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Non solo infrastruttura, ma servizi per il Paese nei piani di FiberCop

 

Elisabetta Romano

Il mercato italiano delle telecomunicazioni è alle prese con un riassetto legato ad alcune decisioni strategiche prese dai principali operatori e alle sfide poste dalle evoluzioni tecnologiche in atto. Dal punto di vista dello scenario competitivo, la decisione di scorporare la rete in fibra ottica di Tim, andata in FiberCop, ha aumentato la concorrenza nel mercato, consentendo a nuovi operatori di accedere a un’infrastruttura di qualità e di proporre offerte diversificate.

A seguito di questa operazione, FiberCop ha indicato che all’inizio del 2025 sarà pronto il nuovo piano industriale, incentrato sulla realizzazione dei progetti previsti dal Pnrr e sulla progressiva sostituzione della rete in rame con quella in fibra ottica. La rete conta già oggi oltre 25 milioni di chilometri di linea e nei prossimi cinque anni l’azienda ha previsto investimenti che si avvicineranno ai 12 miliardi di euro.

Per capire meglio piani e strategie di FiberCop, abbiamo incontrato Elisabetta Romano, Chief Technology & Operations Officer della società.

 

In termini generali, lo scenario Telco in Italia sta evolvendo verso una distinzione marcata fra gestione di reti e infrastrutture da un lato e sviluppo dell’offerta di servizi alla clientela dall’altro. Come state affrontando questo percorso?

FiberCop nasce come società autonoma a seguito dello spin-off dell’infrastruttura di rete fissa da parte di TIM. È indubbio che ci troviamo dinanzi alla “madre di tutte le trasformazioni”, considerando le dimensioni dell’operazione e il contesto di mercato, che ha l’obiettivo di creare il maggior valore per entrambe le entità (l’infrastruttura, appunto, e i servizi) e le migliori opportunità di business. FiberCop è ora un operatore di network wholesale.

Tutto questo viene gestito in continuità, senza che il mercato ne percepisca alcun effetto. Stiamo lavorando con un approccio comunicativo e di coinvolgimento di tutte le struttura aziendali, perché la trasformazione ha successo solo se avviene dall’interno.

Siamo sempre più impegnati nello sviluppare e diffondere una cultura digitale estesa e non mi riferisco solo al focus sullo sviluppo di una rete estesa ultrabroadband, sicura e sostenibile, che vede già oggi un massiccio impegno nei piani di intervento pubblico previsti nell’ambito del PNRR. Puntiamo infatti ad essere la TechCompany di domani, un’azienda fatta non solo di banda ultralarga, ma anche di cloud e di intelligenza artificiale nelle reti, per dar luogo ad una infrastruttura di rete capillare, sicura, che si evolve in logica di piattaforma di rete aperta. 

La nuova frontiera del nostro business è una rivoluzione digitale che si impernia sul portare l’intelligenza della rete, il cloud, dentro ogni regione e dentro ogni centro abitato utilizzando la capillarità delle nostre centrali sul territorio italiano. Una piattaforma di rete digitale, un NaaS (Network as a Services) ad altissime prestazioni che potrà sostenere le sfide dei prossimi decenni: sto pensando ai servizi di guida autonoma, realtà virtuale, supercalcolo, salute potenziata dai big data, sostenibilità ambientale ecc, per abilitare quella digitalizzazione del Paese che è fondamentale per la crescita futura. 

 

Quali elementi di innovazione possono derivare dal nuovo modello di delayering?

FiberCop, grazie alla capillarità della sua rete in fibra e ai suoi asset, al know-how delle persone e alla presenza fisica sul territorio che consente di avere una gestione di prossimità che non ha uguali, sta creando un’infrastruttura unica a livello nazionale aperta a tutti gli operatori del settore, tecnologicamente all’avanguardia, caratterizzata da elevati standard di sicurezza e che valorizzi le tecnologie e le competenze sia nazionali, sia quelle derivanti dalla partecipazione a progetti comunitari nel campo dell’innovazione.

La condivisione di questa infrastruttura permetterà alle aziende di settore di focalizzare gli investimenti sui segmenti differenzianti come l’offerta di nuovi servizi, utilizzando i servizi di larghissima banda, di cloud computing, di processamento intelligente dei dati messi a loro disposizione in modo equo e regolamentato.

Questo ruolo diverrà ancora più importante se guardiamo il trend secondo il quale in aree locali si assiste alla necessità dei location owner (come aeroporti, stadi, ospedali, campus, parchi e simili) di diventare essi stessi fornitori di servizi per i propri clienti. A questo scopo diventa chiave la disponibilità di una infrastruttura condivisa e messa a disposizione da un operatore wholesale super partes per servizi fissi e mobili.

 

Come state sfruttando l’intelligenza artificiale non solo sul fronte dei Big Data, ma anche più complessivamente nelle aree strategiche dell’azienda?

L’intelligenza artificiale riveste un ruolo cruciale per le telecomunicazioni, supportando i processi operativi nella creazione, gestione e ottimizzazione delle reti.

In FiberCop utilizziamo l’AI in diversi ambiti, tra cui ottimizzazione degli allarmi di rete (gli algoritmi di machine learning filtrano gli allarmi che si risolvono rapidamente, permettendo ai tecnici di concentrarsi sugli allarmi prioritari); Individuazione di Anomalie di Traffico (Permette di prevenire interruzioni di servizio); Ottimizzazione degli Interventi Tecnici (Invio mirato dei tecnici sul campo e utilizzo ottimale delle risorse di rete sia fissa che mobile); Previsione della Soddisfazione del Cliente (Utilizzo di un modello di classificazione per prevedere l’Overall Satisfaction – OVS – dei clienti a partire dalle variabili tecniche dei ticket, consentendo interventi di caring in near real-time); Classificazione Automatica delle Note Tecniche (Migliora i processi aziendali e riduce il numero di interventi, con risparmi sui costi dell’assistenza).

FiberCop sta sperimentando anche l’Intelligenza Artificiale Generativa: Motori Conversazionali supportano i tecnici durante l’installazione del modem, fornendo rapidamente informazioni dai manuali; Valutazione della Riparabilità attraverso utilizzo dei modelli linguistici avanzati (LLM) per valutare la probabilità di riparabilità di una scheda guasta tramite una foto.

 

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