A colloquio con Alberto Biasuzzi, IS Domain Leader Operations Sud Europa di Danone, per capire quali sviluppi stiano assecondando l’innovazione dell’azienda.

Mutuando la definizione dall’iniziale boom del mondo mobile, molti studi hanno parlato di quella che stiamo vivendo come l’epoca della application economy. Lo sviluppo del software, che sia totalmente gestito all’interno delle aziende oppure affidato in tutto o in parte a specialisti esterni, riveste un ruolo determinante per l’evoluzione del business delle aziende. Nel corso della storia informatica, ogni passaggio evolutivo ha seguito un percorso naturale, segnando un miglioramento progressivo rispetto a ciò che c’era prima e generando significativi aumenti di produttività. Oggi siamo di fronte a un nuovo step, legato all’affermazione di metodologie Agile, concetti come DevOps e logiche come quelle dei container e dei microservizi, che rendono possibili lo sviluppo e le integrazioni continue ovvero la risposta più naturale alle esigenze di velocità e innovazione connesse ai processi di trasformazione digitale.

Per capire come queste dinamiche si innestano in una grande multinazionale come Danone, ci siamo intrattenuti con Alberto Biasuzzi, IS Domain Leader Operations Sud Europa.

Quali sono oggi le aree applicative che meglio definiscono i processi di trasformazione digitale in atto nella vostra azienda?

A livello italiano non disponiamo di siti produttivi, quindi gli ambiti più significativi di innovazione sono collegati alle relazioni con clienti, consumatori e partner strategici. L’emergenza sanitaria di questo 2020 ha poi generato un impatto rilevante anche sui processi interni, in particolar modo sulla comunicazione e le modalità di lavoro e collaborazione, ma anche su processi volti ad aumentare l’efficienza e ridurre i passaggi rispetto ai modelli tradizionali. Se spostiamo il raggio d’azione al Sud Europa, stiamo accelerando molto nella digitalizzazione dei siti produttivi, rendendo concreto il paradigma Industria 4.0. Importante è anche l’area della collaborazione con i partner logistici, destinata a diventare ancora più digitale di quanto già non fosse fino a poco tempo fa, con l’obiettivo dell’eliminazione totale della carta e dell’aumento della tracciabilità dei prodotti, a vantaggio anche dei consumatori.

Quali sono le priorità che guidano i processi di sviluppo?

Negli ultimi mesi è cresciuta notevolmente l’attenzione verso la sicurezza, mentre in un passato ancora recente la priorità numero uno era il time-to-market. Per diverso tempo, ci siamo preoccupati soprattutto di essere veloci e subito corretti, quindi senza fare errori nell’esecuzione dei progetti. Oggi, invece, ci stiamo occupando di più di sicurezza nei confronti dei clienti, dei consumatori e dei partner, ovviamente in combinazione con una velocità di rilascio sempre fondamentale.

Come sfruttate modelli come DevOps a supporto della trasformazione in corso?

Nel mondo del marketing, il peso del digitale è ormai fondamentale in diverse direzioni. Qui l’adozione del modello DevOps è già un dato di fatto. Ci sono laboratori, all’interno del gruppo, che hanno già consegnato applicazioni in uso anche in altri ambiti, come per esempio la semplificazione delle attività di customer service, per avere a disposizione cruscotti utili per fare sintesi e azioni più mirate. Stiamo lavorando anche nel mondo delle applicazioni commerciali, per esempio nella raccolta ordini o sul punto vendita, con trasmissione di immagini dei prodotti e qualche sperimentazione di realtà aumentata.

Quali saranno gli sviluppi a breve e medio termine?

Sicuramente sono attese evoluzioni sul fronte dell’e-commerce, mentre sul fronte più operativo prevediamo di intervenire sulla logistica, in particolare nel percorso fabbrica-magazzino e in quello magazzino-consumatore. In prospettiva, sfruttando anche nuove tecnologie ora in fase di studio, vorremmo arrivare al punto di servire il nostro cliente nel momento in cui lo chiede e dove lo chiede.