La necessità di lanciare politiche industriali del digitale nell’era post Covid-19

Con la pandemia il digitale è entrato con irruenza nella vita di cittadini e imprese che hanno affrontato l’emergenza utilizzando e sfruttando al massimo le possibilità che il digitale offre e continuerà ad offrire. La crisi pandemica ha, infatti, permesso all’Italia di recuperare, in parte, i ritardi accumulati in diversi anni di mancati investimenti in tecnologie e innovazione digitale.

La gestione della fase 1, e il conseguente utilizzo quotidiano di tali strumenti, ha mostrato l’importanza (nonostante l’assenza di pianificazioni) dello strumento tecnologico e digitale sia all’interno dei comparti industriali (tramite smart working, ad esempio) sia nella vita dei cittadini. Per tali ragioni bisogna assumere che la trasformazione tecnologica e il digitale non siano prociclici (e che, quindi, seguano l’andamento dell’economia reale) ma anticiclici, mettendo i diversi attori nelle condizioni di affrontare le difficoltà e coglierne le opportunità.

Tuttavia, la fase 2, avendo avuto inizio in una situazione di profonda incertezza, potrebbe causare una mancanza di fiducia da parte di chi si occupa di impresa innovativa e tecnologica, rischiando di provocare ulteriori problemi e difficoltà.

Per tali ragioni è necessario innanzitutto chiedersi e comprendere cosa si sarebbe potuto fare in precedenza per arrivare alla crisi più preparati, così da non compiere, durante la ripartenza, gli stessi errori del passato; un insegnamento che probabilmente si sarebbe dovuto cogliere già dalla crisi finanziaria del 2009.

Quali azioni promuovere, quindi, quando la crisi sarà rientrata?

Innanzitutto, bisognerà assumere maggiore consapevolezza circa l’importanza delle politiche industriali del digitale, argomento più volte discusso e che adesso è necessario mettere al centro del dibattito. Lo sviluppo di tali politiche è una questione che deve essere presa in considerazione sotto tutti gli aspetti. In particolare sono quattro i pillar essenziali su cui qualsiasi politica industriale e di innovazione dovrà basarsi:

  1. Le imprese, che avevano già iniziato un percorso di trasformazione con il Piano Industria 4.0, adesso dovranno avere la possibilità di avviare un processo di cambiamento e investimento nell’ambito della digital transformation. Le aziende che in passato hanno colto maggiormente le opportunità della trasformazione digitale sono le stesse che si sono mostrate più preparate durante la crisi, affrontando meglio (e con minori impatti negativi) le difficoltà dovute al lockdown.
  2. Si è più volte posto l’accento sulla debolezza delle infrastrutture italiane sia fisiche sia immateriali. Al riguardo sono cruciali gli investimenti in 5G che, oltre a rendere l’infrastruttura più forte e meglio distribuita, renderà molto più efficienti servizi e prodotti delle imprese sia sul mercato nazionale sia internazionale. Al riguardo bisogna considerare anche la Pubblica Amministrazione un’“infrastruttura” che coinvolge imprese e cittadini, in cui è emersa la forte necessità di digitalizzare i processi e i servizi ed efficientare i collegamenti: la crisi ha mostrato come la mancata digitalizzazione nella trasmissione dei dati dal governo centrale alle regioni abbia comportato seri ritardi soprattutto in campo sanitario.
  3. Il digitale, rendendo possibile l’e-learning, ha permesso di non interrompere le attività scolastiche. Ma anche in quest’ambito è necessario adottare un piano strategico e sviluppare politiche industriali specifiche.
  4. Sanità. La trasformazione digitale della sanità è un tema che assumerà sempre più importanza nei prossimi anni. È, tuttavia, necessario adottare un approccio diverso all’utilizzo dei dati sanitari e dedicare maggiori investimenti e risorse a determinati settori (si pensi, ad esempio, alla telemedicina).

Se, dunque, la crisi sta rivelando l’importante contributo del digitale (e soprattutto di alcuni suoi segmenti) all’economia italiana, ripartire con concretezza e porre le basi per la creazione di un futuro florido implicherà innanzitutto adottare una politica industriale digitale.

CONTRIBUTI

I contributi di questa sezione comprendono documenti, relazioni e sintesi di interventi effettuati dai Relatori delle Web Conferences, degli Eventi Territoriali e del DIGITAL ITALY SUMMIT promosso da The Innovation Group.

Essi possono includere, inoltre, articoli e Paper che abbiamo ritenuto di particolare interesse per aprire o contribuire al dibattito sulle politiche industriali e sull’impatto dell’innovazione tecnologica sul mercato e sull’industria del digitale sull’organizzazione delle imprese, della Pubblica Amministrazione, del Terzo Settore e del lavoro.


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