A cura di Camilla Bellini, Senior Analyst, The Innovation Group
Lo scorso 22 e 23 novembre a Roma si è tenuto il Digital Italy Summit 2016, l’evento che annualmente The Innovation Group organizza sui temi della trasformazione digitale della pubblica amministrazione e del Paese. Al di là di inevitabili considerazioni e valutazioni sul successo e la qualità dell’evento, voglio in questa sede portare all’attenzione alcuni temi e spunti di riflessione che sono emersi . Se dovessi dare un’etichetta all’evento in questione, lo chiamerei “l’evento dei contrasti”: chi dice di essere positivo nei confronti del processo di trasformazione digitale del Paese, chi solleva criticità senza soluzioni, chi invece cerca alla fine di trovare delle soluzioni; tutti volti al proprio punto di vista, senza un reale dialogo tra le parti. Questa è anche la sintesi dell’attuale percorso di digitalizzazione del Paese: ognuno ha la propria visione, e ognuno la segue. Si pensi al governo che, tramite l’AgID, disegna e implementa progetti sistemici; si pensi all’offerta ICT, che spera nei nuovi progetti e intanto si interroga sull’execution e sull’effettivo allineamento delle forze in atto con lo sviluppo tecnologico; gli enti locali, che a fronte dei grandi piani cercano il dialogo ma paiono più che altro lasciati all’iniziativa personale di assessori e regioni; e poi le imprese “utenti” che parlano di ecosistemi digitali e innovazione, con un netto distacco di tempistiche e visione dalla pubblica amministrazione. Quello che emerge dal Digital Italy 2016 non è un’Italia “senza velocità”, ma un’Italia con velocità differenti, e la necessità di un piano forte di execution che le orchestri.
Con questo non si vuole dire che la positività nei confronti del digitale, generalmente riscontrata a livello Paese negli ultimi anni, non sia reale: si parla di digitale, si affrontano temi prima trascurati, ci si pone nell’ottica di accelerare progetti fermi da anni. Tra gli altri, Franco Bassanini, Presidente di Fondazione Astrid, durante l’evento ha affermato: “Sono in generale meno pessimista rispetto al passato sul processo di digitalizzazione del Paese. È cominciata la rincorsa del nostro Paese, siamo recentemente entrati nel gruppo dei fast mover nella classifica dell’ I-Com e sicuramente la forte impronta digitale che il Ministro Calenda ha dato alla Legge di Bilancio è un segnale molto positivo”.
Manca però, a mio avviso, una visione comune di come procedere in chiave collaborativa e allargata allo sviluppo dei progetti e al pieno sfruttamento del potenziale del digitale: ancora una volta, è il tema dell’execution il tema centrale. A questo riguardo, anche Agostino Santoni, Presidente Assinform ha commentato durante l’evento: “È necessaria un’accelerazione straordinaria per portare il digitale in Italia. Questo è il momento di agire: se vogliamo accelerare il percorso che stiamo affrontando dobbiamo chiudere un gap fondamentale, quello tra la strategia e l’operatività”. D’altra parte, i temi dell’execution e dell’operatività dei progetti per la trasformazione digitale del Paese sono solo alcuni dei temi emersi durante i tavoli di lavoro.
Tra i temi più dibattuti rientrano sicuramente il nuovo CAD, la digitalizzazione dei servizi e la delegificazione del digitale. Il nuovo CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale), diventato legge lo scorso settembre, è sicuramente un tassello fondante il processo di digitalizzazione dei servizi e del Paese. Tante sono le novità introdotte, dal domicilio digitale allo SPID e alla cultura digitale, solo per citarne alcune. Durante l’evento d’altra parte sono emerse visioni differenti, e ancora una volta il nesso con il tema dell’adoption è forte “Nel CAD ci sono fin troppe cose” afferma il prof. Carlo Alberto Carnevale Maffè della SDA Bocconi. “Quello che manca è l’adoption, ovvero mettere in campo dei meccanismi che supportino l’adozione massiva del digitale nel Paese”. Aggiunge Antonella Galdi, Vice Segretario Generale ANCI: “Sul tema dell’adoption è sicuramente centrale la necessità di diffusione delle competenze dei cittadini e di aggregazione degli enti locali”. Il nuovo CAD coinvolge inoltre l’operato degli enti locali e delle aree urbani: “Forse di digitalizzazione sulla carta se ne è parlato fin troppo, anche nelle leggi” conclude Flavia Marzano, Assessora Roma Semplice del Comune di Milano. “Ora occorre agire e mettere in atto questo processo di trasformazione”. A questo riguardo, sottolinea però Antonio Palmieri, Parlamentare della Camera dei Deputati, “non c’è ancora una domanda politica che diventi sanzione politica”: non si scende in piazza per il digitale, e questo è qualcosa che in qualche modo frena ancora la percezione dell’inevitabilità della digitalizzazione.
Infine, un altro tema di acceso dibattito è stato quello relativo alle infrastrutture, alla loro trasformazione in chiave digitale e alla strategia del Paese per la banda ultralarga. “Il mercato delle telecomunicazioni tradizionali cala mentre la componente più innovativa sta crescendo: il bilancio non è ancora positivo, ma nel frattempo Telecom Italia sta accelerando gli investimenti” ha esordito Giuseppe Recchi, Presidente Esecutivo del Gruppo Telecom Italia, ricordando i trend di un mercato che negli ultimi anni è stato sotto i riflettori, anche a fronte dell’interesse suscitato dal Piani BUL. Sul tema della banda larga e ultralarga comincia ad esserci movimento e l’Europa sicuramente sta notando l’emergere di un miglioramento generale. “Occorrono però politiche pubbliche per incentivare la domanda e ridurre l’intermediazione” afferma Franco Bassanini, Presidente di Fondazione Astrid, e questo è uno dei punti centrali su cui occorre porre l’attenzione per accelerare la diffusione di un’infrastruttura moderna nel Paese, tenendo in oltre in considerazione i bisogni e le peculiarità del territorio e dell’economia italiana.
La sfida della trasformazione delle infrastrutture riguarda anche gli enti locali e le aree urbane. “Su questo tema sono state investite tante risorse ma sono state spese male” esordisce Enzo Bianco, Sindaco di Catania e Presidente del Consiglio Nazionale ANCI, “sia per l’impreparazione tecnico- professionale della domanda sia per la presenza nel settore di veri e propri ciarlatani che offrono servizi inutili a caro prezzo”, sottolineando come occorra una bussola per orientarsi in un mondo, quello digitale, in cui ora si sta svolgendo una sfida decisiva. Anche Roberto Maroni, Presidente, Regione Lombardia, interviene sul tema, raccontando come la Regione Lombardia stia realizzando la sua trasformazione digitale, un tassello della digitalizzazione del Paese. “Bisogna innovare” afferma Maroni, “mettendo a disposizione delle aziende gli strumenti e le competenze per farlo. Noi in Lombardia abbiamo la copertura della banda larga del 96%, ma non basta. Anche in questo caso siamo pronti: sono stati stanziati 450 milioni di euro per la banda ultra larga in regione. L’obiettivo rimane sempre quello di dare al cittadino il servizio migliore al costo migliore
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