Delude la trimestrale Netflix: diminuiscono gli abbonati a causa della forte crescita nel 2020 e della minor offerta di contenuto; attesa crescita per il prossimo trimestre. Per Gartner il lockdown ha segnato il successo globale del cloud pubblico mentre in Italia continuano a diminuire gli accessi alla rete in rame a favore di quelli in fibra: lo rileva l’AGCOM.
***Osservatorio trimestrali***
Netflix delude le attese nell’ultimo trimestre: l’aumento degli abbonati ha frenato il passo più del previsto, dopo il balzo messo a segno nell’anno della pandemia. Nei primi tre mesi del 2021 gli utenti del colosso dello streaming sono cresciuti di 3,98 milioni rispetto ai 6,29 milioni previsti. Nel dopo mercato, il titolo, spesso volatile sull’onda dei risultati, ha ceduto oltre il 10 per cento. Anche se negli ultimi dodici mesi è tuttavia in rialzo del 26 per cento.
“Crediamo che l’incremento degli abbonati abbia subito una diminuzione a causa dell’accelerazione che era avvenuta nel 2020 e di una minor offerta di contenuto nella prima parte di quest’anno, legata a ritardi nella produzione davanti al Covid-19”, ha fatto sapere l’azienda californiana. La società fa i conti anche con un clima di sempre maggior concorrenza nello streaming, con l’avvento e la crescita di nuovi protagonisti nell’ultimo periodo, da Disney+ a Hbo Max.
Netflix ha aggiunto di prevedere una ripresa nella seconda metà del 2021, con il ritorno di serie di successo capaci di attirare nuova audience. Quest’anno ha, inoltre, previsto di spendere oltre 17 miliardi di dollari in nuovo contenuti, più dei circa 12 miliardi dell’anno scorso.
Lo “stay-at-home” forzato dalla pandemia ha spinto le vendite di sensori di allarme, robot aspirapolvere ed elettrodomestici smart per la cucina e il 52% dei consumatori italiani è convinto che nei prossimi 2-3 anni le tecnologie digitali avranno un impatto positivo sulla propria casa.
La pandemia da COVID-19 ha portato a una accelerazione della digitalizzazione dei consumatori, anche per quanto riguarda il modo di vivere la casa. Nel corso del 2020 GfK ha registrato un trend molto positivo per la Tecnologia di consumo e in particolare il segmento dei dispositivi smart per la casa è cresciuto del +24% per un controvalore pari a 28 miliardi di dollari nei 7 principali mercati europei (Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Paesi Bassi e Belgio).
All’interno di questo segmento, sono cresciute del 19% le vendite di prodotti Smart Entertainment & Office. Altri due settori in forte espansione sono il Piccolo Elettrodomestico smart e quello dei dispositivi connessi per la Salute e il benessere (come dispositivi per l’auto-diagnosi, fitness tracker, smartwatch sportivi ecc), segmenti che complessivamente sono cresciuti del 41% a livello europeo. Tra i prodotti che hanno registrato la crescita maggiore rientrano anche gli aspirapolvere connessi (+43%).Nel 2020 i consumatori hanno trascorso più tempo del solito in cucina e di conseguenza anche gli elettrodomestici connessi per la preparazione del cibo sono cresciuti del 71,5%.
Si prevede che la spesa globale per i servizi di cloud pubblico aumenterà del 23,1% nel 2021, raggiungendo un totale di 330,3 miliardi di dollari, rispetto ai 270 miliardi di dollari del 2020. A dirlo sono le nuove stime di Gartner secondo cui «la pandemia ha moltiplicato l’interesse dei CIO per il cloud consentendo di spostare i carichi di lavoro mission-critical da on-premise al cloud».
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Una piena adozione di soluzioni di cloud computing da parte delle aziende italiane potrebbe comportare un aumento di fatturato fino a 600 miliardi di euro, di cui oltre la metà a beneficio di piccole e medie imprese: è uno dei dati principali che emergono dal report dal titolo “Una strategia cloud per un’Italia più competitiva e sicura” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com).
Dallo studio emerge come il 30% del campione analizzato adotti questo tipo di tecnologie, in particolare il cloud pubblico, con un’incidenza maggiore nelle classi di ricavi al di sopra dei 10 milioni di euro. Se impiegato in maniera diffusa su tutto il territorio, potrebbe rappresentare un vero e proprio fattore abilitante della trasformazione digitale non solo dell’intero sistema produttivo italiano, ma anche della pubblica amministrazione. Nello specifico l’adozione del cloud computing potrebbe generare negli apparati pubblici italiani un impatto fino a oltre 1 miliardo di risparmi l’anno, grazie a minori spese energetiche e maggiore produttività del personale.
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Un cloud nazionale in sinergia con il progetto Gaia-X per tutelare la sovranità digitale e la sicurezza cibernetica dei dati della Pa. È l’obiettivo al centro della mozione del Movimento cinque stelle “in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l’utilizzo dei dati della Pubblica Amministrazione. Tutto quello che c’è da sapere.
Nel primo trimestre del 2021 il commercio digitale globale è cresciuto del 58% su base annua, ben al di sopra dei livelli pre-COVID (il tasso di crescita del primo trimestre 2020 era infatti solo del 17%), confermando come il fenomeno degli acquisti digitali sia ormai entrato nelle abitudini di acquisto dei consumatori. L’Italia riesce addirittura a fare meglio con una crescita del 78%, posizionandosi in questo modo al quarto posto tra i paesi con il maggior aumento percentuale dopo Canada, Olanda e Regno Unito. È quanto emerge dai dati relativi al primo trimestre del 2021 dello Shopping Index , il report trimestrale di Salesforce che racconta i trend dello shopping online attraverso i dati di oltre un miliardo di consumatori in tutto il mondo.
Con riferimento all’Italia emerge come la forte crescita degli acquisti da cellulare, passata dal 21% del trimestre precedente (Q4 2020) al 24% nel primo trimestre del 2021. La crescita del traffico generato da pc si è dimezzato, passando dal 40% dell’ultimo trimestre del 2020 al 20% nel primo trimestre 2021. Un dato che mostra comunque una forte crescita rispetto al primo trimestre 2020, quando il traffico generato da pc si attestava al 12%.
L’Italia è tuttavia tra i paesi con i tassi di conversione più bassi al mondo (1,1%) insieme a Giappone (1,2%) e Spagna (1%).
A fine dicembre 2020 gli accessi alla rete in rame sono scesi del 36,3% (con una flessione di 9,78 milioni di linee) rispetto all’83,4% registrato a dicembre 2016. È quanto è emerso dai dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni, diffusi dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).
Sono sensibilmente aumentati, invece, gli accessi tramite tecnologie qualitativamente superiori, in particolare quelle in tecnologia FTTC (+7,06 milioni di unità), FTTH (+1,38 milioni mila) e FWA (+0,69 milioni), una dinamica che si riflette in un aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzate: le linee con prestazioni superiori ai 30 Mbit/s in quattro anni sono passate infatti dal 15,0% al 67,2%, mentre le linee commercializzate con velocità pari o superiore ai 100 Mbit/s, hanno superato il 50% del totale. Gli accessi complessivi alla rete fissa sono cresciuti di oltre 140 mila unità rispetto al trimestre precedente, rimanendo sostanzialmente invariati (a poco più di 19,6 milioni) su base annua.
***Digital Italy***
Per quanto riguarda i distretti industriali dopo un calo di fatturato stimato pari al 12,2% nel 2020, per il 2021 è atteso un rimbalzo dei livelli produttivi, con un incremento dell’11,8%. Il recupero sarà parziale e lascerà il fatturato dell’aggregato distrettuale del 3% circa inferiore al livello del 2019. Pesano le difficoltà del Sistema moda e, più in generale, una prima parte dell’anno ancora penalizzata dalla pandemia. La reazione è significativa considerando che lo scorso anno il 25,2% delle imprese aveva avuto una marginalità negativa; circa la metà di queste imprese ha potuto contare sulla liquidità interna per appianare le perdite; le restanti hanno potuto attivare moratorie o finanziamenti garantiti a tassi agevolati. A dirlo è il 13°Rapporto Economia e Finanza dei Distretti Industriali 2020 di Intesa Sanpaolo che si pone l’obiettivo di rappresentare lo stato di salute dei distretti, evidenziando le criticità da superare, i fattori di resilienza su cui far leva e le priorità da affrontare per un rilancio economico duraturo e sostenibile.
Sul fronte del digitale, nei distretti già prima della pandemia era in crescita l’incidenza di ICT e R&S sul totale degli acquisti di beni e servizi, salita nel 2019 al 4,1% (dal 3,7% del 2016), grazie al traino della meccanica (7,1% vs 5,7% delle aree non distrettuali, il 25% in più). I processi di digitalizzazione hanno subito un’accelerazione nel 2020, soprattutto nel lavoro a distanza e nei distretti. Restano però ritardi in modo particolare tra le imprese più piccole.