Un nuovo slancio, ancora una volta. Dopo il boom di domanda del biennio 2020-2021, trainato dalle nuove necessità dello smart working e della didattica a distanza, il mercato dei personal computer aveva subìto una battuta d’arresto, un po’ per colpa delle incertezze dell’economia che hanno accomunato Europa, Stati Uniti e Cina (e che certo non hanno invogliato consumatori a fare acquisti di beni voluttuari né le aziende a pianificare investimenti evitabili) e un po’ perché quella domanda conseguente alla pandemia era ormai saturata.
Ora però è cominciata una nuova primavera per i Pc, o meglio per gli AI Pc, cioè i computer ottimizzati con e per l’intelligenza artificiale. Tecnicamente, secondo la definizione di Gartner, un AI Pc è un dispositivo dotato di unità di calcolo neurale, o Npu (Neural Processing Unit), cioè un acceleratore hardware che esegue “ragionamenti” simulando il funzionamento di una rete neurale. Microsoft aggiunge alle caratteristiche fondanti anche la presenza di funzioni software di intelligenza artificiale generativa, come quelle del Copilot di Windows, che assiste l’utente in attività di scrittura, ricerca di informazioni, creazione di contenuti, traduzioni simultanee e altro ancora.
Ma un AI Pc, per poter supportare le operazioni di machine learning (appoggiate al cloud e anche in locale) è anche dotato di Cpu e Gpu di ultima generazione e di Ram generose, tutte caratteristiche hardware che lo rendono costoso. Così è stato, almeno, in un primo momento. Ora gli AI Pc stanno uscendo dalla nicchia premium in cui hanno debuttato, anche se ci vorranno ancora un paio di anni prima che diventino il nuovo standard. Si ripeterà, a grandi linee, la dinamica già vissuta nel mercato della telefonia mobile, dove gli smartphone si sono affermati soppiantando gradualmente i “normali” telefoni cellulari e i feature phone con l’allargarsi dell’offerta e della segmentazione di prezzo.
Che questo possa essere anche il destino degli AI Pc è suggerito da vari segnali. Innanzitutto, pur nella varietà dei punti di vista sull’intelligenza artificiale generativa, è quasi unanime il giudizio sulla natura non effimera di questa rivoluzione, che superato l’hype attuale si consoliderà e fonderà con altre tecnologie. Dunque anche i Pc, in quanto primario strumento di lavoro per centinaia di milioni di professionisti in tutto il globo, dovranno inserirsi nell’onda di trasformazione innescata dalla GenAI: in sostanza, dovranno garantire un’esperienza d’uso soddisfacente per tutta una costellazione di applicazioni, da ChatGpt in poi, dall’interrogazione di database alla creazione di contenuti.
Altri segnali sul probabile destino mainstream degli AI Pc ci giungono dagli analisti. All’inizio dell’anno Gartner aveva previsto per gli AI Pc una quota del 22% sul totale dei personal computer commercializzati in tutto il 2024. Ora è la stessa società di ricerca a ridimensionare la stima: la percentuale effettiva sarà, probabilmente, un 17%. Ma da qui in poi si accelera. Complici il rinnovo delle offerte dei principali vendor (Lenovo, Hp, Dell, Acer, Asus, Apple) e il fine vita di molti dispositivi acquistati nel biennio 2020-21, secondo Gartner nel 2025 la quota degli AI Pc salirà al 43%, per un volume di circa 114,2 milioni di unità commercializzate (di cui 102,4 milioni di portatili e 11,8 milioni di sistemi desktop). Canalys, altro autorevole osservatore del mercato, ha fatto previsioni abbastanza sovrapponibili: una quota di AI Pc pari al 19% delle vendite totali di computer del 2024, e che salirà al 37% l’anno prossimo, al 53% nel 2026 e al 60% nel 2027. I numeri cambiano leggermente, ma la sostanza resta la stessa. “La discussione si è spostata dallo speculare su quali Pc potessero includere funzionalità di AI all’attesa che la maggior parte dei Pc, prima o poi, arrivi a integrare capacità di intelligenza artificiale su Npu”, ha commentato Ranjit Atwal, senior director analyst di Gartner. “Di fatto, la Npu diventerà una caratteristica standard per i produttori di Pc”.
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