Conte mira alla costruzione di un’ Italia digitale e lo annuncia nel corso degli Stati Generali, l’Istat pubblica i dati sullo smart working in Italia mentre la commissione europea dà il via al roaming delle app di contact tracing.
Lo smart working nelle imprese: meno ricorso al lavoro agile nelle aziende più piccole
Prima del lockdown provocato dal coronavirus, il lavoro agile in Italia era svolto da una percentuale molto bassa di lavoratori e riguardava solo l’1,2% dei dipendenti delle aziende (di tutte le dimensioni). Con la quarantena il dato (per chi non ha interrotto l’attività) è salito all’8,8, con punte del 50% per settori come comunicazione e informazione e del 40% per attività tecniche e scientifiche. A riportarlo è il report dell’Istat «Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19» secondo cui la riorganizzazione di spazi e processi (23,2% delle imprese) e la modifica/ampliamento dei metodi di fornitura dei prodotti/servizi (13,6%) sono state le principali opzioni adottate per far fronte alla crisi.
Dallo studio emerge, inoltre, che nella prima fase dell’emergenza sanitaria (tra il 9 marzo e il 4 maggio) il 45,0% delle imprese con 3 e più addetti ha sospeso l’attività. Per il 38,3% (390 mila imprese) la decisione è stata presa a seguito del decreto del Governo mentre il 6,7% (68 mila) lo ha fatto di propria iniziativa.
A livello settoriale, sono soprattutto le imprese delle costruzioni e dei servizi ad aver sospeso l’attività: rispettivamente il 58,9% e il 53,3% rispetto al 36,0% dell’industria e al 30,3% del commercio. Inoltre, oltre il 70% delle imprese (che rappresentano il 73,7% dell’occupazione) dichiara una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: nel 41,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 27,1% si è ridotto tra il 10% e il 50% e nel 3% dei casi meno del 10%. Nell’8,9% delle imprese il valore è invece rimasto stabile.
Digitale, infrastrutture, sostenibilità: il piano di rilancio targato Conte in 9 punti
Digitale, infrastrutture, sostenibilità, competitività, sostegno alle filiere produttive, ma anche ricerca, inclusività, una PA più moderna, una giustizia al passo con i tempi. Sono nove i capitoli, 55 le voci, di “Progettiamo il rilancio”, il piano proposto dal premier Giuseppe Conte nel corso degli Stati generali.
Il particolare, il primo punto del progetto è dedicato al digitale. Si parte dal ”tutti connessi”, puntando su una rete nazionale unica in fibra ottica e sul 5G. Poi investimenti da una parte per rafforzare la cybersecurity e dall’altra per il digitale del Paese, dall’intelligenza artificiale alla robotica, ai servizi di cloud. E poi la promozione dei pagamenti digitali e il piano cashless. E, infine, superare il digital divide grazie a voucher per famiglie e imprese, alla rete unica per le cosiddette “aree bianche”, a Internet ultraveloce nelle aree rurali per sviluppare l’Agricoltura 4.0.
Coronavirus, boom per video streaming: crescita annua 14%
Alla luce delle trasformazioni in atto, l’inarrestabile sviluppo del video streaming potrebbe rendere il 2020 uno spartiacque nella trasformazione del panorama audiovisivo globale. Lo rileva ItMedia Consulting nel report “Video on Demand in Europe: 2020-2023 – Growing up in uncertain times”, in uscita il prossimo 30 giugno.
Trainati da Netflix e da Disney+, oltre che dall’esplosione dei servizi ad abbonamento Svod (Subscription Video On Demand), secondo ItMedia Consulting, i ricavi da Vod (Video On Demand) supereranno i 12 miliardi di ricavi nel 2023.
Inoltre, i ricavi da Svod nell’Europa occidentale aumenteranno costantemente, con un tasso di crescita medio annuo del 14%, mentre il Tvod (ovvero il modello pay per view) crescerà di meno, diminuendo di importanza negli anni a venire. Di conseguenza, nel 2023 lo Svod rappresenterà l’84% del totale dei ricavi.
Ericsson Mobility Report: 190 milioni di abbonamenti 5G entro fine 2020
Ericsson prevede che il numero globale di abbonamenti 5G raggiungerà i 190 milioni entro la fine del 2020 e i 2,8 miliardi entro la fine del 2025. Queste previsioni sono incluse nell’edizione di giugno 2020 del Mobility Report di Ericsson, insieme ad altre proiezioni sulla crescita del traffico dati e degli abbonamenti in diverse regioni.
Il report fornisce anche una visione sul ruolo svolto dalle reti e dalle infrastrutture digitali nel mantenere la società e le famiglie connesse durante la pandemia causata da COVID-19. Infatti, i nuovi comportamenti dei consumatori, modificati per via delle restrizioni imposte dal lockdown, hanno causato cambiamenti misurabili nelle modalità di utilizzo delle reti fisse e mobili. La percentuale maggiore di aumento del traffico è stata rilevata nelle reti residenziali fisse, che hanno registrato una crescita dal 20% al 100%.
***Contact tracing***
L’app Immuni funzionerà anche all’estero e tra utenti stranieri
L’app Immuni potrà essere utilizzata anche in alcuni Paesi europei, funzionando con utenti di altre nazionalità. A stabilirlo sono stati gli stati membri dell’Unione Europea che, in accordo con la Commissione Europea, hanno individuato una soluzione per l’interoperabilità delle applicazioni mobili nazionali di tracciamento e allerta. Sono state, inoltre, concordate una serie di specifiche tecniche grazie a cui sarebbe possibile lo scambio sicuro di informazioni tra le app nazionali di contact tracing.
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