N. Ottobre 2017
a cura di Camilla Bellini
Senior Analyst, The Innovation Group
Ogni anno The Innovation Group presenta la propria visione e i trend del mercato digitale italiano: non è tanto un esercizio di stile, la “produzione” di numeri più o meno allineati ad altre fonti ed analisti; piuttosto, è la scelta di costruire, attraverso i numeri e a partire dall’Italia e dalle sue peculiarità, un quadro dello stato e delle previsioni della diffusione delle tecnologie digitali nel paese, in grado di trasmettere lo “spirito” del nostro mercato, gli orientamenti e le prospettive. È in quest’ottica che già negli anni passati abbiamo cominciato a “giocare” con la tassonomia stessa del digitale, separando il “vecchio” dal “nuovo”, creando il mercato di quelle che abbiamo chiamato le Nuove Tecnologie Digitali (o, in inglese, NDT- New Digital Technology), separate e, in un certo senso, contrapposte alle tradizionali tecnologie ICT.
È così che abbiamo scoperto che, anche negli anni (passati) in cui il mercato complessivo registrava trend negativi anno su anno, non tutto era in calo: è negli anni della crisi che in Italia ha cominciato a crescere l’”anima nuova” del mercato digitale, con voci come ad esempio il cloud, gli analytics e la mobility che crescevano anno dopo anno. Da allora abbiamo cominciato a misurare entrambi i mercati, evidenziandone i trend di “cannibalizzazione” e il passaggio più o meno rapido da un modello tradizionale di informatica ad un processo di trasformazione digitale.
A questo riguardo, otto mesi fa, ad inizio 2017, avevamo stimato il mercato ICT e NDT pari a 54,8 miliardi di Euro (nello scenario più pessimistico) con la possibilità di un incremento potenziale del mercato pari a 1,6 miliardi, nel caso in cui si fossero manifestati appieno alcuni driver di crescita (da Industria 4.0 alla banda ultralarga): in altre parole, era stata prevista, alla peggio, una crescita del +1,7%, contro un potenziale del +4,7%.
Figura. Il mercato digitale: ICT tradizionale e New Digital Technology
Fonte: TIG 2017
Queste stime a metà anno sono d’altra parte state riviste al ribasso, a causa soprattutto di un generale rallentamento nella fase di attuazione di alcuni dei driver già sopra citati: in particolare, lo spostamento nella seconda metà dell’anno degli effetti di industria 4.0 che, nonostante abbia avuto impatti soprattutto nell’ambito delle macchine utensili, si propone comunque di incentivare la spesa in tecnologie digitali ad esse connesse. Inoltre, le nuove stime scontano l’effetto di un previsto rallentamento nella spesa per smartphone e smart connected device. A distanza di otto mesi è quindi ora prevista una crescita complessiva del mercato ICT tradizionale e NDT del +1,2% (con una perdita di 0,5 punti percentuali rispetto alle previsioni precedenti), con un intervallo di crescita potenziale pari a 1,3 miliardi (300 milioni in meno). Crescita che in chiusura di anno dovrebbe venir confermata, dove però resta ancora incerto l’impatto delle policy a favore della digitalizzazione a livello paese e le prospettive di crescita dei nuovi prodotti digitali (primo tra tutti l’uscita dei nuovi modelli di smartphone).
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