Quali gli effetti del Covid-19 per asset e wealth manager? La discussione è stata oggetto del Digital Investment Management di The Innovation Group, primo workshop del Banking Program 2020. L’emergenza epidemiologica ha, di fatto, accelerato un processo già (in parte) in corso: quali ulteriori cambiamenti dobbiamo attenderci per il futuro?
Si è tenuto lo scorso 4 maggio il Digital Investment Management, primo workshop del Banking Program 2020. L’appuntamento, giunto alla sua terza edizione, quest’anno si è proposto di comprendere le modalità con cui il settore del risparmio gestito sta affrontando gli effetti che l’attuale crisi sanitaria sta avendo sull’economia e sui mercati. Come, infatti, riportato da Maurizio Primanni, Presidente & Founder Excellence Consulting, la crisi che stiamo vivendo rappresenta un vero e proprio game changer, in grado di ridefinire completamente le dinamiche dei mercati finanziari e dell’economia reale.
Secondo Primanni, inoltre, il futuro sarà del tutto incerto: il nostro sistema capitalistico, già in forte cambiamento, si trova adesso a dover affrontare una nuova “rivoluzione”. L’auspicio è il ritorno ad un’economia più regolamentata.
La situazione che stiamo vivendo porterà a molti elementi di novità, un tema condiviso anche da Francesco Piraino, Head of Business Development, Nordea Investment Funds, secondo cui, appunto, in seguito all’emergenza verranno introdotti nuovi metodi sia di comunicazione che di gestione dei portafogli.
Va, inoltre, tenuto conto delle necessità del cliente, a cui sempre più bisognerà adeguarsi, individuando nuove modalità di interazione a distanza. La crisi – ha affermato Riccardo Negro, Head of Business Development e COO, Fideuram Investimenti – ha privilegiato i canali di comunicazione digitali, soprattutto quelli mobile. Al riguardo è intervenuta anche Sheila Zanchi, Head of Strategic Marketing and Products, Amundi secondo cui bisogna partire dal cambiamento delle abitudini dei consumatori per modificare i modelli di business finora in vigore: dal cliente emerge un bisogno sempre più forte di diventare “digitale”; nell’era post Covid saranno richiesti servizi di maggiore qualità.
Non va dimenticato, del resto, che sviluppare comportamenti digitali e lavorare sui canali online offre l’opportunità di acquisire dati sui clienti oltre che sui loro comportamenti. Gli analytics potrebbero diventare una delle principali strategie per gli asset manager: se si lavora su analytics in modo efficace si riesce anche ad effettuare politiche di differenziazione rispetto alle esigenze dei distributori. Per tali ragioni il dato deve essere al centro dei processi di produzione degli asset manager, ha affermato Riccardo Lamanna, Head of Global Exchange EMEA, State Street. Infine, anche per Carmelo Lauro, Sales Manager, SimCorp, la tecnologia e il supporto digitale stanno permettendo agli asset manager di rispondere con tempestività alle sfide di questo momento, permettendo di essere vicini al cliente.
Il punto di vista dei wealth manager
Se, quindi, per gli asset manager la crisi che stiamo vivendo ha accelerato un processo (quello della digitalizzazione nella relazione con il cliente) già in parte avviato, portando, secondo la maggior parte degli speaker intervenuti, ad un punto di non ritorno, il parere di Tommaso Gragnolati, Head of Investment Advisory, Deutsche Bank è differente. Per Gragnolati, infatti, il core business della consulenza è un approccio che deve rimanere fisico e che tornerà ad essere tale quando la situazione sarà rientrata.
Ad ogni modo, nella maggior parte degli intervenuti è emersa la necessità, per i consulenti, di modificare l’approccio con i propri clienti. La problematica, in realtà, era emersa già prima dell’emergenza epidemiologica, soprattutto considerando che nei prossimi anni sempre più si avrà a che fare con clienti nativi digitali, la new generation. È ciò che Mauro Massironi, Head of Sales, Azimut Wealth Management ha definito il “digital behaviour” del consulente. Infine, Marco Bernardi, Vice Direttore Generale, Banca Generali ha affermato che l’impatto della crisi attuale inevitabilmente modificherà la relazione con i clienti, rendendo per i consulenti necessario trovare delle modalità che permettano loro di lavorare in modo più veloce, semplice e sicuro. Necessario sarà per i wealth manager ricevere un maggior supporto formativo.
L’importanza dell’alternative e del sustainability
Un tema condiviso sia dagli asset sia dai wealth manager è stata l’importanza strategica degli investimenti sostenibili e alternativi, considerati rilevanti soprattutto in mercati volatili.
Dalla conference è, infatti, emerso come la tematica della sostenibilità, oggi sempre più discussa e apprezzata, porterà alla nascita di nuove filiere produttive che renderanno necessario ripensare a interi processi produttivi. Ciò indurrà le aziende ad assumere atteggiamenti virtuosi: ESG sarà sempre più un sinonimo di performance. Per il futuro, infatti, ci si aspetta l’introduzione dei fattori ESG in tutte le valutazioni delle aziende e degli investimenti: se prima gli approcci a investimenti responsabili rappresentavano un elemento di esclusione, adesso, nella nuova era Covid-19, svolgeranno un ruolo cruciale nell’industria del risparmio gestito.