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La PA a portata di smartphone. Al via il Digital Italy Program 2021

Con la web conference “Rivoluzione digitale: la PA a portata di smartphone”, evento che ha generato quasi 500 registrati, The Innovation Group dà avvio al Digital Italy Program 2021. Tutti i contenuti dell’evento.

Dal 28 febbraio tutti i servizi pubblici dovranno essere fruibili anche online. Lo stabilisce il Decreto Semplificazioni presentato lo scorso luglio che, tra le altre cose, prevede che le Pubbliche Amministrazioni provvedano ad integrare nei propri sistemi informativi SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e CIE (Carta d’Identità Elettronica) come unico sistema di identificazione per l’accesso ai servizi digitali, la piattaforma PagoPA nei sistemi di incasso per la riscossione delle proprie entrate, oltre che ad avviare i progetti di trasformazione digitale necessari per rendere disponibili i propri servizi sull’App IO.

Quali saranno i vantaggi attesi per cittadini e amministrazioni? A parlarne è stato Francesco Paorici, Direttore Generale, AGID intervenuto alla web conference di The Innovation Group “Rivoluzione digitale: la PA a portata di smartphone” secondo cui «l’utilizzo di SPID permetterà ai cittadini di accedere facilmente ai servizi pubblici e alle amministrazioni di ridurre i costi di gestione ed erogazione dei servizi, oltre che un elevato standard di sicurezza». «Per facilitare le amministrazioni a rispettare la scadenza del 28 febbraio – ha proseguito Paorici –  sono stati organizzati dei webinar, mentre tra le iniziative a sostegno dei cittadini si sta lavorando alla riprogettazione del sito web dell’Agid per renderlo maggiormente comunicativo in un’ottica di Customer Experience». È stato promosso, inoltre, il potenziamento del team dedicato alle attività di collaudo tecnico: stando ai dati Agid sono 730 i nuovi enti pubblici attivati nell’ultima settimana, mentre 5480 gli enti pubblici che al 17 febbraio hanno attivato SPID. «Si tratta di attività – ha concluso Paorici –  rese possibili da un lavoro congiunto in cui utenti, provider, soggetti aggregatori hanno lavorato in maniera sinergica». Anche per PagoPA si nota una crescita significativa: a parlarne è stato Claudio Fornaro, Chief Sales Officer, PagoPA che ha affermato come siano state raddoppiate le transazioni rispetto al 2019, un trend che caratterizzerà anche il 2021 e che supportato da diversi partner tecnologici. «Ciò che si sta promuovendo – afferma Fornaro – è un’evoluzione costante della piattaforma. Di estrema rilevanza è stata altresì l’istituzione del Fondo Innovazione, iniziativa a cui le Pubbliche Amministrazioni hanno risposto in maniera molto positiva».

Nel 2020 si è, dunque, assistito alla forte spinta accelerativa del processo di digitalizzazione del Paese, un fenomeno che ha riguardato tanto le amministrazioni quanto i cittadini e che si è andato sviluppando con la complicità della situazione di emergenza. Come andrà affrontata adesso la ripresa? Quali indicazioni per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? «Nel 2021 ciò di cui si ha bisogno è una forte discontinuità». A riportarlo è stato Alfonso Fuggetta, CEO, Cefriel secondo cui un’allocazione efficiente delle risorse europee implica «soffermare l’attenzione su poche e chiare progettualità». Per Fuggetta bisogna, inoltre, procedere ad una rivisitazione complessiva dei processi di innovazione: per la PA, infatti, essere al servizio del cittadino «non vuol dire digitalizzare i processi esistenti, piuttosto eliminarli: finora ci si è concentrati più sul front-end che sul back-end, adesso bisognerà riorganizzare le dinamiche di comunicazione tra centro e periferia». Del resto, come ricordato anche da Simonetta Moreschini, Executive Partner Public Sector, Central Government, Atos, «la tecnologia deve essere considerata come strumento human centric per promuovere un progresso che unisca persone e business attraverso la crescita sostenibile».

Su quest’ultimo punto sono intervenuti anche Francesco Raphael Frieri, Direttore Generale, Regione Emilia-Romagna secondo cui è «estremamente importante distinguere tra il percorso di trasformazione digitale e quello di digitalizzazione» e Eugenio Prosperetti, Docente Informatica Giuridica, LUISS che ha ricordato come si rischia di «applicare meccanismi digitali ad un apparato burocratico non predisposto ad un simile cambiamento». Per Prosperetti, inoltre, è di estremo rilievo il tema dell’interoperabilità dei dati e il principio dell’Once Only, aspetto su cui è intervenuto anche Michele Bertola, Direttore Generale, Comune di Bergamo e Presidente, ANDIGEL secondo cui all’interno della PA italiana si avverte innanzitutto un problema culturale, una problematica evidenziata anche da Daniele Crespi, Responsabile Sviluppo Servizi Innovativi ed eGov, Gruppo Maggioli secondo cui è necessario «un importante passo in avanti per rendere accessibili e condivisibili i dati di cui la PA dispone e utilizzarli per fare delle analisi e politiche».

Quella culturale è stata una tematica sollevata anche da Valeria Fascione, Assessore Ricerca, Innovazione e Start up, Regione Campania secondo cui «digitalizzare vuol dire investire in infrastruttura, competenze e cultura» e da Michele Gamberini, Chief Technology & Information Officer, TIM che ha ricordato come promuovere la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione comporti lavorare su tre fronti: nuove reti, competenze e skill digitali. In particolare, per Gamberini «condizione necessaria per abilitare la trasformazione digitale di imprese, cittadini e PA è fornire una connessione a banda larga omogenea in tutto il Paese, soprattutto nelle aree a fallimento di mercato (bianche)».

Infine, Idelfo Borgo, Direttore IC&T e Agenda Digitale, Regione Veneto, ha ricordato l’importanza di accompagnare e supportare le amministrazioni nel proprio percorso di trasformazione digitale. Anche per Sauro Del Turco, Responsabile Attuazione Agenda Digitale, Regione Toscana, «la trasformazione digitale è la capacità di definire azioni e progetti basati su investimenti efficienti e caratterizzati da una forte vicinanza al territorio: senz’altro sono necessarie le infrastrutture abilitanti (cloud, data center, dati) ma la parola d’ordine è il dialogo».