The Innovation Group ha organizzato il “Digital Investment Management”, primo workshop del Banking Program 2019, un evento nato con l’obiettivo di creare un solido dibattito attorno ai cambiamenti che stanno impattando l’industria finanziaria italiana, primo fra tutti l’introduzione della nuova normativa Mifid 2, allo scopo di evidenziarne i limiti e le potenzialità.
Lo scorso 27 febbraio si è tenuto il Digital Investment Management, primo workshop del Banking Program 2019, evento organizzato da The Innovation Group con l’obiettivo di promuovere un dialogo e un confronto sui cambiamenti che stanno impattando il mondo dei servizi finanziari e bancari. La tavola rotonda, mediata da Francesco D’Arco, Direttore Responsabile ADVISOR e AP ADVISOR PRIVATE ed Ezio Viola, AD The Innovation Group, ha visto la partecipazione di relatori dalla rinomata esperienza, operanti nell’ambito del wealth e dell’asset management: Credit Suisse, Banca Generali, UniCredit, BPER, Fideuram Investimenti, solo per citare alcune delle principali realtà coinvolte.
Il file rouge che ha accompagnato la discussione è stata la Mifid 2, la nuova normativa sulla cost trasparency entrata in vigore un anno fa: quali impatti ha avuto? Cosa è cambiato a un anno dalla sua introduzione? Quale percezione ne hanno gli stakeholder? Evoluzione o tempesta perfetta?
Durante l’evento sono emerse, infatti, posizioni differenti circa i suoi impatti e potenzialità sul mercato degli asset finanziari, con chi ritiene che possa deteriorare le interazioni con i clienti e aumentare la complessità degli impianti di product governance e chi (soprattutto gli Asset Manager) la considera un cambiamento dalle grandi opportunità. Ad ogni modo, ciò su cui tutti i relatori hanno convenuto, è stata la relazione tra l’introduzione della Mifid 2 e il contesto in cui questa è andata ad inserirsi, specialmente considerato il momento particolarmente complesso per il mercato finanziario (soprattutto per quello italiano), caratterizzato da andamenti non particolarmente positivi e da prospettive economiche non del tutto favorevoli.
Quali indicazioni, dunque, per l’industria del risparmio gestito?
Senz’altro sia gli Asset Manager che i distributori dovranno accelerare il proprio percorso verso il cambiamento, cercando di individuare le strategie più adatte per competere in un mercato sempre più mutevole, caratterizzato da una sempre più massiccia presenza di competitor con modelli disruptive e che pone, dunque, i suoi player dinanzi a molteplici sfide.
Per gli stakeholder sarebbe, inoltre, opportuno segmentare la value proposition in base alla propria clientela, nonché promuovere all’interno dei propri servizi un utilizzo efficace della tecnologia, soprattutto in un’ottica di evoluzione e digitalizzazione della Customer Experience. Tra le raccomandazioni per il futuro nel dibattito si è, infine, evidenziata la necessità di un’evoluzione del modello organizzativo, che potrà avvenire in tre modi: fortificando la catena manageriale (sviluppando percorsi collaborativi e cooperativi di integrazione orizzontale), creando attività e progetti di sviluppo professionale differenziati per capacità e attitudine dei collaboratori, promuovendo modalità relazionali di interazione e comunicazione con i clienti one-to-many e non più one-to-one (finora prevalenti).
I temi oggetto della tavola rotonda saranno, poi, ripresi e approfonditi nel secondo workshop del Banking Program 2019 “Open banking – E’ questo il futuro delle banche?” che si terrà a cura di The Innovation Group il prossimo 15 maggio.