Nel mondo della mobilità, per sfruttare veramente la potenzialità dei Big Data sarebbe fondamentale creare un ecosistema in cui tutti gli stakeholder possano avere un ruolo attivo e si sentano giustamente coinvolti nel loro ruolo, al fine di poter sviluppare un soddisfacente modello di business. È quindi importante creare un dialogo tra tutti gli stakeholder, far incontrare il pubblico col privato e far dialogare la domanda con l’offerta.
In TTS Italia abbiamo cercato negli ultimi anni di fare tutto questo. Pur occupandoci di soluzioni tecnologiche, abbiamo molto chiaro che il fine ultimo sono i servizi ai cittadini. In particolare, nell’ambito dei trasporti, pensiamo a servizi che possano dare una risposta adeguata alla reale domanda di mobilità che oggi si sta così tanto trasformando, anche in seguito all’emergenza Covid, che ha accelerato il cambiamento di questa domanda.
Sapendo che lo scopo finale sono i servizi, in TTS Italia abbiamo puntato a supportare questo dialogo creando una piattaforma di enti locali, a cui hanno aderito negli anni molte città, regioni, città metropolitane, e dove appunto cerchiamo di creare un bacino per favorire questo dialogo.
Il tema dei dati è per noi sicuramente prioritario, tant’è che nelle proposte che abbiamo elaborato in quest’ultimo periodo (per quanto riguarda i progetti da finanziare con il Recovery Fund) abbiamo proposto in primis di impiegare questi fondi per la piena attuazione di un regolamento europeo (regolamento delegato 1926 del 2017), che chiede l’implementazione su tutto il territorio nazionale di servizi di informazione sulla mobilità multimodale, con l’invio di dati da parte di tutti gli operatori di mobilità e di tutti gli enti locali a quello che si chiama il National Access Point (che è stato identificato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel CISS).
Siamo ancora piuttosto indietro in questo processo per cui sicuramente servono dei fondi, in particolar modo perché tutti gli operatori di mobilità e tutti gli enti locali possano anche adottare soluzioni ITS per il rilevamento dei dati, e per acquisire piattaforme che il mercato mette a disposizione per l’elaborazione di questi dati per la business intelligence. Tra le priorità, che TTS Italia ha sottolineato proprio in questo ultimo periodo alle istituzioni, c’è sicuramente questa, ossia, l’attuazione del regolamento europeo e il pieno sfruttamento delle potenzialità dei dati per permettere la realizzazione di nuovi servizi.
Così si potrebbe aiutare ad innescare quell’ecosistema a cui facevo cenno prima e potrebbe essere un primo passo imprescindibile per andare verso un concetto di mobility-as-a-service che può rappresentare davvero la risposta alla nuova domanda di mobilità. In primis, fra gli strumenti indispensabili l’infomobilità, basata su un patrimonio di dati esistenti e anche implementabili e non ancora disponibili oggi a tutti i livelli. Pensiamo che la mobility-as-a-service sia il concetto da applicare per arrivare alla smart mobility, ossia, a quella componente così importante che nella smart city è la mobilità gestita in maniera intelligente. Su questo come TTS Italia abbiamo varato, agli inizi di quest’anno, un gruppo di lavoro che vede il coinvolgimento di moltissimi stakeholder e che entro fine anno metterà a disposizione come deliverable delle linee guida da inviare a tutte le istituzioni competenti.
Consapevoli che per realizzare la mobility-as-a-service è davvero necessario il coinvolgimento trasversale di diversi ministeri vorremmo entro fine anno rendere le linee guida disponibili alle istituzioni competenti, condividerle con loro, discuterne con loro per capire insieme quali sono tutte le condizioni abilitanti necessarie.
Con riferimento alla situazione che si osserva in questo momento in Italia, anche a valle dell’emergenza COVID, credo che ci sia stata un’importante reazione, necessaria, imprescindibile da parte di molte città in modo però abbastanza eterogeneo. Ci sono sicuramente città che hanno dimostrato di avere la capacità di reagire velocemente a questa emergenza, proprio perché avevano già un elevato livello di digitalizzazione: chi aveva lavorato negli anni facendo investimenti in digitalizzazione nell’ambito dei trasporti, in tecnologie ITS, ha avuto la possibilità di reagire più velocemente a questa emergenza, mentre in altri casi ci sono state molte difficoltà. In questo momento, l’azione a monte da fare per evitare problemi è chiaramente quella della gestione della domanda di mobilità, anche tramite un uso estensivo e strutturale dello smart working, che contribuisce molto a smussare quei picchi di domanda di mobilità che poi mettono in crisi le città, il TPL e creano le congestioni.