I progressi compiuti dalle Pubbliche Amministrazioni centrali nel loro percorso di trasformazione digitale riguardano sia la fornitura di servizi efficaci e resilienti rivolti ai cittadini e alle imprese, sia l’esplorazione di vari ambiti innovativi, tra cui l’Intelligenza Artificiale e lo sviluppo di nuove competenze. L’analisi di tali percorsi può contribuire a identificare le migliori pratiche, che possono essere applicate con successo anche nel contesto meno avanzato delle PA locali.
Al fine di approfondire queste dinamiche, TIG ha condotto delle interviste individuali in profondità a due figure di spicco coinvolte in questo processo: il Direttore del Dipartimento per lo Sviluppo di Metodi e Tecnologie per la produzione e la diffusione dell’informazione statistica dell’Istat, Massimo Fedeli (nel ruolo di Direttore Centrale per le Tecnologie Informatiche al momento dell’intervista), e Stefano Tomasini Direttore Centrale per l’Organizzazione Digitale dell’Inail.
Verso una visione utente-centrica
Grazie al processo di digitalizzazione, si assiste a un significativo cambiamento di paradigma nella PA centrale: l’orientamento è ora verso una visione centrata sull’utente. In questo contesto, ogni cambiamento organizzativo in favore di una maggiore digitalizzazione tiene conto di coloro che dovranno poi utilizzare i nuovi strumenti e adeguarsi alle nuove logiche, ossia dei dipendenti della PA stessa, da una parte, e i cittadini, dall’altra, a cui si rivolgono i servizi offerti.
Ciò comporta un efficientamento delle operazioni e un ripensamento delle relazioni tra diverse amministrazioni, come ribadito da Massimo Fedeli, Istat: “Il processo di digitalizzazione, che sta accelerando grazie al PNRR, riveste una grande importanza nell’ottica di efficientare le operazioni e creare servizi cross-amministrazione per i cittadini, offrendo notevoli vantaggi sia a loro che alle imprese”. Fedeli sottolinea, inoltre, che la creazione di servizi interdipartimentali, mirando all’interoperabilità, contribuisce a potenziare la competitività interna del Paese: “Non possiamo dimenticare che questi cambiamenti in corso rappresentano un fattore di grande competitività per l’Italia. Di conseguenza, non è un caso che la Missione 1 del PNRR includa questo elemento, ovvero la creazione di un vantaggio competitivo per l’intero sistema Paese”.
La pandemia come catalizzatore del cambiamento
Il percorso verso la trasformazione digitale è stato notevolmente accelerato dalla pandemia di COVID-19, ha commentato Massimo Fedeli. Durante il periodo critico della pandemia, infatti, Istat è stato costretto a sospendere numerose indagini sul campo, tra cui il censimento della popolazione e delle imprese. In sostituzione, ha potuto però ricorrere a dati amministrativi delle imprese presenti nei suoi database. Questo processo di trasformazione digitale ha innescato un’evoluzione su vasta scala che ha coinvolto diversi livelli, compreso l’efficientamento interno, come illustrato da Massimo Fedeli: “Il periodo pandemico e la digitalizzazione del processo ci hanno permesso di condurre una serie di indagini che prima richiedevano visite sul campo. Precedentemente chiedevamo direttamente alle imprese tutta una serie di informazioni, come il fatturato, il numero degli addetti eccetera. Ora possiamo acquisire queste informazioni utilizzando i dati amministrativi già a nostra disposizione”.
Il Cloud come paradigma
Un altro aspetto cruciale di questa rivoluzione digitale è la migrazione al Cloud. Stefano Tomasini, CIO di Inail, pone l’enfasi sulla prospettiva generale che sta adottando l’Istituto sul tema: “Quando ci riferiamo alla strategia Cloud di Inail, ci concentriamo non tanto sulla mera migrazione, ma piuttosto sull’adozione del Cloud come paradigma fondamentale per la reingegnerizzazione del nostro sistema informatico. Questa transizione verso il Cloud ci offre l’opportunità di rendere scalabili e facilmente integrabili le diverse soluzioni disponibili presso i service cloud provider o presso il Polo Strategico Nazionale”. Tomasini rivela che uno dei principali obiettivi dell’Inail per il 2023 è la trasformazione del loro data center in un software-defined data center. Questo significa che l’Istituto sta scommettendo sulla modernizzazione delle applicazioni, adottando il paradigma cloud first e riflettendo sulle modalità con cui erogano i servizi in modo user-centric, come ribadito da Tomasini: “Non parliamo di Lift-and-Shift, ma di Refactoring perché cogliamo l’occasione per un ripensamento, appunto, di tutta l’area dei servizi in ottica utente centrica e in modalità Cloud”. L’Inail sta promuovendo, inoltre, l’adozione di soluzioni Cloud pubbliche e private, sia SaaS (Software as a Service) che PaaS (Platform as a Service), che permetteranno di offrire a cittadini e imprese servizi più flessibili e ad alta capacità computazionale, come dimostrato dall’adozione di tecnologie di Intelligenza Artificiale tramite motori Cloud.
Massimo Fedeli rivela che l’Istat ha adottato un approccio cloud native, in cui i nuovi servizi sono avviati direttamente nel Cloud anziché migrare quelli esistenti. Questa decisione è stata guidata dalla convinzione che il Cloud sia un abilitatore chiave per l’innovazione. L’Istituto utilizza anche il Cloud per gestire il proprio contact center, un importante canale di comunicazione con il pubblico e il settore privato che rappresenta un elemento chiave nel mantenere un servizio di alta qualità per i propri stakeholder.
Sicurezza dei dati: un imperativo in un mondo digitalizzato
In un contesto di crescente digitalizzazione del settore pubblico, la sicurezza dei dati emerge come una priorità assoluta, in particolar modo per quanto concerne gli enti della PA centrale in cui la gestione di dati sensibili è parte integrante del loro operato quotidiano.
Tomasini sottolinea che l’Inail ha prestato particolare attenzione agli investimenti per affrontare le minacce cyber, definendo un approccio chiaro alla questione: “Abbiamo individuato tre pilastri fondamentali della resilienza informatica, che comprendono la capacità organizzativa di prevenire, affrontare e risolvere attacchi mantenendo un funzionamento operativo ininterrotto. Pertanto, l’organizzazione, la sicurezza dei sistemi informativi e la continuità operativa costituiscono tre elementi centrali su cui abbiamo fondato il nostro rafforzamento nella sfera della sicurezza cyber”. A livello delle misure adottate, elenca l’introduzione della multifactor authentication per utenti interni ed esterni, lo sviluppo di robuste misure di backup multicloud per ripristinare i sistemi in caso di attacco, il potenziamento del proprio SOC (Security Operations Center) e del CERT (Computer Emergency Response Team). Inoltre, l’Inail sta incorporando funzionalità di Intelligenza Artificiale per migliorare l’efficienza ed efficacia delle operazioni di sicurezza.
Ostacoli da superare
Nonostante i progressi, ci sono sfide significative da affrontare. Fedeli identifica due ostacoli principali: il primo riguarda l’attrazione delle competenze giuste e il secondo la burocrazia che rischia di rallentare l’attuazione di programmi come il PNRR. Per affrontare la prima sfida, l’Istat punta a promuovere l’immagine dell’Istituto come parte di un progetto innovativo, come spiega Massimo Fedeli: “Facendo sentire che Istat fa parte di un progetto innovativo, motivando le persone, soprattutto i giovani, a entrare a far parte di questo progetto, a unirsi, quindi, a questa missione di trasformazione digitale”.
Tomasini esprime un ulteriore ostacolo da superare in questo processo di trasformazione digitale: l’accelerazione dell’evoluzione tecnologica che talvolta rischia di “lasciare indietro” coloro che hanno un’esperienza professionale consolidata. “Uno dei problemi principali nelle pubbliche amministrazioni, compreso l’Inail” – continua Tomasini – “è rappresentato dalla mancanza di nuove risorse che avrebbero agevolato i processi di transizione e accompagnato sia giovani che meno giovani nei percorsi di cambiamento. La sfida è dunque quella di accompagnare il personale in questo rapido processo di transizione”.
L’opportunità per la PA centrale è quella di sfruttare la transizione digitale per abilitare una governance più efficiente, ridefinire i processi interni, semplificare le procedure e promuovere una cultura dell’innovazione. L’obiettivo finale è quello di creare servizi che migliorino la vita di cittadini e imprese e, più in generale, la competitività dell’intero Paese. Superando le sfide, come la ricerca di talenti, la burocrazia e la scarsità di competenze digitali, il tessuto delle Pubbliche Amministrazioni sta aprendo la strada a un futuro digitale più efficiente e innovativo. È necessario però un impegno continuo nella formazione del personale e una maggiore sensibilizzazione all’importanza della sicurezza dei dati e dei servizi.
(Intervento estratto dal contributo di Arianna Perri ed Elena Vaciago per il Rapporto Digital Italy 2023, a cura di The Innovation Group, edizioni Gruppo Maggioli, che sarà presentato in anteprima al Digital Italy Summit 2023)
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