a cura di Elena Vaciago
Associate Research Manager, The Innovation Group
Il 13 giugno The Innovation Group ha organizzato la seconda edizione del Connected Mobility Summit, un’occasione per poter discutere con attori pubblici e privati della nuova mobilità “C.A.S.E. – Connessa, Autonoma, Shared, Elettrica” e di come sta cambiando la driving experience.
Il 13 giugno si è tenuta a Milano la seconda edizione del Connected Mobility Summit, organizzato da The Innovation Group con l’obiettivo di fare il punto sullo stato dell’arte delle nuove forme di mobilità “C.A.S.E – Connessa, Autonoma, Shared, Elettrica” ed offrire a tutti gli stakeholder dell’Ecosistema (in modo prioritario ai regolatori del settore) le raccomandazioni per affrontarne al meglio l’evoluzione e gli sviluppi futuri. Ad animare le diverse roundtable e i keynote speech sono stati gli interventi di professionisti del mondo automotive, esponenti delle municipalità, rappresentanti del mondo insurance e del trasporto pubblico e privato.
Ad aprire i lavori Ezio Viola, AD The Innovation Group, che ha mostrato i principali trend del mercato automotive, sempre più impattato nei prossimi anni dalle nuove forme di mobilità (con riferimento soprattutto all’auto connessa, si stima che il mercato delle connected cars raggiungerà, entro il 2025, 225 milioni di dollari, con una crescita su base annua dal 2018 del 17%)[1].
Tali trend, tuttavia, coinvolgono in maniera ancora marginale il mercato italiano: secondo il Rapporto Aniasa, infatti, sul totale delle immatricolazioni di autovetture avvenute nel 2018, il 4,5% è stato di auto ibride (contro il 3,4% del 2017) e lo 0,3% di auto elettriche (contro lo 0,1% del 2017). Tra i principali freni alla crescita del mercato elettrico: i prezzi elevati, i limiti infrastrutturali e la scarsa maturità tecnologica. In crescita, invece, la shared mobility: secondo Aniasa, nel 2018, è stato registrato un incremento del 37% del numero di utenti iscritti e del 27% dei noleggi effettuati per un totale, in valore assoluto, di quasi 2 milioni di utenti iscritti e quasi 12 milioni di noleggi effettuati.
Ha fatto seguito l’intervento di Paolo Guglielminetti, Partner Global Railways and Roads leader, PwC, secondo cui per creare business case sostenibili in ambito “new mobility” bisogna:
- Considerare le esigenze delle persone e degli utenti,
- Tener conto dell’evoluzione del mercato,
- Creare una Customer/User Experience abilitante,
- Analizzare costantemente lo scenario competitivo,
- Avere la consapevolezza della natura evolutiva del mercato (basato su dinamiche tecnologiche e soggetto, quindi, a continui cambiamenti).
Tra gli altri temi affrontati, inoltre, come creare valore condiviso attraverso i connected car data (dati generati dai sensori delle auto grazie ai quali si possono creare servizi customizzati) e quale ruolo possono assumere al riguardo le nuove tecnologie: al proposito Massimiliano Melis, Innovation Manager, General Motors ha parlato dell’utilizzo della blockchain per la gestione dei dati, tecnologia dal grande potenziale ma non ancora matura.
Quali saranno, inoltre, le infrastrutture su cui si baseranno le “Città del futuro”? Come bisognerà costruire le strade intelligenti in grado di garantire contemporaneamente gestione di flussi informativi in real time e protezione delle informazioni? Quali le opportunità e i rischi delle Smart Road? Sul punto è intervenuto Mario Nobile, Direttore Generale per i Sistemi Informativi e Statistici, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Smart Road – ha esordito Nobile – significa definire un sottosistema della strada che renda digitalmente più agevole la circolazione e, dunque, la sicurezza. In questo ambito è necessario dotarsi di standard regolatori ben definiti (in tal senso uno strumento come il Decreto Smart Road è di rilevanza strategica) e promuovere l’interoperabilità tra tutti gli attori della filiera”.
Si è discusso, inoltre, dei nuovi business model abilitati da questi cambiamenti e di come mutano le abitudini dei driver e la driving experience. Sempre più, infatti, la mobilità sta diventando integrata, spostandosi in ottica MAAS – Mobility As A Service – una sorta di mobilità “on demand” dove si accede al servizio qualora ne venga avvertita la necessità e all’insegna di integrazione e interoperabilità tra i diversi servizi di mobilità. A tal riguardo rilevanti sono state le testimonianze di Renzo Iorio, CEO, Nugo (Gruppo Ferrovie dello Stato) che ha raccontato delle iniziative di Ferrovie dello Stato per facilitare la customer journey del viaggiatore e di Francesco Golia, Sales Manager, Moovitsecondo cui <<i Big Data rappresentano un valido supporto per prendere decisioni in termini di politica e mobilità>>. L’analisi dei dati permette, inoltre, di identificare le aree di domanda e di ottimizzare le offerte di servizio pubblico.
Persiste, tuttavia, il nodo sulla sicurezza, aspetto emerso anche dal sondaggio «Guidare l’Auto del Futuro», svolto a maggio 2019 da The Innovation Group e secondo cui, con riferimento alla condivisione dei dati generati dalle auto connesse, a preoccupare “moltissimo” più della metà del campione (55%) è la possibilità di divulgare i dati personali e di accedere/interferire dall’esterno con la guida.
L’esperienza di Milano: sul palco Marco Granelli
Tra i diversi speaker intervenuti anche Marco Granelli, Assessore a Mobilità e Ambiente del Comune di Milano, che ha descritto i progetti messi in campo dal Comune di Milano per limitare il più possibile l’utilizzo delle auto private, promuovendo la shared mobility. A tal proposito il Comune di Milano ha lanciato di recente il primo servizio di car pooling che, attraverso l’iscrizione ad un’app, permetterà agli utenti di individuare persone con cui condividere il proprio viaggio: per incentivarne l’utilizzo il Comune ha previsto di mettere a disposizione 48 posti auto dedicati.
“Oggi – esordisce Granelli – la strategia vincente è promuovere il cambiamento. Stiamo lavorando per fare in modo che il cittadino utilizzi più forme di sharing e micromobilità, perché la gestione del traffico e la riduzione dell’inquinamento da auto saranno le principali sfide da vincere”.
A tal riguardo il Comune di Milano sta svolgendo diverse sperimentazioni per utilizzare al meglio le zone 30 e i percorsi ciclabili, oltre che sviluppare progetti nell’ambito della mobilità integrata (ad esempio, abbinando l’utilizzo del trasporto pubblico allo sharing). Nell’ambito della mobilità elettrica, il Comune di Milano sta lavorando molto sulle infrastrutture: stiamo implementando la rete dei punti di ricarica e si sta incentivando la diffusione di autobus elettrici (allo stato attuale 50).
Tuttavia, perché queste iniziative possano essere di successo è necessario adottare approcci condivisi tra tutti gli attori coinvolti, lavorare sulle infrastrutture e, soprattutto, promuovere partenariati pubblico-privati. Bisogna comunque far comprendere che sono necessari approcci regolatori più innovativi.
[1] Fonte: https://www.alliedmarketresearch.com/connected-car-market
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