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POLITICHE PER L’INNOVAZIONE E SWITCH-OVER DEI SERVIZI PUBBLICI

MarzanoDi Flavia Marzano, Assessora Roma Semplice – Roma Capitale

Se soltanto sei mesi fa mi avessero detto che sarei stata qui, in campo come sempre ma non più nel ruolo che ho sempre giocato, quello dell’esperta IT chiamata per alzare la palla, in “soccorso” agli amministratori che iniziavano a cimentarsi con l’innovazione tecnologica e le sue opportunità e che, invece, sarebbe toccato a me essere pronta per schiacciare quella palla, forse non ci avrei creduto.

E poi la Sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi, mi ha chiamato e mi ha detto: “c’è da rendere Roma Semplice. E lo chiedo a te”. E ora eccomi, nella nuova veste di Assessora a Roma Semplice.

Semplificare vuol dire cercare di risolvere il problema eliminando tutto ciò che non serve alla realizzazione delle funzioni. Semplificare vuol dire ridurre i costi, diminuire i tempi di lavorazione, di montaggio, di finitura. Vuol dire risolvere due problemi assieme in un’unica soluzione. Semplificare è un lavoro difficile ed esige molta creatività”. Un lavoro difficile, come diceva il grande Bruno Munari.

Fare cose complicate, infatti, è di gran lunga più facile: è quello che è accaduto nelle Pubbliche Amministrazioni dove, nel tempo, si sono accumulati provvedimenti, adempimenti, insomma tutto ciò che ci viene in mente quando parliamo di burocrazia senza che ci si preoccupasse di quanto pesasse o di quanto costasse all’amministrazione e ai cittadini che, quella complicazione, avrebbero dovuto pagarla in termini di nuova fiscalità o di tempo impiegato. Serve, allora, sovvertire una credenza, quella che induce molti ad essere propensi nel valutare il “tanto lavoro” procedurale che si impiega nel realizzare una cosa complicata piuttosto che riconoscere il “tanto lavoro” mentale necessario per semplificare.

Dobbiamo lavorare perché le nostre Amministrazioni pubbliche recuperino un rapporto diretto con i cittadini, conquistare il loro interesse; bisogna coinvolgere le loro energie mentali e il loro tempo in modo utile come, ad esempio, stimolarli e coinvolgerli nel partecipare alle consultazioni sulle politiche che avranno una ricaduta sulla loro vita, piuttosto che sprecarlo in adempimenti di cui non sempre è facile neanche cogliere la ratio. Bisogna accompagnare il cittadino quando utilizza un servizio pubblico in maniera costante fino al compimento del suo obiettivo, dimostrando come quel servizio sia capace di risolvergli problemi e non di creargli frustrazioni. Ricordando sempre come ogni investimento di tempo e di energie che non porta a risultati, aumenta la percezione della complessità.

Alle poderose spinte verso l’innovazione e il cambiamento, la Pubblica Amministrazione non può rispondere con una semplice digitalizzazione dell’esistente. Se un atto è inutile, non viene reso utile digitalizzandolo. Il vero problema a cui noi Amministratori pubblici siamo chiamati non è, dunque, solo quello di razionalizzare i miliardi di spesa pubblica in IT, ma anche quello di ripensare tutti i processi in modalità digitale ovvero rendere il cambiamento nell’approccio una questione primaria, adottando effettivamente i principi del digital by default e del digital first. Con il 2017 alle porte dovremmo poter esaminare i primi impatti dell’avvenuto switch off con il passaggio totale dall’analogico al digitale e non trovarci ancora a discutere sulla migrazione e sullo switch over.

La Strategia per la crescita digitale studiata ed elaborata dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) per conto del Governo ha prodotto linee guida per portarci in questa direzione e per arrivare, finalmente, alla totale digitalizzazione delle comunicazioni interne alla PA e, tra queste, e i cittadini e le imprese. La piena attuazione della Strategia sarà apprezzabile quando saranno a pieno regime le cosiddette piattaforme abilitanti, in particolare il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) e l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), spingendo più rapidamente verso la loro realizzazione, così come si è fatto con la fatturazione elettronica. E quando le Pubbliche Amministrazioni , anche territoriali, spingeranno nella stessa direzione.

Gli obiettivi da centrare, dunque, sono tanto importanti quanto complessi, ma è necessario che la strategia delineata sia perseguita in modo forte e deciso, accompagnandola anche con una forte azione di alfabetizzazione digitale, considerato che l’Italia sconta il ritardo più importante proprio su cultura e competenze digitali, nelle relazioni sociali ed economiche, nel lavoro, nella e-leadership.

Consapevoli che non si deve necessariamente eliminare il complesso, e che è il complicato che deve essere reso semplice. E facile. È con questo spirito che, a breve, Roma Capitale, attraverso il lavoro compiuto dal mio Assessorato, sarà dotata di una serie di PRoF, di Punti Roma Facile, la mia prima delibera – la n.7 del 3 agosto scorso – è stata rivolta a rendere infatti fruibile a tutti grazie alle tecnologie una città complessa ma, al contempo, complicata.

I PRoF saranno spazi assistiti nei quali ci occuperemo di promuovere, sensibilizzare e diffondere la cultura digitale, supportando i cittadini nell’uso delle nuove tecnologie. L’idea è nata quando abbiamo iniziato a ragionare sull’accesso ai servizi comunali digitali tramite SPID, consapevoli che se i servizi on line non sono utilizzati non è solo perché non sono ancora adeguatamente accessibili e fruibili ma anche perché sussistono ancora barriere socio-economiche e culturali oltre che preconcetti che i cittadini hanno nei confronti dell’uso del digitale. E quindi quale soluzione se non creare le condizioni più favorevoli per aumentarne l’uso, attraverso interventi di avvicinamento e accompagnamento dedicato a tutte le fasce della popolazione?

I punti Roma Facile, dislocati in tutta la città, funzioneranno come un piccolo network, in cui ciascun punto sarà capace di far fronte alle richieste del quartiere in cui è insediato ma, allo stesso tempo, potrà beneficiare dell’esperienza degli altri punti cittadini (sedi di Municipi, scuole, biblioteche, centri anziani,  associazioni civiche, altri spazi offerti ecc.). L’obiettivo è sviluppare in modo diffuso, continuativo e sostenibile, l’inclusione e la competenza digitale dei cittadini e delle cittadine. I primi punti sperimentali saranno aperti, a breve, presso due biblioteche comunali: superata questa prima fase di test, i PRoF saranno estesi all’intera città. E proprio per assicurarne l’estensione, a breve emaneremo un primo bando, in modo da raccogliere le adesioni di strutture pubbliche: ci piacerebbe che chiunque abbia uno spazio attrezzato, dalle biblioteche, alle associazioni civiche, volesse rendersi disponibile. Lo switch-over verso i servizi digitali – abbandonando una volta per tutte l’opzione analogica per la fruizione dei servizi pubblici – si attua così, attraverso una digitalizzazione della Pubblica Amministrazione centrata sui fruitori, cittadini ma anche piccoli imprenditori, e sulle possibilità fornite a questi nell’essere abilitati all’uso dei servizi digitali. Puntando allo switch off.

I Punti Roma Facile saranno, dunque, front line fisici dove i cittadini saranno accompagnati nell’uso del digitale e nel conoscere e utilizzare i servizi digitali comunali, già resi disponibili attraverso il portale istituzionale. Ad oggi Roma dispone di una suite di ben 70 servizi amministrativi accessibili e utilizzabili via web, utilizzati da circa 400 mila cittadini iscritti, abilitati, mediante credenziali, ad accedere ai servizi tramite portale. Contiamo entro il 2017 in una crescita importante della migrazione verso i servizi e del numero dei cittadini utilizzatori, grazie a tre linee di intervento che abbiamo ritenuto fondamentali: il nuovo portale di Roma Capitale; la semplificazione nell’accesso ai servizi tramite SPID; l’operazione Open Data.

La realizzazione del nuovo portale è frutto di una iniziativa della precedente consiliatura. I lavori, rimasti fermi durante la gestione commissariale, sono ripartiti con il mio mandato assessorile, grazie alle deleghe ricevute che, tra le altre, riguardano l’innovazione, la modernizzazione della PA anche attraverso il portale istituzionale. Da tecnica del settore IT, è una grande opportunità quella di poter intervenire come esperta e poter collaborare, con il mio staff e con gli Uffici dei Dipartimenti preposti – IT e Comunicazione, in primis – all’impostazione del progetto, dei contenuti e delle modalità di erogazione dei servizi. Il portale – che stiamo sviluppando secondo le indicazioni delle Linee Guida di design per i siti web della PA emanate dall’AgID, diverrà un grande strumento di interazione con i cittadini, – superando l’approccio del mero “adempimento alla norma” – grazie alla semplificazione, all’accessibilità, alla trasparenza garantite  agli strumenti per la partecipazione dei cittadini, alle decisioni dell’Amministrazione capitolina e all’implementazione dei servizi digitali disponibili che, grazie alla convenzione che stiamo stringendo con AgiD, saranno a breve, accessibili via SPID.

L’operazione Open Data, infine, ci consentirà di attivare una collaborazione costante con la comunità degli esperti del settore. Tra le finalità, nello specifico, si tratta di studiare nuovi servizi digitali sviluppabili tramite i dati autoprodotti dall’Amministrazione – e a tendere, anche dalle sue partecipate – così come di lavorare sui Data Warehouse per migliorare il governo dei processi e le performance dell’organizzazione comunale.

Con la profonda convinzione che da soli non si va da nessuna parte abbiamo iniziato un cammino di collaborazione non solo con AgID ma anche con ANCI, Dipartimento Funzione Pubblica e Regione Lazio ma soprattutto con gli Assessori all’Innovazione dei Comuni italiani per condividere esperienze, competenze, soluzioni, problemi e perché no anche applicativi. Abbiamo chiamato questa collaborazione “Mettiamo in Comune l’Innovazione” proprio con la profonda consapevolezza che esistono grandi eccellenze e competenze nei Comuni italiani ma troppo spesso poco conosciute e raramente condivise.

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