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“Mission 5G”: “gara” tra le maggiori potenze mondiali

Al via la corsa al 5G, la tecnologia di quinta generazione che potrebbe segnare l’inizio di una nuova “era” sempre più smart e iperconnessa.

È iniziata la corsa al 5G, il nuovo standard per la comunicazione mobile che promette velocità da 100 a 1000 volte superiori a quelle 4G, assicurando a tutti i dispositivi prestazioni elevate nonché interazioni con applicazioni IoT, per inaugurare una nuova stagione di “iperconnessione” e consentire comunicazioni più efficienti, all’insegna di una sempre più stretta convergenza tra reti fisse e mobili.

La prossima generazione di connessione mobile è già candidata, dunque, a generare uno dei cambiamenti tecnologici più grandi di sempre, destinata ad impattare profondamente su tutti i settori industriali e ad avere conseguenze significative su tutta l’economia mondiale: secondo stime, entro il 2035, il 5G genererà nel mondo affari dal valore di 12 trilioni di dollari e per gli operatori si prevede, entro il 2026, una crescita dei ricavi del 36%.

Non sorprende, dunque, se tutto il mondo si stia dando da fare per prepararsi a quella che si prospetta come una “rivoluzione”, così da affrontarla al meglio.

E’ in atto, infatti, una vera e propria corsa all’implementazione del nuovo standard cui stanno partecipando operatori e governi di Usa, Europa, Asia, nella consapevolezza che le prossime sfide tecnologiche saranno dettate dal nuovo paradigma, che sarà in grado di influenzare anche le scelte politico-economiche dei diversi Paesi: l’Europa lo considera uno degli strumenti principali per riconquistare la perduta posizione di leadership, mentre, Stati Uniti e Cina, dall’altra parte, ne hanno fatto il motivo principale della war tech.

Il debutto mondiale del 5G è previsto per il 2022, ma la sfida è già iniziata e vede come protagoniste le principali economie mondiali impegnate nelle assegnazioni delle aste di frequenze. Al momento una posizione di vantaggio spetta agli Stai Uniti (dove sono già in corso sperimentazioni di reti 5G) e alla Cina (dove il 5G è di cruciale importanza per le aziende e per l’ambizione cinese di ottenere la leadership nell’ambito dell’intelligenza artificiale). In posizione più “marginale” l’Europa, dove i governi, con tempistiche diverse, sono alle prese con le aste per le frequenze: in testa Germania, dove grazie all’azienda a Deutsche Telekom, sono state installate le prime antenne.

Anche in Italia, uno dei Paesi più controversi per la dotazione di frequenze, sono state avviate sperimentazioni; l’operazione è stata voluta dal Mise che ha messo a disposizione diverse frequenze per test aperti a Tlc, università e centri di ricerca.

Tuttavia, quello che è stato definito il “the next big thing” non è del tutto privo di rischi: secondo Enisa – Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione- le future reti mobili potrebbero comportare rischi medio-alti di cyber-attacchi.