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La quarta rivoluzione industriale compie 10 anni
industria 4.0

Il termine “Industrie 4.0” venne utilizzato per la prima volta in occasione della Fiera di Hannover nel 2011 in Germania. Solo un anno dopo, un gruppo di lavoro presentò al governo federale tedesco un primo documento di raccomandazioni per lo sviluppo dell’industria 4.0.

Alla fine del 2013, il progetto tedesco per l’industria del futuro aveva messo a piano investimenti in infrastrutture, sistemi energetici, enti di ricerca e aziende manifatturiere, con lo scopo di ammodernare la manifattura tedesca e renderla competitiva a livello globale.

In Italia invece è del 2016 il primo piano nazionale di misure per favorire la trasformazione dell’industria, con il nome di “Industria 4.0” (o Piano Calenda, dal nome dell’allora Ministro dello Sviluppo Economico) e poi di “Impresa 4.0”. Oggi il nuovo piano è noto con il nome “Transizione 4.0”, comprende iniziative, finanziamenti e agevolazioni fiscali per favorire gli investimenti per la competitività della manifattura italiana. Con lo strumento del credito d’imposta, continuano a essere favoriti investimenti in beni strumentali, tecnologie innovative e software, in formazione, ricerca e sviluppo, innovazione green.

Fonte: MISE, Piano Nazionale Industria 4.0

Cos’è in sintesi l’Industria 4.0

Rispetto alle precedenti rivoluzioni industriali, la quarta (che stiamo vivendo oggi) si caratterizza per l’ingresso massiccio di tecnologie afferenti al mondo ICT in ogni ambito della produzione. Mentre nella prima, l’uso di energia dell’acqua e del vapore era servito a meccanizzare la produzione; nella seconda, l’energia elettrica aveva introdotto la catena di montaggio e la produzione di massa; la terza, grazie all’elettronica, era servita ad automatizzare la produzione grazie alle macchine; la quarta mette infine in interconnessione fabbriche e oggetti. Raccoglie informazioni, le analizza e sviluppa capacità predittive e controllo da remoto. In futuro, saranno le stesse macchine, rese sempre più intelligenti, a decidere di effettuare cicli di manutenzione; a migliorare in autonomia i processi produttivi; ad apprendere dall’uomo e da condizioni esterne in modo da diventare più precise ed efficaci; a ridurre i costi e gli impatti ambientali; a specializzarsi e adattarsi alla domanda del singolo cliente.  

A che punto sono le industrie italiane in questo processo di trasformazione?

Per analizzare i percorsi che portano le aziende manifatturiere italiane verso il paradigma dell’Industria 4.0, The Innovation Group e ContactValue hanno realizzato, a febbraio 2021, un’indagine su un campione di 111 aziende industriali, dei diversi ambiti (meccanica, chimica, automazione, ecc.) e dimensioni.

Dalle risposte della “Industria 4.0 Survey 2021” emerge che l’81% delle aziende ha già qualche iniziativa di questo tipo, il 59% anche più di un progetto. Un ulteriore 6% è in via di lancio di progettualità, e un 7% in fase di studio. Solo il 6% delle aziende manifatturiere non ha in questo momento lanciato progetti per la modernizzazione e digitalizzazione delle attività produttive. Considerando le aziende medio grandi (con oltre 500 addetti), la percentuale di chi ha più iniziative in corso sale all’80% – segnale che in questo campo le economie di scala sono importanti.

La “Industria 4.0 Survey 2021” sarà presentata e discussa nel corso del

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