Smart City è un termine che qualifica un contesto cittadino in cui vengono sviluppate strategie e forme di organizzazione basate su nuove tecnologie e applicativi che consentono di fare un utilizzo, per così dire, “intelligente” dei dati. Secondo un rapporto del McKinsey Global Institute rilasciato in giugno, l’uso di tecnologie digitali in contesti cittadini può migliorare parametri della qualità della vita di un ordine compreso tra il 10 ed il 30%, il che significa che rendere le città “Smart” ha grande potenziale.
La pianificazione e l’amministrazione urbana vengono così elevate ad un rango nuovo ed entrano a far parte del processo di trasformazione digitale, intraprendendo quanto già iniziato da tempo nel settore privato. In campi come la mobilità, la sicurezza, la sanità, la fornitura di acqua ed energia, lo smaltimento rifiuti, lo sviluppo economico e sociale, le amministrazioni locali hanno la possibilità di sfruttare le nuove tecnologie e collaborare con il settore privato per il bene dei propri cittadini.
A tal proposito, una città pioniera nella creazione ed implementazione di progetti “Smart” è Amsterdam, che iniziando nel 2009 con un budget di 3,4 milioni di euro ed una partnership di 70 soggetti pubblici e privati, arriva oggi a contare più di 5.000 soggetti partner, 12.000 banche dati e più di 100 progetti attivi. Oltre che avere un impatto positivo sulla vita dei propri cittadini, queste iniziative hanno avuto come effetto quello di consentire alle startup presenti in città di ottenere finanziamenti privati per 193 milioni di euro nel 2016. Ciò indica che la politica cittadina è stata in grado non solo di migliorare la qualità dei servizi offerti ma, contrariamente a quanto si pensi, di stimolare in maniera attiva il settore privato alimentando una cultura dell’innovazione che ha reso Amsterdam uno dei poli più dinamici in Europa.
Pur non essendo al livello della capitale olandese o di altre città europee come Londra o Copenaghen, anche l’Italia ha visto fiorire Smart Projects in numerose città. Esempi emblematici sono Milano e Bologna, al vertice della classifica iCity Rate che misura l’innovazione delle città italiane. Tuttavia, anche altre città di più piccola dimensione come Trento o Padova hanno sviluppato soluzioni intelligenti per l’amministrazione della cosa pubblica che le consentono di raggiungere i piani alti di tale classifica. Trento, in particolare, si distingue per aver creato App di servizi per i cittadini e per aver sviluppato un sistema chiamato “SIMPATICO” (SIMplifying the interaction with Public Administration Through Information technology for Citizens and cOmpanies), che mediante l’uso dell’intelligenza artificiale cerca di migliorare l’interazione tra cittadino e pubblica amministrazione.
Considerando che entro il 2050 è previsto che il 70% della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani (a differenza del 50% odierno), guardare alle nuove tecnologie digitali cercando di scovarne e sfruttarne il potenziale, deve diventare una priorità anche in Italia, non solo per le grandi metropoli, ma anche per i comuni più piccoli. Una politica cittadina volta a rendere la propria città “Smart”, che spinge per l’efficientamento dei servizi e per uno sviluppo sostenibile, deve necessariamente attingere alle risorse del settore privato e pertanto avrà l’effetto di fungere da grande stimolo per l’innovazione locale.