Lo scorso 29 settembre, presso l’Atahotel Executive di Milano, si è tenuto il Workshop “Come l’IoT innova l’azienda – Strategia, Organizzazione, Produzione, Marketing & Sales”, durante il quale speaker e pubblico si sono confrontati sul ruolo dell’Internet of Things all’interno delle aziende, in termini sia di possibilità per il business sia di criticità in ambito organizzativo e di sicurezza.
Durante la mattinata hanno parlato sia aziende e imprenditori che hanno sviluppato prodotti “intelligenti”, sia aziende che si propongono di abilitare da un punto di vista tecnologico questi prodotti. Ezio Viola, Managing Director di The Innovation Group, ha introdotto il dibattito, mostrando la mappa degli ambiti applicativi dell’IoT e delineando i possibili utilizzi di tale tecnologia: risulta evidente, e i casi studio che sono seguiti lo dimostrano, come l’IoT stia diventando una scelta obbligata per molte aziende, sempre alla ricerca di nuove fonti di crescita e di vantaggio competitivo. Si pensi ad esempio al caso di aziende come Gruppo Elica, Candy o Osram: ciascuna di esse ha riscontrato, in un modo o nell’altro, come la transizione da azienda che offre servizi tradizionali ad azienda che propone oggetti intelligenti sia stata dettata dalla volontà e dalla necessità di mantenere uno status o di entrare in nuovi mercati. D’altra parte, la scelta di abbracciare il paradigma dell’IoT, e di proporre nuovi prodotti in linea con tale scelta, comporta anche alcune criticità da risolvere e delle domande strategiche a cui dare risposta.
“L’IoT é una grande occasione, noi l’abbiamo fatto e siamo leader in Europa” ha affermato Aldo Fumagalli, presidente di Candy Spa “Ora che abbiamo connesso i nostri prodotti, però, ci viene da dire: cosa ne facciamo di questi dati? Ad oggi non ci sono modelli a cui far riferimento nel mercato degli elettrodomestici…“
Sicuramente uno dei punti più critici riguarda la necessità di individuare ed implementare nuovi modelli di business e di affrontare in maniera costruttiva la servitizzazione dei propri prodotti: diventa infatti strategico comprendere come utilizzare i dati generati dai prodotti connessi e che servizi possono essere generati a partire da tali dati. A questo riguardo, Alessio Bonati – Head of Encelium EMEA, Osram – ha raccontato come inevitabilmente l’adozione del paradigma IoT porti ad un incremento della complessità dei prodotti connessi, che smettono di essere tali ma diventano veri e propri progetti da disegnare ed implementare insieme a partner e clienti.
Un altro tema di cui si è molto discusso durante la mattinata riguarda la creazione di ecosistemi, uno step indispensabile per una strategia IoT a 360 gradi: imprenditori e aziende hanno chiesto aiuto e collaborazione alla platea e ai presenti per costruire e sviluppare collaborazioni e sinergie per ottimizzare gli investimenti intrapresi.
Infine, hanno preso parte alla discussione anche tecnologi, avvocati e studiosi che hanno illustrato il contesto regolamentare, le criticità tecnologiche e le sfide nell’ambito degli standard e dell’interoperabilità che l’adozione del paradigma dell’IoT comporta. Tra gli altri, sono intervenuti l’avv. Valentina Frediani di Colin & Partners, che ha illustrato gli scenari normativi dell’utilizzo in ambito aziendale delle tecnologie IoT, e Riccardo Tomasi dell’Istituto Superiore Mario Boella, che ha trattato il tema dell’interoperabilità e degli standard, mostrandone le opportunità e le sfide che essi comportano e portando ad esempio il progetto europeo ALMANAC.
La mattinata, a cui hanno partecipato una cinquantina di aziende di vari settori, ha mostrato come il tema dell’IoT stia suscitando l’interesse anche degli imprenditori e delle aziende italiane, soprattutto in termini di possibilità che esso abilita. Questo interesse deve essere quindi soddisfatto, mostrando best practice e raccontando quello che l’Internet of Thing può essere oggi per l’economia italiana e come può evolvere nel prossimo futuro.
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