Il tema dell’inflazione riguarda tutti noi per gli effetti sui prezzi, quindi anche le funzioni aziendali e fra queste l’It. L’aumento dei costi incide sulle decisioni da prendere e sulla definizione dei budget, che però devono fari i conti anche con i progetti di trasformazione digitale, le evoluzioni delle infrastrutture e la protezione dalle crescenti minacce cyber. Secondo l’opinione di analisti e integratori, l’agilità e l’adattabilità possono essere le chiavi di una gestione ottimale dei sistemi informativi in tempi turbolenti.

In questi ultimi anni, molte aziende hanno dato priorità alla digitalizzazione, destinandovi quote importanti di budget. Oggi però la crescente domanda di servizi It sta facendo aumentare i costi, sotto l’effetto di fattori come l’inflazione globale o l’espansione degli hyperscaler. I costi energetici o quelli delle risorse (interne o esterne che siano) hanno un’incidenza diretta sull’economicità dell’It, ma anche chi ha fatto la scelta del cloud deve confrontarsi con aumenti imposti anche dai grandi provider come Microsoft (11% annunciato nello scorso aprile) o Google (addirittura il 50% sullo storage).

Semplificando un po’, si può dire che oggi le spese tecnologiche possono dipendere da scelte architetturali o da imperativi dettati dalla cybersecurity. Per ragioni idealmente economiche, le imprese hanno optato in questi ultimi anni per l’adozione di metodologie agili e per la migrazione di dati e processi verso il cloud soprattutto pubblico. Tuttavia, se nel momento della decisione lo scenario poteva apparire conveniente, molti hanno dovuto constatare un aumento dei costi nel medio termine. Il motivo principale è che il volume dei dati trattati è andato aumentando in modo molto rapido, così come i comportamenti delle applicazioni e la gestione dei portafogli hanno bisogno di risorse informatiche in costante evoluzione.

La migrazione dei dati e dei workload verso il cloud pubblico, un’architettura ibrida o multicloud può rivelarsi una soluzione anche economica e sicura, a patto che sia associata a una trasformazione strategica. Quali sono le reali necessità di storage? Come conservare e per quanto i dati? Quali sono i costi di manutenzione? Come strutturare i dati e utilizzare i container? Come evitare la moltiplicazione dei dati e la loro ridondanza? Cosa portare in cloud e cosa lasciare in-house? La risposta a queste domande dovrebbe essere la base per definire una griglia di costi a breve, medio e lungo termine.

Le testimonianze che raccogliamo nei nostri eventi e nelle conversazioni con i Cio delle aziende fanno intendere che l’agilità, affiancata a una innovazione equilibrata, sono i fattori che meglio consentono di adattarsi anche alle fluttuazioni economiche. Per i Cio la questione centrale riguarda l’equilibrio fra bisogni e implementazione di un sistema efficace, la sicurezza informatica e la gestione dei costi. In un contesti di incertezza, appare preferibile privilegiare soluzioni che si basino sull’ architettura per stabilire un modello affidabile e duraturo, che possa essere controllato e ottimizzato.

Mantenere una prospettiva sull’intera strategia It implica anche identificare i partner giusti. Dato che le soluzioni It si evolvono rapidamente, è, ad esempio, difficile disporre di tutte le competenze internamente. Valorizzare professioni a valore aggiunto per l’azienda, come quelle dei data analyst piuttosto che internalizzare le competenze in ambienti container appare un approccio più strategico. Infine, va attentamente monitorata anche la dimensione contrattuale: se da un lato è opportuno privilegiare i fornitori che propongono accordi pluriennali con prezzi decrescenti, dall’altro è necessario restare vigili sulle condizioni di uscita per non ritrovarsi interamente legati a un unico player.