato molto importante, finalmente la nuova comunicazione (social in particolare) è penetrata in documenti ufficiali, nei contratti statali, enti locali, sanità e istruzione. Si è ormai raggiunta una consapevolezza dell’utilità e importanza di web, social, chat, intelligenza artificiale per il servizio al cittadino. Passi importanti – ma ancora c’è tanta strada da fare – sul riconoscimento delle nuove professionalità, su una nuova organizzazione della comunicazione pubblica, sulla qualità di informazioni e servizi.
È un passaggio culturale e organizzativo che riguarda tutti: giornalisti, comunicatori, Università, nuove professioni della comunicazione e del digitale. Dobbiamo proseguire sulla strada dell’innovazione con divulgazione, sensibilizzazione, scambio di buone pratiche, formazione e ricerca. Come PA Social lo abbiamo fatto in questi anni e dobbiamo continuare a farlo con sempre più convinzione.

La I edizione del PA Social Day italiano, svoltasi in contemporanea in 17 città, è stato un successo. Un’esperienza da ripetere?

Sicuramente. Un successo di partecipazione eccezionale, oltre le aspettative, sia di presenza fisica che su web e social. Per la prima volta nel nostro Paese e a livello europeo si è dedicata una giornata alla nuova comunicazione pubblica affrontando tantissimi argomenti che toccano la vita quotidiana dei cittadini (ad esempio sanità, ambiente, servizi pubblici, educazione, cultura) e che grazie alla nuova comunicazione possono contare su nuovi servizi, linguaggi, informazioni.
Il PA Social Day si terrà ogni anno e cercheremo di renderlo sempre migliore e utile per chi fa comunicazione e soprattutto per i cittadini.

PA Social propone un nuovo modello organizzativo che supera la Legge n.150/2000 incentrato su un “Ufficio Comunicazione, Stampa e Servizi al Cittadino” in una logica di redazione unica che valorizzi i nuovi strumenti (web, social network, chat) di comunicazione e citizen satisfaction. Una vera rivoluzione …

La rivoluzione nella comunicazione pubblica e nel rapporto tra PA e cittadini è in corso, sono stati fatti molti passi avanti negli ultimi due anni. Per renderla strutturale e far sì che diventi la normalità dobbiamo puntare sul riconoscimento delle figure professionali e su una nuova organizzazione che risponda alle “regole” del lavoro quotidiano con stella polare il servizio al cittadino.
È ormai evidente che con i nuovi strumenti la Legge n.150/2000 sia superata nei fatti e non funziona più l’organizzazione e la logica dei compartimenti stagni da essa proposta.
L’Associazione PA Social ha proposto un modello di redazione unica e diffusa che metta insieme molte funzioni della nostra PA e in particolare punti sull’integrazione e il lavoro comune di molte professionalità. Si parte dalla consapevolezza che i nuovi strumenti toccano ormai la totalità degli uffici che hanno a che fare con comunicazione (interna ed esterna), informazione, rapporti con il pubblico, rapporti con la stampa, citizen satisfaction, partecipazione, trasparenza, accesso civico e organizzazione di eventi.
L’Ufficio Comunicazione, Stampa e Servizi al Cittadino è pensato per essere subito applicato a leggi vigenti, non a caso in molte strutture nazionali e locali è già realtà, ad esempio al Comune di Prato e in Regione Marche (qui per approfondire https://www.pasocial.info/2017/06/27/un-nuovo-modello-organizzativo-per-la-comunicazione/). Ci impegneremo per una Legge “151” che sia al passo coi tempi e che abbia una visione di lungo periodo. Consapevoli che non basta una legge, dobbiamo mettere in campo tutto ciò che la rende forte, radicata, velocemente applicabile.

Grazie all’azione di PA Social e all’intesa che si è raggiunta con la Federazione Nazionale della Stampa e l’Ordine dei Giornalisti è stato introdotto il nuovo profilo del Giornalismo pubblico. Un tassello significativo per fornire migliori servizi informativi e comunicativi al cittadino.

Mancano ancora dei passi fondamentali per poter parlare di vera introduzione del giornalista pubblico. Senza entrare troppo nei dettagli “burocratici” va fatta chiarezza su come comunicatori, giornalisti, social media manager e nuove professioni possono essere inseriti nelle PA, con quale riconoscimento e classificazione e in quale modello organizzativo. Personalmente penso che gli “orticelli” vadano superati e che sia arrivato il momento di lavorare tutti insieme e nella stessa direzione.
L’Ordine dei Giornalisti deve “aprire” alle nuove figure professionali con percorsi chiari, garantendo la qualità e eliminando la diffidenza tra comunicatori e giornalisti. Nessuno mette in dubbio che ci siano varie professionalità e che vadano tutelate e utilizzate al meglio, nello stesso tempo credo debba essere chiaro a tutti che il “prodotto” finale è il servizio al cittadino, sempre più puntuale, organizzato e di qualità.
Occorre, quindi, un passaggio prima di tutto culturale e poi organizzativo e di investimento sulle nuove professioni. Giornalisti, comunicatori, nuove professioni (social media manager, strategist, open data, visual design, community organizer) devono lavorare insieme.

 

 

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