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Pnrr, il 71% delle aziende non è pronto a cogliere le opportunità

Le opportunità e i fondi del Pnrr resteranno un miraggio per molte aziende italiane, a meno di adoperarsi per intercettarli. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienzadovrebbe essere per le aziende italiane un’occasione da cogliere per intercettare risorse economiche funzionali all’ammodernamento, tecnologico e di altro genere. Il Pnrr, in altre parole, dovrebbe aiutare le grandi e soprattutto le medie e piccole imprese a trovare i fondi per progetti di trasformazione digitale, di internazionalizzazione del business, di inclusione, di transizione ecologica e altro ancora. Ma c’è un ma: il 71% delle aziende non ha ancora mosso i primi passi o addirittura non ha nemmeno pensato a come poter intercettare le risorse messe a disposizione dal Pnrr.

Così emerge da un nuovo report di Unioncamere, basato su dati elaborati dal Centro studi Guglielmo Tagliacarne, appena presentati a Roma in occasione dell’Assemblea delle Camere di commercio. Ebbene, appena il 16% delle imprese italiane si è già attivato per aderire ai progetti del Pnrr e un piccolo, ulteriore 13% ha in programma di farlo. 

Perché questo sia successo, esattamente, è difficile dirlo caso per caso. Ma c’è una dinamica di fondo, valida almeno per l’ultimissimo periodo: molte aziende sono state probabilmente assorbite da problemi contingenti legati alla guerra in corso. L’attacco all’Ucraina e le conseguenti tensioni geopolitiche hanno causato, tra le altre cose, forti rialzi dei prezzi dell’energia, di materie prime e semilavorati. Per nove aziende italiane su dieci, ha detto Unioncamere, l’impatto sarà notevole e già adesso quasi un’impresa su due ha problemi di approvvigionamento di materie prime, una su cinque ha problemi di approvvigionamento di energia.

L’aumento dell’incertezza incide non solo sui progetti futuri delle aziende esistenti, ma anche sulla natalità delle imprese: le ultime indicazioni emerse dalle iscrizioni al Registro delle Camere di commercio mostrano che quando il clima di fiducia si riduce di un punto la natalità delle imprese si contrae di mezzo punto. E infatti nell’ultimo biennio (2020 e 2021) in Italia sono nate 81mila aziende  in meno rispetto ai livelli pre pandemia (in particolare 26mila imprese giovanili e 32mila imprese femminili in meno).

I dati confermano la necessità di lavorare per diffondere e far conoscere alle imprese, soprattutto quelle più piccole, le misure messe in campo dal Governo nel green e nel digitale”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “L’80% delle imprese di minori dimensioni non ha nemmeno in programma di avvalersi di queste risorse, contro il 50% delle aziende medio grandi. Le Camere di commercio hanno ben in mente come farsi parte attiva per lo sviluppo del Paese e contribuire al cambiamento innescato dal Pnrr: possiamo essere uno strumento prezioso per fare conoscere alle imprese le enormi opportunità legate alle nuove risorse e per mettere a terra molte delle misure chiave previste nel Piano”. 

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