LA SETTIMANA DIGITALE – LE STIME DI GARTNER, TURISMO DIGITALE E BITCOIN
La settimana digitale – Le stime di Gartner, turismo digitale e bitcoin

Secondo Gartner la crisi di semiconduttori accompagnerà il mercato IT fino al 2022 mentre riprendono a crescere le vendite di smartphone. Il parlamento de El Salvador ha approvato il disegno di legge del presidente Nayid Bukele, per legalizzare i bitcoin. Novità nell’ambito della PA italiana con il Decreto Semplificazioni e Governance PNRR e il Decreto Reclutamento.

***Trend, Numeri e Mercato***

La penuria di semiconduttori nella supply chain tecnologica mondiale ci farà compagnia ancora fino alla primavera del 2022. A dirlo è Gartner, allineandosi alle previsioni già fatte da grandi aziende del settore hardware, come Intel, Ibm e Samsung,  tutte accomunate dalla consapevolezza che le difficoltà di fornitura si prolungheranno fino al 2022. I motivi sono noti: lo shock della pandemia, nel marzo del 2020; la reazione a caldo dei produttori di Pc, smartphone e altri mercati hardware (che avevano ridotto la capacità produttiva temendo un crollo della domanda); le settimane di chiusura delle fabbriche; la crescita di domanda conseguente ai lockdown e alle esigenze di lavoro e didattica a distanza. Tutto questo ha causato, per categorie di prodotto come i Pc, problemi di approvvigionamento lungo la supply chain e un rialzo dei prezzi per l’utente finale.

A detta di Gartner, il mercato tornerà in equilibrio nel secondo trimestre del 2022. “La penuria dei semiconduttori”, ha commentato Kanishka Chauhan, principal research di Gartner, “nel 2021 avrà un forte impatto distruttivo sulla catena di fornitura e limiterà la produzione di molte tipologie di apparati elettronici. Le fonderie stanno alzando i prezzi dei wafer e di riflesso le aziende che vendono chip stanno incrementando i prezzi dei dispositivi”. 

Il 2021 è l’anno della ripartenza anche per gli smartphone. Le vendite di telefoni cellulari hanno ripreso a crescere con decisione, secondo i nuovi dati di Gartner: nel primo trimestre sono stati commercializzati 378 milioni di smartphone, il 26% in più rispetto ai volumi di gennaio-marzo 2020. L’incremento è tanto pronunciato anche perché nel primo trimestre dell’anno scorso le spedizioni erano calate del 12,5% per effetto, tra febbraio e marzo, dello stato di pandemia. Per tutto il 2020, poi, i consumatori avevano conservato una certa cautela nell’acquisto di nuovi telefoni, mentre di contro era cresciuta la domanda di Pc, più essenziali per lo smart working e per la didattica a distanza.

Samsung è al primo posto nel trimestre, con 76,6 milioni di unità commercializzate e una quota a volume del 18,4%. “Il lancio di smartphone di prezzo medio, come i modelli al di sotto dei 150 dollari, hanno gonfiato le vendite di Samsung a livello mondiale”, scrivono gli analisti di Gartner. “L’avvio della distribuzione dei telefoni flagship 5G ha contribuito alla crescita”.

Con il suo 15,5% di quota Apple scivola al secondo posto, dopo essere stata in testa alla classifica nel trimestre di ottobre-dicembre 2020. Ma questo non stupisce e non va interpretato come un segnale di crisi: tipicamente, i mesi finali dell’anno sono quelli più importanti per le vendite di iPhone. Il lancio autunnale dell’iPhone 12 aveva infatti contribuito al traguardo degli 80 milioni di melafonini venduti in un trimestre.

Nella classifica di Gartner seguono le cinesi Xiaomi (12,9% di market share), Oppo e Vivo, le cui vendite sono state favorite dalla crescente domanda di telefoni 5G e dalle difficoltà commerciali di Huawei ed LG (che ha recentemente annunciato l’uscita dal mercato della telefonia mobile). La grande assente dalla top-5 è certamente Huawei, ostacolata dalla prolungata battaglia dei dazi e dal blocco dell’import/export con gli Stati Uniti, ma d’altra parte la società si sta focalizzando su altri ambiti (come lo sviluppo software) proprio per limitare i danni del mercato smartphone.

***Banking, Finance & Fintech***

Il parlamento de El Salvador ha approvato il disegno di legge del presidente Nayid Bukele, per legalizzare i bitcoin. Lo Stato centroamericano è così diventato il primo paese al mondo che utilizzerà la criptovaluta come moneta legale. L’annuncio dell’approvazione della legge è importante. Nayib Bukele ha previsto la creazione di una partnership tra El Salvador e una società di “wallet” digitali: Strike. L’obiettivo è costruire una moderna infrastruttura finanziaria usando la tecnologia della criptovaluta regina.

Una recente ricerca di Colt Technology Services ha analizzato il modo in cui le aziende si stanno preparando alla prossima ondata di migrazione sul cloud. I risultati evidenziano l’esistenza di una forte domanda per soluzioni tecnologiche emergenti, con il 54% degli intervistati che cita “l’evoluzione tecnologica” come un fattore determinante per il proprio futuro. Nel corso della ricerca sono stati intervistati 400 dirigenti IT di aziende con oltre 500 dipendenti ed è stato chiesto loro quali fossero i progetti futuri riguardo la tecnologia cloud.

In particolare, dallo studio emerge che negli ultimi 12 mesi si è registrata un’impennata di progetti di migrazione sul cloud stimolata dal Covid: le organizzazioni sono ora pronte a portare la migrazione ad un livello successivo, ad accedere a soluzioni di nuova generazione per l’elaborazione e la connettività basati sul cloud. I budget a sostegno della prossima ondata di progetti cloud sono chiari segnali di una rinnovata attenzione al superamento delle barriere e al raggiungimento degli obiettivi. Circa il 33% degli intervistati sta risparmiando tra i € 290.000 e i € 579.000 per finanziare il prossimo passaggio al cloud. Viene inoltre riconosciuta, da parte delle aziende, l’importanza di creare giuste partnership per sviluppare e implementare soluzioni cloud. In particolare, vengono apprezzate le relazioni già collaudate con i fornitori di servizi di rete e cloud.

Mentre le tecnologie legacy si dimostrano sempre più inadatte ad affrontare le complesse sfide dell’era multi-cloud, le aziende sono alla ricerca di nuove soluzioni basate su cloud. In cima alla lista degli strumenti più richiesti si trova la tecnologia API (Application Programming Interface), citata dal 56% degli intervistati. Seguono l’Edge Computing (47%), l’AI (43%), la rete on-demand (40%), uCPE (34%) e SD WAN (32%). Lo studio mette in luce che il Customer Relationship Management (CRM) è in cima alla lista delle applicazioni per la prossima fase della migrazione al cloud. Migliorare la customer experience e trovare modi migliori per mappare la customer journey è sempre più importante per le aziende. Questo conferma l’intima connessione tra gli obiettivi per il cloud e il desiderio di migliorare l’esperienza del cliente attraverso una trasformazione efficace. Circa il 57% ha affermato che le applicazioni CRM sarebbero state al centro del prossimo progetto di migrazione sul cloud, mentre il 54% ha affermato di voler investire sull’ERP.

***Green & Circular Economy***

L’Italia potrebbe in futuro risparmiare fino a 8,7 megatonnellate di CO2 equivalente all’anno, pari a 60 milioni di voli da Londra a Berlino, attraverso il ricorso allo smart working. È quanto emerge da un nuovo studio di Carbon Trust, associazione non a scopo di lucro istituita nel 2001 per aiutare le Organizzazioni a ridurre il loro impatto ambientale, e commissionato dal Vodafone Institute for Society and Communication, il think-tank europeo del Gruppo Vodafone.

Lo studio calcola, inoltre, che in futuro circa 8,23 milioni di posti di lavoro in Italia (36%) potranno essere svolti da remoto e che le persone in media lavoreranno da casa circa due giorni alla settimana (1,9). Nel dettaglio, il report Homeworking – condotto in cinque Paesi europei (Repubblica Ceca, Germania, Italia, Spagna, Svezia) e Regno Unito – analizza la quantità di emissioni di carbonio risparmiate grazie al lavoro da remoto prima, durante e dopo la pandemia. Lo studio fornisce inoltre proiezioni sulla quantità di emissioni che sarà possibile risparmiare nel futuro post-emergenza con un impiego maggiore dello smart working rispetto al passato.

Il debutto della criptovaluta “green” Chia, arrivata nel 2018 ma divenuta più popolare negli ultimi mesi, avrebbe aumentato considerevolmente la domanda di hard disk in Europa, secondo una ricerca pubblicata da Context. A quanto si apprende, circa 200.000 hard disk da 10TB usualmente destinati all’uso professionale sarebbero stati venduti nel continente nel solo mese di aprile, con un aumento del 240% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Chia è stata fondata da Bram Cohen, co-fondatore di BitTorrent, e anziché utilizzare la proof of work, come Bitcoin, o la proof of stake, verso cui si sta muovendo Ethereum, utilizza per validare il network e le transazioni la proof of space and time. I cosiddetti “farmer” mettono quindi a disposizione i loro hard disk nel tentativo di ottenere Chia che viene scambiata a circa 440 euro. Un sistema che, tra l’altro, si pone l’obiettivo di consumare meno energia rispetto ad altri sistemi e di porsi come alternativa “verde”, in particolare rispetto alla proof of work di Bitcon.

***Digital Italy***

  • La Pubblica Amministrazione si trasforma con assunzioni e servizi

La Pubblica Amministrazione italiana si impegna nella trasformazione digitale, con nuove assunzioni e nuovi profili professionali, con nuovi servizi ai cittadini e con procedure più semplificate per i bandi di gara. Uno tsunami di novità, racchiuse nel Decreto Semplificazioni e Governance PNRR e nel Decreto Reclutamento (già ribattezzato dalla stampa come Decreto Brunetta, poiché voluto dal ministro della Pubblica Amministrazione, oltre che dalla ministra della giustizia Marta Cartabia). Misure che serviranno all’Italia per ricostruire il proprio tessuto economico dopo la crisi del covid-19, ma anche per recuperare terreno rispetto ai Paesi europei più digitalizzati, più snelli nella burocrazia, più vicini al cittadino. Tutti i dettagli qui.

Matteo Fici, responsabile Turismo di Assoprovider e cofondatore della piattaforma di Turismo Esperienziale, Tedtrip, è perentorio: “Italia.it ha raccolto una serie di fallimenti, documentati da una ricca stampa in proposito, con uno spreco di risorse pubbliche enorme. Questa esperienza ha dimostrato che non serve approfittare dello spirito nazionalistico del settore che ciclicamente riemerge, per creare un mostro pubblico.” Il riferimento è al portale pubblico italiano lanciato nel 2004 che ambiva a sostituire i portali turistici privati, al quale Assoprovider aveva subito manifestato la sua contrarietà. E dopo 16 anni Italia.it non ha prodotto i risultati sperati.

Oggi un’esperienza simile rischia di nascere con il progetto di Hub, un altro portale per il turismo nazionale che è stato presentato a Bruxelles all’interno del PNRR. Nella visione del Governo, l’Hub sarà un piattaforma web dedicata di turismo digitale. Il portale che sarà promosso da ENIT dovrebbe essere uno strumento a supporto degli operatori turistici di piccole e medie dimensioni nelle zone più arretrate del Paese. “Eppure, questi portali realizzati dal pubblico per creare e accrescere un mercato privato molto competitivo come quello del booking dei servizi turistici non hanno mai funzionato, vedi il progetto Italia.it del 2004. Il motivo è semplice da capire: il pubblico non ha le competenze imprenditoriali per lanciarlo e per farlo crescere”, conclude Matteo Fici.

NOTIZIA CORRELATA – GOOGLE PER IL TURISMO: ARRIVA IN ITALIA IL SERVIZIO DESTINATION INSIGHTS

Google ha annunciato il lancio di Destination Insights, strumento senza costi che permette di ottenere informazioni utili per esplorare come cambia la domanda turistica nel tempo e monitorare le tendenze di viaggio. In particolare, attraverso Destination Insights, gli imprenditori, le agenzie di viaggio e gli operatori del settore turistico potranno osservare l’andamento della domanda, per poter prendere decisioni di business e di marketing sulla base di informazioni e insight consultabili in tempo reale.