Le grandi metropoli hanno sofferto particolarmente la crisi sociale, economica e infrastrutturale causata dalla pandemia, e puntano oggi a ripensare i propri modelli di mobilità e trasporto, di persone e di merci. Sono molti i cantieri innovativi aperti e le idee che porteranno a un futuro più sostenibile per i trasporti, come è stato evidenziato nel corso dello “SMART MOBILITY, TRANSPORT & LOGISTICS SUMMIT” organizzato da The Innovation Group lo scorso 21 aprile.
Quali saranno le azioni strategiche per la Mobilità nei prossimi anni, anche alla luce delle opportunità che nasceranno dal recovery Plan? Ne ha parlato Mario Nobile, Direttore Generale del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. “L’orientamento è oramai definito, sono state proposte azioni e investimenti aggiuntivi rispetto alla spesa corrente, che guardano soprattutto alle esigenze delle nuove generazioni, con attenzione particolare all’ambiente e a favorire la ripartenza del settore” ha detto Mario Nobile.
Bisognerà fare attenzione a coniugare bene gli investimenti (in opere e asset per far ripartire il settore) con la capacità di intercettare i futuri utilizzi di queste infrastrutture. Ad esempio, intervenendo con un rinnovo delle flotte, si ridurrà l’impatto ambientale, andando nella direzione della transizione energetica dei trasporti. Ma contemporaneamente, si punterà ad avere anche nuovi mezzi “digital ready”. Durante la pandemia abbiamo visto infatti che servivano informazioni costantemente aggiornato sul livello di occupazione sui mezzi o nelle stazioni: oggi questo salto tecnologico è già possibile.
“L’evoluzione dei comportamenti di mobilità richiede un’offerta sempre più flessibile e customizzata” ha commentato Paolo Guglielminetti, Partner, Global Railways & Road Transport Leader di PwC, intervenendo nella prima Sessione del Summit. “Se una volta gli spostamenti erano sistematici per circa la metà del totale, questa quota nel tempo si è sempre più ridotta – ha detto Paolo Guglielminetti-. Già prima della pandemia, lo erano solo un terzo degli spostamenti nelle aree urbane. Oggi, nella ripresa Post-covid, è previsto che una azienda su cinque continuerà a lavorare da remoto e almeno un terzo dei dipendenti sceglierà questa modalità, per lo meno parzialmente. Questo ci fa pensare che dal 2022 la quota di spostamenti sistematici non sarà più di un quarto del totale”.
La maggior parte del movimento sarà quindi molto variabile da un giorno all’altro, richiederà un diverso modo di pianificazione per orari e uso dei mezzi. Sarà necessario un ripensamento complessivo del funzionamento delle aziende e della capacità di programmazione. Nel frattempo, viene in aiuto il digitale, sempre più utilizzato nel mondo dei trasporti. “Oggi possiamo immaginarci una nuova mobilità digitale – ha aggiunto Paolo Guglielminetti – con una gestione smart dei flussi dei passeggeri, un monitoraggio continuo del livello di occupazione dei mezzi e delle stazioni, una pianificazione multimodale del viaggio, una gestione flessibile e smart della capacità dei mezzi variandone deployment in funzione della domanda durante il giorno, un’estensione dei servizi di prenotazione al TPL almeno negli orari di picco, tecniche di precision marketing esteso a singoli viaggiatori. Quello che oggi osserviamo sono per lo più progetti pilota o di nicchia, con pochi casi “iconici” di applicazione su larga scala. Mancano progetti di grande respiro e anche la capacità di fare sistema, il passaggio mentale dal dire “faccio qualcosa perché ho digitalizzato” a valutarne effettivamente l’outcome, il risultato in termini di utilizzo”.
Cosa serve quindi? La ridistribuzione degli spostamenti richiede un redesign geografico del territorio e temporale delle attività (di cui ha parlato nel corso del Summit Carlos Moreno, presentando il concetto della “città in 15 minuti”) e un reale empowerment dei mobility manager. Oggi il Decreto Rilancio obbliga tutte le aziende con più di 100 dipendenti a prevedere questa figurare manageriale. Si tratta di 10.861 imprese con 4,7 milioni di addetti: 4 volte tanto rispetto a quando l’obbligo era per aziende con oltre 300 addetti. Il Mobility Manager deve però diventare veramente protagonista, soprattutto della raccolta dei dati, per essere responsabile di una gestione efficiente della pianificazione dei flussi.
In termini di città sostenibili, una delle proposte più interessanti è quella della “15-minute city” di Carlos Moreno, che propone una pianificazione sostenibile dello spazio urbano basata sul concetto di prossimità, in modo da ridurre gli spostamenti in automobile in ambito cittadino, favorendo invece quelli in bicicletta o a piedi. Secondo questa teoria, in contesto urbano, il lavoro, i negozi, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il benessere, la cultura, lo shopping e il divertimento dovrebbero essere idealmente tutti raggiungibili entro quindici minuti da casa propria, a piedi o in bicicletta. Lo scopo è quello di influire positivamente sul ritmo di vita nelle città, ricollegando le persone con il loro territorio ed eliminando gli spostamenti inutili con mezzi inquinanti ed energivori.
Climate change, sostenibilità e urban mobility: cosa fare per ripensare la città inclusiva del futuro? I pattern di mobilità stanno cambiando, la sfida per gli amministratori pubblici è assicurare che l’evoluzione sia nella direzione di una maggiore sostenibilità ambientale, per evitare che i cittadini continuino ad usare prevalentemente i propri mezzi. “Le città del futuro, per essere protagoniste, devono dotarsi come il Comune di Modena di un piano digitale, al cui interno si parla anche di Smart Mobility” ha detto Luca Chiantore, Dirigente settore Smart City, Servizi Demografici e Partecipazione del Comune di Modena. L’utilizzo dei mezzi alternativi all’auto sta crescendo ma non in maniera omogenea: dipende dal contesto e da alcuni fattori. Ad esempio, la micromobilità (bici e monopattini) è condizionata dalle condizioni climatiche, ha osservato Giovanna D’Esposito, General Manager Southern Europe di Uber. “Oggi viviamo una convergenza tra il mondo dei trasporti e quello dell’energia: i nuovi servizi saranno basati sui dati. Dall’analisi del comportamento delle persone, si arriva a una comprensione delle esigenze del veicolo elettrico. In futuro si parlerà sempre più di piattaforme: per tali ragioni è necessario fare sistema, ovvero condividere un pezzo di piattaforma affinché si crei un ecosistema di servizi” ha commentato Fabio Pressi, Responsabile E-Mobility di A2A. “Far collaborare i diversi enti, pubblici e privati, è fondamentale per permettere lo sviluppo di nuovi servizi di mobilità – ha commentato Eneida Lila, Infrastructure & Territories Business Developer di Dassault Systèmes – il modello del “Gemello Virtuale“ di una città permette di mettere in relazione i vari ecosistemi per realizzare soluzioni sempre più efficienti”.
Parlando di mobilità aziendale, il Mobility Manager è oggi la figura con il ruolo di orientare al cambiamento le abitudini d’uso dell’automobile delle persone dell’azienda e indirizzarle verso modalità più efficienti di spostamento casa-lavoro e lavoro-lavoro. Con la recente riduzione della domanda di mobilità, serve rivalutare quali saranno le conseguenze dello smart working e come integrare le nuove tendenze con gli obiettivi di mobilità sostenibile. La sessione 3 del mattino è servita a fare il punto sulle nuove sfide per i Mobility Manager, partendo da esperienze consolidate, con uno sguardo alle innovazioni che sfruttano il digitale e la telematica per migliorare il Fleet Management, l’efficientamento dell’uso dei mezzi, i nuovi servizi da introdurre nei piani di mobilità aziendali, la svolta verso la mobilità elettrica, le opportunità collegate alla shared mobility e l’integrazione con il trasporto pubblico. Dell’impatto della pandemia sul settore Autonoleggio ha parlato invece Massimiliano Archiapatti, AD di Hertz Italia e Presidente di ANIASA: “Se il noleggio a lungo termine ha registrato nel 2020 un incremento di fatturato (del +2%), con un allungamento dei contratti esistenti, ha sofferto in modo significativo il noleggio a breve termine (con un giro d’affari dimezzato e noleggi al -60%), il Car Sharing (-60%) e di conseguenza c’è stato un crollo dell’immatricolato, caduto del 35%” ha detto Massimiliano Archiapatti.
Nel pomeriggio il tema era “Il futuro della mobilità e il digitale nei trasporti e nella logistica”. Mai come nell’ultimo periodo ci si è resi conto della centralità del trasporto merci e della logistica nell’economia nazionale. L’accelerazione degli acquisti via eCommerce (abbiamo vissuto nel 2020 un aumento delle vendite online del 31% rispetto al 2019) ha modificato poi i modelli di distribuzione delle merci, andando a incidere soprattutto sul Last Mile Delivery, che per gli operatori del settore comporta costi più elevati e nuove sfide lato customer experience.
Quali sono stati i principali impatti della pandemia da Covid19 sulle supply chain globali? Cosa ha insegnato tutto quanto è successo alle aziende, in termini di ricerca di maggiore resilienza, e come si sta riprendendo nel 2021 il settore dei Trasporti? Ne ha parlato Mario Zini, Managing Director di DHL Global Forwarding Italia. “L’industria logistica ha dovuto fare i conti con una riduzione di oltre l’85% della capacità di trasporto su voli passeggeri, a fronte del quale si è verificato un aumento dei voli cargo. Se si pensa che fino al 2019, l’80% delle merci era trasportato su voli passeggeri ci si può rendere conto dell’enorme impatto che la pandemia ha avuto sulla supply chain. La corsa all’utilizzo di voli cargo non è ancora in grado di compensare il deficit e soddisfare la crescente domanda” ha detto Mario Zini.
Nel 2021, la capacità segna ancora un -10% rispetto al periodo precedente, grazie anche ad una parziale riapertura di vari Paesi e mercati, specialmente per quanto riguarda la tratta trans-pacifica tra le Americhe e la Cina. Tuttavia, la capacità di voli passeggeri è ancora al di sotto del 50%, si pensi che su circa 3.100 aerei disponibili, 1.900 sono ancora inattivi. Per affrontare l’aumento dei prezzi, gli operatori logistici dovranno stipulare tariffe contrattualizzare per determinate capacità. “La pandemia da Covid-19 ha messo in luce l’esigenza di ripensare la supply chain e le infrastrutture logistiche, valutando l’avvicinamento dei siti di produzione ai mercati di consumo per ottimizzare il trasporto merci” ha dichiarato Mario Zini.
Guglielmo de Gennaro, Responsabile Unico del Procedimento Smart Mobility, Programma Smarter Italy di AGID, ha parlato invece di “appalti innovativi” che mirano a migliorare la vita dei cittadini attraverso la sperimentazione di soluzioni tecnologiche emergenti: tra i primi progetti che partiranno quelli relativi alla Smart Mobility. Invece, Domenico Andreoli, Direttore Marketing di Mercedes-Benz Trucks Italia ha affrontato i temi della connettività, del digitale, dell’elettrificazione dei mezzi: quali gli sviluppi previsti in casa Mercedes Benz per i Truck e quali le nuove sfide della mobilità.
Il Summit si è quindi concluso con l’intervento di Gianluigi Castelli, Presidente del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, che ha detto: “E’ oggi fondamentale uno shift modale dalla gomma al ferro per raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale: deve passare da revisioni del quadro normativo oltre che da investimenti. L’idrogeno intanto sta diventando una realtà anche per quanto riguarda il trasporto passeggeri. Grazie all’autonomia superiore rispetto alle batterie tradizionali permette un utilizzo a livello regionale” e di Armando Brunini, CEO di SEA Aeroporti Milano, che ha dichiarato “Parlando di riduzione di Co2 negli aeroporti, SEA Aeroporti è già attiva su questo tema da una decina d’anni. Oggi stiamo accelerando molto per arrivare il prima possibile all’obiettivo zero emissioni, sia per quanto riguarda i terminal sia i mezzi che lavorano a terra”.