Potenziamento delle infrastrutture, riduzione del digital divide, green economy ed introduzione delle tecnologie emergenti a sostegno delle persone: sono queste le principali aree innovative in cui verranno investite le risorse previste dal Recovery Fund. Ma l’Italia perde posizione nell’ambito della digitalizzazione dei servizi pubblici. Microsoft pubblica i dati relativi all’ultimo trimestre fiscale mentre Gartner stima per il 2020 un calo del 7,3% della spesa IT.
[DIGITAL ITALY]
Telemedicina, grazie sia alla reti in fibra ottica sia a quelle 5G; espandere la rete ultrabroadband e quella mobile di quinta generazione; rafforzare l’industria dei dispositivi medici; promuovere la didattica a distanza con tutte le scuole statali connesse fino a 1 Gigabit/s ed ogni studente dotato di Pc o tablet per seguire le lezioni online; supportare la Pubblica Amministrazione verso la digitalizzazione; favorire lo sviluppo dell’economia green e l’introduzione delle tecnologie emergenti (intelligenza artificiale e blockchain) al servizio delle persone. Sono questi i settori principali dell’innovazione tecnologica su cui l’Italia può investire una parte significativa dei 209 miliardi che può spendere grazie all’accordo sul Recovery Fund e il Bilancio Ue 2021-2027.
In totale il piano straordinario per la ripresa dell’Europa è da 750 miliardi (il 28%, la somma maggiore, destinata all’Italia giustificata anche dalle previsioni disastrose sull’andamento dell’economia del nostro Paese che prevedono una riduzione del 12% del PIL per l’anno in corso).
G20: Patuanelli a riunione ministeriale della Task force su economia digitale
Il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha rappresentato l’Italia nel corso della riunione ministeriale della Task force sull’economia digitale del G20.
Nel corso del suo intervento il Ministro ha sottolineato «l’importanza della digitalizzazione per fronteggiare l’emergenza Covid e rendere più resiliente il sistema economico, che attraversa una fase di transizione tecnologica. La digitalizzazione e la sostenibilità ambientale rappresentano, infatti, potenti volani per una crescita sostenibile. Di questo nuovo paradigma devono essere consapevoli sia il settore pubblico sia quello privato, poiché abbiamo bisogno di investimenti nelle nuove tecnologie e nelle competenze umane. Dobbiamo quindi colmare rapidamente il divario digitale. La digitalizzazione – ha continuato il Ministro – è oggi al cuore di una politica industriale moderna, soprattutto per promuovere le PMI. Per queste ragioni la digitalizzazione dell’industria, anche nella prospettiva della transizione verde, sarà uno dei pilastri della Presidenza italiana il prossimo anno».
Diminuisce il livello di digitalizzazione dei servizi pubblici italiani
Il 10 luglio scorso è stata presentata l’ultima edizione dell’E-Government Survey delle Nazioni Unite in cui viene fornito un confronto sul livello di digitalizzazione dei servizi pubblici dei 193 paesi membri delle Nazioni Unite. Dall’analisi è emerso come l’Italia, rispetto al rapporto relativo al 2018, abbia perso 13 posizioni passando da 24esima a 37esima. Nel dettaglio il sistema di valutazione è basato sull’E-Government Development Index (EGDI), indice composto da tre indicatori: 1) il grado di connettività e di infrastrutture TLC; 2) l’indice dei servizi erogati in rete dalle pubbliche amministrazioni; 3) il grado di istruzione del capitale umano.
In Italia la decelerazione è relativa sia alla parte di connettività e infrastrutture TLC (ambiti in cui il Paese è 22esimo rispetto agli altri paesi europei, posizionandosi dopo il Portogallo e prima della Slovenia) sia con riferimento al capitale umano e al livello di istruzione (20esima). Infine, in relazione alla parte specifica di servizi digitali per le pubbliche amministrazioni, il nostro Paese si posiziona in 14esima posizione su 27 stati UE.
[L’IMPATTO DEL COVID-19 SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO]
Consob: la pandemia dà sprint al fintech. Ma c’è il rischio esclusione digitale
La pandemia promuove l’accelerazione del fintech. A dirlo è il report “La crisi Covid-19 – Impatti e rischi per il sistema finanziario italiano in una prospettiva comparata” a cura della Consob in cui viene evidenziato come l’emergenza sanitaria, oltre a incidere pesantemente sulla crescita economica dei paesi coinvolti, stia innescando processi di trasformazione radicale del contesto socio-economico di riferimento.
Il lockdown prima e la propensione a mantenere volontariamente forme di distanziamento sociale poi – si legge nel report – potrebbero favorire una rapida evoluzione del fenomeno fintech sia dal lato dell’offerta sia dal lato della domanda. Inoltre – prosegue –banche e operatori dei mercati finanziari, in grado di rimodulare e adeguare i propri modelli di business in modo efficiente e tempestivo alle nuove tendenze, potrebbero diventare i propulsori di profonde innovazioni dell’offerta di prodotti e servizi bancari e finanziari. Al tempo stesso, si potrebbe registrare una più rapida accettazione della tecnologia da parte degli utenti e una propensione crescente all’utilizzo di canali e piattaforme digitali.
L’altro processo che la pandemia potrebbe accelerare riguarda, inoltre, la transizione alla green economy e, parallelamente, lo sviluppo della finanza per la crescita sostenibile. Gli investimenti sostenibili e responsabili mostrano tassi di sviluppo importanti da alcuni anni, anche se rimangono ancora un comparto marginale.
[TRIMESTRALI E MERCATO IT]
Trimestrale Microsoft sorprende le attese, ricavi in crescita
Nell’ultima trimestrale, relativa al periodo fiscale conclusosi lo scorso 30 giugno, Microsoft ha registrato utili di 1,46 dollari per azione (superando le attese degli analisti, che prevedevano 1,34 dollari per azione). Le entrate sono ammontate a 38,03 miliardi (contro i 36,50 miliardi attesi dal mercato) mentre quelle complessive sono cresciute del 13% su base annua nel trimestre (nel trimestre precedente erano aumentate del 15%).
Con riferimento alle performance delle singole divisioni, il segmento Intelligent Cloud (che include il cloud pubblico di Azure, Windows Server, Sql Server, GitHub e servizi aziendali) ha registrato ricavi per 13,37 miliardi di dollari, in crescita del 17% su base annua (superiori anche in questo caso alle attese degli analisti, ferme a 13,11 miliardi di dollari). Nel dettaglio, la crescita delle entrate di Azure è rallentata al 47% (rispetto al 59% registrato nel trimestre precedente): pur non rilevando le entrate precise derivate da Azure, Microsoft ha affermato che il suo business nel cloud commerciale ha superato i 50 miliardi per l’anno fiscale.
La divisione Productivity and Business Processes unit (a cui fanno capo Office, Dynamics e LinkedIn) ha contribuito con 11,75 miliardi di entrate, in crescita del 6% ma al di sotto delle aspettative degli analisti (di 11,91 miliardi).
Le entrate di LinkedIn sono cresciute del 10%, la crescita più lenta dal 2016: le motivazioni vanno ricercate nella strutturale debolezza del mercato del lavoro durante la pandemia e del calo della spesa pubblicitaria.
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Gartner, per il mercato IT globale ripresa veloce nel 2021
Secondo Gartner nel 2020 si verificherà un calo del 7,3% della spesa IT rispetto al 2019 per un valore complessivo di 3,5mila miliardi di dollari. Tuttavia, se l’economia globale sembra destinata ad una lenta e faticosa ripresa nel tempo, lo stesso non può dirsi per il mercato IT, la cui spesa, nel 2021, subirà una ripresa rapida e agevole (già oggi i dati sembrano lievemente migliori rispetto alle previsioni di maggio).
In particolare, nel 2020 tutti i principali segmenti del mercato registrano un calo importante a doppia cifra salvo i comparti dei servizi (comunicazione -3,3% e servizi IT -6,8%) e del mercato del software aziendale per i quali sono previste perdite più contenute.
A performare meglio sono gli ambiti IT che durante il lockdown hanno assicurato la business continuity: tuttavia, nonostante il lavoro da casa abbia generato un picco temporaneo nell’acquisto dei dispositivi a supporto dello smart working, la spesa subirà comunque una contrazione prevista intorno al 16% e si prevede che l’impulso alla ripresa sarà comunque basso anche per l’anno prossimo.
In particolare, con riferimento al mercato dei PC è stimato per il prossimo anno un aumento del 2,4%: lo spaccato in dettaglio di questo segmento (che include desktop, notebook ma esclude i tablet) registra per il secondo trimestre del 2020 una crescita delle consegne del 2,8%, rispetto allo stesso trimestre del 2019, dopo il significativo calo del primo trimestre 2020, per le difficoltà registrate sulle supply chain.