Pubblicati i risultati del secondo trimestre 2019 delle principali tech company. Prosegue il successo di chi scommette sui servizi (Cloud e advertising su tutti), ma per il futuro i veri interrogativi riguardano Apple e la trade war. I promossi e bocciati di TIG.
Dopo un Q4 2018 e un Q1 2019 “turbolenti” da cui era emersa per le principali tech company la necessità di modificare i propri business model, dai conti del Q2 2019 emerge uno scenario più maturo, mostrando che fare dei servizi il proprio asso nella manica paga (e bene).
Partiamo da Alphabet, la holding di Google che nei primi tre mesi del 2019 aveva deluso il mercato anche a fronte della significativa crescita di Amazon e Facebook nell’advertising online, ambito in cui Google ha sempre detenuto una posizione di leadership. E invece, nel trimestre conclusosi il 30 giugno 2019, le revenue complessive della società sono cresciute del 19% su base annua, attestandosi a 38,94 miliardi di dollari (contro i 38,15 miliardi attesi dagli analisti). In aumento anche i profitti, a 9,18 miliardi di dollari, in crescita del 24% rispetto ai 3 miliardi dello stesso periodo del 2018. Le entrate pubblicitarie rimangono il core business dell’azienda attestandosi a 32,6 miliardi di dollari e in aumento del 16% su base annua. In crescita anche la voce “Altre attività” che comprende principalmente le revenues del Cloud di Google e che ha generato 6,18 miliardi di dollari di entrate, in aumento del 40% rispetto ai 4,43 di un anno fa. Nel dopomercato il titolo, in calo dell’11% dallo scorso aprile, ha guadagnato oltre il 7 per cento.
A deludere le aspettative, invece, Amazon, che nello scorso trimestre aveva riportato utili da record a 3,6 miliardi di dollari. Il gigante dell’e-commerce, nei tre mesi considerati, ha registrato profitti per 2,62 miliardi di dollari, in aumento del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2018 quando erano 2,53 miliardi, danneggiati soprattutto dall’aumento dei costi di spedizione (+36%) e da perdite nel retail internazionale. Il fatturato della società ha tuttavia battuto le previsioni, riportando 63,4 miliardi di dollari (in aumento del 20% sull’anno scorso) rispetto ai 62,5 miliardi ipotizzati. La divisione cloud AWS continua a fare la parte del leone, con entrate di 8,38 miliardi di dollari pur riportando tassi di crescita al di sotto delle attese (37% contro il 41% stimato, per la prima volta in cinque anni al di sotto della soglia del 40%).
Risultati decisamente positivi, invece, nell’ambito dell’advertising online, dove la società si sta proponendo sempre più come valida alternativa al duopolio Google – Facebook: le entrate pubblicitarie raggiungono, infatti, la quota di 3 miliardi di dollari, in aumento del 37% su base annua; un risultato decisamente positivo per un trimestre non festivo.
In realtà, la vera sorpresa anche per questo round di trimestrali è la posizione di Facebook, i cui risultati finanziari continuano ad andare oltre le aspettative. Nonostante la recente multa di 5 miliardi di euro da parte della Federal Trade Commission per le violazioni della privacy abbia comportato un dimezzamento dell’utile netto (che si è attestato a 2,6 miliardi di dollari), il social network ha riportato un reddito di 16,88 miliardi di dollari contro i 16,45 miliardi previsti da Wall Street. È interessante notare come la maggior parte del fatturato derivi dalla vendita di spazi pubblicitari (16,62 miliardi di dollari), in crescita del 28% rispetto allo stesso periodo del 2018 quando le revenue per advertising si attestavano intorno ai 13 miliardi di dollari. Lo scandalo di Cambridge Analytica, inoltre, non sembra aver preoccupato gli utenti: sono stati, infatti, 1,59 miliardi gli utenti attivi giornalieri e 2,41 miliardi quelli mensili, numeri che corrispondono a un aumento dell’8% rispetto al Q2 2018.
Apple alla prova del nove
Nel Q2 2019 il fatturato di Apple è stato di 53,81 miliardi di dollari (contro i 53,39 attesi), in crescita dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2018 quando era di 53,27 miliardi. Gli utili si attestano, invece, a 10,04 miliardi di dollari, in calo del 13% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Continua a diminuire il giro d’affari legato all’iPhone, riportando entrate per quasi 26 miliardi di dollari, in calo del 12% rispetto allo stesso periodo del 2018, mentre aumentano i ricavi da Mac (11%), iPad (8%) e soprattutto wearables, Home and Accessories (48%).
I risultati, pur facendo registrare un rialzo del 4% del titolo in Borsa, non hanno permesso di rispondere con certezza agli interrogativi emersi alla fine del 2018 e nei primi tre mesi del 2019.
Per Apple sta continuando una duplice dinamica ormai avviatasi da tempo che vede diminuire le vendite degli iPhone a favore di un business di servizi che continua a crescere, ma in realtà la vera domanda da porsi è: riuscirà il colosso di Cupertino a fare dei servizi quel fiore all’occhiello che per anni hanno rappresentato gli iPhone? E, soprattutto, ciò potrà mai avvenire in un mercato che si presenta senz’altro più complesso e diversificato rispetto a quello in cui si muovevano gli iPhone ai tempi del loro esordio?
Le strategie di Apple stanno andando nella direzione di una diversificazione dei servizi: dopo Apple news, sono in programma entro fine anno l’arrivo dei nuovi servizi streaming in abbonamento di spettacoli televisivi e film (Apple +), di gaming (Apple Arcade) e il wallet virtuale Apple Card. Si tratta di iniziative il cui successo determinerà il futuro di Apple e la sua posizione in un mercato che “domina” sempre meno.
Il presente, tuttavia, è ancora dominato da numerose incertezze, prima fra tutte l’evoluzione della trade war e le sue conseguenze: in Cina le entrate sono scese del 4% a 9,16 miliardi di dollari. La questione dei dazi Usa-Cina, inoltre, rischia di incidere in maniera significativa sui risultati del prossimo trimestre, in particolare dopo la pubblicazione di un tweet da parte del presidente Trump che ha annunciato che Apple non riceverà sgravi per componenti fabbricate in Cina.
Nel frattempo, invece, Huawei ha concluso il trimestre con un market share del 38,2%, con 118 milioni di unità vendute e un fatturato di 32,1 miliardi di dollari.
All’indomani della pubblicazione dei risultati del Q2 2019 il successo del nuovo business model di Apple resta, dunque, ancora da verificare, e se i suoi giorni di gloria di Apple fossero finiti? La società si dichiara ottimista, pronosticando per il trimestre in corso revenue di 61-64 miliardi (oltre le attese di 60,9 miliardi).
Alla prossima trimestrale l’ardua sentenza, dunque!