Le GAFA pubblicano i dati trimestrali e vengono convocate dal Congresso USA. L’Italia si prepara ad individuare i migliori strumenti per gestire la ripartenza: tra le prime attività, regolamentazione e disciplina dello smart working e realizzazione dell’ e-commerce per le PMI.
[LE TRIMESTRALI]
Ricavi oltre le attese per i giganti della tecnologia
Le trimestrali di Facebook, Amazon, Apple e Alphabet registrano tutte un fatturato migliore delle previsioni. Il grande vincitore, tra i quattro colossi tecnologici, si conferma però la big company fondata da Jeff Bezos che deve proprio alla pandemia un’enorme impennata degli acquisti online.
PER APPROFONDIRE
Facebook: il business cresce, nonostante tutto
Il Q2 2020 si è chiuso per il gruppo di Menlo Park con il segno positivo, riportando entrate per 18,69 miliardi di dollari (rispetto ai 16,89 miliardi di un anno fa) e utile netto da 5,18 miliardi (più che raddoppiato da 2,17 miliardi).
Tuttavia sono diverse le incognite per i prossimi mesi, relative soprattutto al segmento del online advertising, core business dell’azienda e che, nel trimestre considerato, ha generato revenue pari a 18,32 miliardi di dollari, in crescita del 10% su base annua. In particolare, oltre agli effetti che la pandemia ha avuto sul mercato del digital advertising globale, si teme altresì una riduzione delle entrate pubblicitarie dovuta alle recenti attività di boicottaggio di cui l’azienda è stata vittima e in seguito alle quali diversi clienti hanno deciso di ritirare le inserzioni pubblicitarie aderendo alla campagna #StopHateForProfits.
Amazon fa il pieno durante il lockdown: utili trimestrali raddoppiati con un risultato record
Dalla pubblicazione dei risultati relativi al secondo trimestre fiscale dell’anno è emerso come il fatturato di Amazon sia aumentato del 40% su base annua, arrivando a 88,9 miliardi di dollari e riportando un utile netto trimestrale di 5,2 miliardi di dollari e un utile per azione da record di 10,3 dollari.
A incidere su tali risultati, i migliori di sempre, è stato in modo particolare il lockdown che ha favorito in maniera significativa gli acquisti online.
Bene anche il segmento Amazon AWS che riporta un fatturato di 10 miliardi di dollari, in crescita del 29% su base annua (un aumento per la prima volta inferiore alla soglia del 30%). In crescita del 29% anche i servizi in abbonamento che hanno generato un fatturato di 6,02 miliardi di dollari principalmente grazie ad Amazon Prime e i suoi 150 milioni di abbonati.
Trimestrale Alphabet: il COVID-19 fa calare il fatturato
Nel secondo trimestre del 2020 Alphabet raccoglie un fatturato di 38,3 miliardi di dollari, superando le previsioni degli analisti (ferme a 37,4 miliardi di dollari) ma in calo del 2% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Si rileva, inoltre, una diminuzione importante (-30%) dell’utile netto, che passa a 6,9 miliardi di dollari rispetto ai 9,9 miliardi di un anno fa.
A preoccupare è, inoltre, il calo, per il secondo trimestre consecutivo, delle entrate pubblicitarie, che riportano una flessione del 9% su base annua (30 miliardi di dollari di revenue). Bene Google Cloud che registra un fatturato in crescita con 3,01 miliardi di dollari (rispetto ai 2,1 miliardi dello scorso anno).
NOTIZIA CORRELATA – Google, nuovi strumenti per migliorare la privacy degli utenti nell’adv online
Google ha annunciato diversi aggiornamenti per migliorare la privacy degli utenti in relazione alla pubblicità online.
In particolare, le attività prevedono l’impiego di nuovi strumenti volti a fornire maggiori informazioni sulle inserzioni alle persone, come per esempio l’introduzione della funzione “About this ad” (che mostrerà il nome verificato dell’inserzionista di ogni annuncio) e di “Ads Transparency Spotlight” (funzione volta a fornire alle persone informazioni dettagliate su tutte le inserzioni da loro visualizzate sul web).
Il coronavirus non ferma Apple: boom di utili, l’iPhone meglio del previsto
Nonostante la pandemia Apple cresce. A dirlo sono i risultati del secondo trimestre 2020 che mostrano guadagni in tutte le categorie e le aree geografiche considerate. In particolare, la società di Cupertino ha registrato 59,69 miliardi di dollari di entrate e 2,58 dollari per azione (rispetto alle aspettative degli analisti di 52,25 miliardi di dollari e 2,04 dollari per azione); nelle contrattazioni after-hours il titolo è aumentato del 5%.
Analizzando le divisioni dell’azienda nel dettaglio, i dati mostrano come stiano continuando a crescere i segmenti “Servizi” (le cui vendite sono aumentate del 14,8% su base annua, raggiungendo i 13,16 miliardi di dollari) e “Wearable, Home and Accessories” (+16,7%, 6,45 miliardi di dollari). Positiva, inoltre, la performance degli iPhone (complice anche il lancio del nuovo modello iPhone SE avvenuto lo scorso aprile) le cui vendite hanno superato di oltre 4 miliardi le attese degli analisti e generato ricavi per 26,42 miliardi di dollari, un risultato ancora più interessante se si considera la chiusura degli store fisici. Inoltre, grazie soprattutto alla forte spinta di smart working ed e-learning, sono state positive anche le vendite di iPad (+31% su base annua, pari a 6,58 miliardi di dollari) e Mac (+22%, 7,08 miliardi di dollari).
I numeri uno di Amazon, Google, Facebook e Apple si sono presentati di fronte al Congresso federale degli Stati Uniti in cui è stata evidenziata la crescente preoccupazione dei legislatori nei confronti dei colossi del web Usa e della loro posizione semi-monopolistica (favorita anche dalla regolamentazione americana che avrebbe permesso alle imprese imputate di raccogliere e gestire in maniera sempre più pervasiva e poco chiara le informazioni personali di milioni di utenti). Sono stati, inoltre, affrontati i tema relativi alle strategie adottate per guadagnare posizioni di monopolio in ambiti quali la pubblicità digitale (Google) e l’e-commerce (Amazon); la concorrenza sleale e il trattamento illecito dei dati (Facebook) nonché l’abuso di posizione dominante (Apple).
PER APPROFONDIRE
– Trump, “Se il Congresso non porterà equità nelle Big Tech, lo farò io”
[LA RIPARTENZA DELL’ITALIA]
Il Libro Bianco dell’economia digitale: una piattaforma per il rilancio del Paese?
L’emergenza sanitaria come volano per il rilancio dell’economia, con l’obiettivo, però, di fornire nuove opportunità all’Italia e risorse utili ad ammodernare le infrastrutture per far fronte a shock come quelli appena vissuti. È quanto contenuto nel Libro Bianco presentato dal Centro Economia Digitale in cu vengono introdotte 85 proposte in tre diversi ambiti per cercare di costruire una guida unica, e coerente.
Interessante la proposta finale contenuta nello studio che consiste nell’allocare una parte significativa delle risorse previste dal Recovery Fund a favore di investimenti nell’alta tecnologia e in innovazioni digitali. A tale scopo nel Libro si suggerisce di destinare annualmente per il periodo 2021-2024 una quota di tali risorse pari all’1% del PIL, circa 17 miliardi all’anno per un totale di 68 miliardi di euro. Secondo le stime del CED, ciò produrrebbe un effetto moltiplicatore che produrrebbe un impatto complessivo sul PIL pari a più di 160 miliardi di euro.
Lavoro agile: Asstel e sindacati firmano le linee guida
Sottoscritto il Protocollo “Principi e Linee guida per il nuovo lavoro agile nella Filiera delle telecomunicazioni” da parte di Asstel, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.
Nel dettaglio i contenuti del Protocollo costituiscono un sistema organico di intese volte alla tutela della salute dei lavoratori, al miglioramento dei risultati aziendali e della qualità della vita delle persone, attraverso il ricorso a modelli organizzativi in grado di adattarsi alle esigenze del lavoro e dei lavoratori, valorizzando le professionalità e la produttività delle persone, al fine del continuo miglioramento della qualità del servizio reso. Il Protocollo tiene, inoltre, conto dell’impatto sulla sostenibilità ambientale che l’adozione di questa modalità di lavoro può avere nel tempo e conferma l’attenzione alla questione di genere e di gestione dei tempi di vita e di lavoro. Infine, particolare interesse è stato rivolto all’esercizio dei diritti sindacali: al riguardo le parti hanno convenuto sul fatto che il lavoro agile non modifichi il sistema di diritti e libertà sindacali, individuali e collettivi, riaffermando il ruolo della contrattazione collettiva nell’indirizzare e accompagnare le trasformazioni in atto nella filiera (fortemente impattata dall’innovazione tecnologica).
Accenture Security: nel post-Covid Smart working una delle aree più sensibili
Il ricorso massiccio allo smart working e alle tecnologie cloud ha trovato molte aziende impreparate a garantire lo spostamento delle attività da remoto in completa sicurezza. A dirlo è un report di Accenture Security secondo cui il lockdown ha creato un ambiente estremamente favorevole ai tentativi di hackeraggio, soprattutto per le seguenti motivazioni: 1) lo smart working è stato spesso implementato da parte delle aziende con assenza di strumenti di difesa adeguati e senza una concreta consapevolezza dei rischi; 2) la possibilità di utilizzare “esche” legate a parole chiave associate al coronavirus o ad eventi correlati, su cui gran parte della popolazione è ancora particolarmente sensibile; 3) un ambiente in cui le informazioni sulla pandemia confuse e spesso contraddittorie può favorire lo sviluppo di trappole digitali che imitano fonti affidabili.
Secondo Accenture, inoltre, da gennaio 2020, sono più di 16.000 i domini correlati al coronavirus che sono stati registrati: sebbene non tutti rappresentino una minaccia, molti di questi siti si sono rivelati a supporto di una vasta gamma di attività dannose, tra cui la raccolta di credenziali, la frode di carte e l’installazione di malware.
Rapporto Ice: export italiano ai livelli pre pandemia nel 2022
L’export italiano registra una brusca frenata a causa dell’emergenza Covid-19 che fa perdere tre anni al percorso di crescita delle esportazioni italiane (in precedenza in aumento dal 2010) per poi tornare ai livelli pre pandemia solo nel 2022. È quanto emerge dalla XXXIV edizione del Rapporto sul commercio estero realizzato dall’Agenzia Ice in collaborazione con Prometeia, Istat, Fondazione Masi, Università Bocconi e Politecnico di Milano.
Secondo le previsioni del rapporto, nel 2020 le esportazioni italiane subiranno una brusca frenata e chiuderanno l’anno in flessione del 12%, a prezzi costanti, per poi crescere del 7,4% nel 2021 e del 5,2% nel 2022. Lo studio mostra, inoltre, come il potenziale del made in Italy resterà comunque “inespresso” se non si saprà sfruttare al meglio la leva e-commerce. L’analisi mette, infatti, in mostra come «le vendite on line costituiscano un mercato che si rivolge a 1,45 miliardi di consumatori nel mondo e cresce a ritmi del 9% all’anno», dati che rendono «fondamentale l’accesso all’e-commerce soprattutto per le Pmi». Inoltre, «digitale, innovazione e sostenibilità sono le parole chiave per rivolgersi alle nuove generazioni di consumatori globali».