N. Aprile2021
a cura di Carmen Camarca
Analyst, The Innovation Group
Le banche italiane sono state in grado di gestire le numerose sfide causate dalla crisi pandemica grazie alla capacità (ormai consolidata) di utilizzare gli strumenti tecnologici che hanno consentito, anche nella fase più critica dell’emergenza, di continuare a fornire i servizi essenziali.
La trasformazione digitale, percorso a cui le banche stavano approcciando già prima della diffusione del Covid-19, è una tendenza accelerata notevolmente nell’ultimo anno destinata a rappresentare un aspetto strutturale dell’industry bancaria anche nel New Normal. È quanto è emerso dall’ultima edizione del Forum ABI Lab (evento che si è tenuto in streaming dal 22 al 26 marzo) in cui sono stati presentati i risultati delle rilevazioni condotte su un campione che rappresenta circa il 67% del settore bancario in termini di dipendenti, analisi che hanno evidenziato come la forte spinta alla digitalizzazione trovi conferma anche nelle previsioni di spesa degli istituti di credito: per il 92% delle realtà analizzate, infatti, il budget ICT previsto per il 2021 è in aumento o stabile rispetto al 2020.
In particolare, all’interno del settore bancario è possibile rilevare tre mega trend.
Evoluzione del Digital Finance
In quest’ambito finora sono state prese diverse iniziative ma si rilevano ancora delle opportunità da cogliere perché le banche completino il percorso di digitalizzazione. Le attività da svolgere dovranno essere in linea con i valori europei, al riguardo la Commissione Europea ha già individuato quattro priorità:
- affrontare la frammentazione del mercato e dei servizi finanziari per espanderli all’interno del mercato unico e lavorare in un’ottica di interoperabilità.
- Garantire che il quadro normativo agevoli l’innovazione adeguando il framework regolamentare europeo e promuovendo un utilizzo responsabile delle tecnologie.
- Favorire la nascita di Data Spaces, creando uno spazio unico europeo di dati finanziari per promuovere l’innovazione data driven e la condivisione delle informazioni.
- Affrontare le sfide della trasformazione digitale armonizzando il quadro normativo e di vigilanza.
Sviluppo etico e sostenibile
Il tema è sempre più presente all’interno delle strategie bancarie (e non solo): la sostenibilità viene considerata come elemento integrante all’interno della strategia aziendale ed è percepita, oltre che come sostegno alla redditività nel lungo periodo, anche come elemento che può giovare a tutta la società.
In quest’ambito una tendenza che si sta rilevando è che nei percorsi di ricerca e innovazione si lavora per identificare come le tecnologie possano supportare lo sviluppo economico sostenibile e circolare, aspetto che continuerà ad essere di interesse soprattutto in virtù dell’arrivo delle risorse europee (il 37% dei fondi del Next GenerationEU è da spendere in obiettivi climatici in linea con il Green Deal mentre il 30% dei 750 miliardi del NextGeneration EU è da reperire attraverso green bond).
In questo contesto, la rilevazione ABI Lab mostra come il 68% delle banche intervistate abbia dichiarato di aver avviato al proprio interno iniziative ESG, tendenza che caratterizza in misura maggiore le banche di maggiori dimensioni.
Miglioramento operativo
Quest’anno si è assistito ad un cambiamento delle attività di operation, cambiamento che va colto attraverso lo sviluppo di nuove soluzioni ed efficientamenti dei processi interni.
A seguito dell’impatto del Covid-19, le banche hanno dovuto intraprendere un percorso di miglioramento interno basato su quattro pillar: esigenze di efficienza, potenziamento della relazione con il cliente, automatizzazione delle operazioni routinarie, adozione delle nuove tecnologie presenti sul mercato.
In questo contesto i principali trend rilevati nel 2020 verso cui si attende che una conferma dell’interesse anche per l’anno in corso sono:
- Smart working (che deve passare attraverso l’individuazione di indicatori di performance nonché una coerente gestione organizzativa).
- Reengineering dei processi (abbattimento delle divisioni tra back-end e front-end con focus sulle attività di back-end).
- Data governance.
- Modernizzazione dei sistemi IT.
- Adozione delle tecnologie disruptive (AI, Blockchain, DLT non più in fase sperimentale: adesso l’obiettivo dovrà essere ampliarne gli ambiti di applicazione).
- Sicurezza e resilienza (forte attenzione alla cybersecurity e alla business continuity considerando che molte delle tendenze spinte dalla pandemia – ad esempio, migrazione al cloud e utilizzo intenso del canale mobile – hanno ampliato i perimetri di attacco).
I trend appena menzionati vengono confermati anche dall’indagine che The Innovation Group conduce annualmente e relativa allo stato dell’arte della trasformazione digitale nelle aziende italiane[1].
In particolare, focalizzando l’attenzione sul campione Finance emerge come per il 2021 l’attenzione sarà rivolta in modo particolare alle attività di trasformazione digitale e aumento dell’efficienza operativa/riduzione dei costi (entrambi gli aspetti indicati dal 45% del campione).
Per il 35% del campione la propria banca si soffermerà su incremento dello smart working e accelerazione nell’automazione dei processi. Infine, il 20% dei rispondenti prevede modifiche organizzative/di change mangement, aspetto evidenziato anche dall’indagine di ABI Lab secondo cui è importante promuovere all’interno delle banche un forte cambiamento culturale.
Entrando nel dettaglio degli obiettivi da raggiungere con la strategia di Digital Transformation è ancora una volta la maggiore efficienza/riduzione dei costi operativi la principale priorità (59% del campione), seguita da crescita del business (41%) e sicurezza e compliance (38%).
L’impatto del Covid-19 sulla definizione delle priorità e delle aree di investimento
Dalla ricerca ABI Lab è emerso come l’impatto del Covid-19 abbia comportato una revisione dei piani di investimento: l’88% delle banche intervistate ha, infatti, ritardato investimenti in alcuni ambiti tecnologici per rispondere meglio alle necessità causate dall’emergenza sanitaria nonché al nuovo modello operativo che sta andando affermandosi.
Tra le principali priorità di investimento attese per l’anno in corso si rilevano:
- le attività di digital onboarding (relative, ad esempio, all’identificazione da remoto del cliente, alla sottoscrizione online, indicata dal 73% dei rispondenti).
- Il potenziamento dei servizi resi disponibili dal canale mobile (indicati dal 68% del campione).
- Le iniziative di data governance/quality (64%).
Nel contesto bancario, dunque, la trasformazione digitale viene percepita come un asset portante delle strategie, un’attività volta da un lato a migliorare l’efficienza interna, dall’altro ad affrontare molte delle sfide che stanno caratterizzando l’industria: dagli impatti del Covid-19 e i cambiamenti che ha provocato nel settore alla necessità di affrontare un mercato sempre più competitivo e caratterizzato da molteplici attori (oggi non si parla più di competizione tra banche e fintech, sempre più in cooperazione, piuttosto il reale problema è rappresentato dagli operatori non bancari – soprattutto dalle GAFAs). In relazione a quest’ultimo aspetto si avverte la necessità di individuare un framework di regole precise di settore (open banking, open finance, open data) garantendo un approccio omogeneo e orizzontale che consenta a tutti i settori di operare in maniera regolata e che tuteli gli utenti a partire dai diritti alla privacy.
[1] L’indagine, dal titolo Digital Business Transformation Survey, è stata condotta da The Innovation Group tra dicembre 2020 e gennaio 2021 su un campione di 181 aziende italiane appartenenti a diversi settori e di diverse dimensioni. Nell’articolo si riportano i dati relativi al solo campione Finance.
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