30.05.2023

Greentech, in Italia ancora poche startup ma c’è fermento

Il Caffè Digitale

 

Sono circa 370 le neoimprese attive nel campo della tecnologia “verde”, concentrate soprattutto in Lombardia. Una ricerca di B-PlanNow.

Il greentech, cioè l’insieme delle tecnologie hardware, dei software e dei servizi digitali a supporto di obiettivi di sostenibilità ed efficientamento energetico, è un mercato in forte crescita. Secondo le stime di Allied Market Research, il giro d’affari mondiale valeva 10,3 miliardi di dollari nel 2020 e arriverà a quasi 75 miliardi (74,64 miliardi di dollari) nel 2030.


L’informatica “verde” ha cominciato a svilupparsi sulla base dell’Internet of Things, grazie a sensori e altri sistemi di raccolta dati che permettono il monitoraggio dei consumi o dei parametri ambientali. Oggi però questo mondo, oltre all’IoT, include anche soluzioni di cloud computing, analytics e intelligenza artificiale (per esempio per la previsione e ottimizzazione dei consumi energetici), videosorveglianza, digital twin, automazione degli edifici, piattaforme di gestione e conversione dell’energia, gestione dei rifiuti e riciclo, purificazione dell’acqua e altro ancora. 

Il mercato è occupato da alcuni grandi player dell’Ict, come Ibm, Oracle e Microsoft, ma spesso le idee più innovative arrivano da chi è piccolo, giovane e avventuroso. Ovvero dalle startup. Qual è lo scenario italiano? Secondo un nuovo studio di B-PlanNow (acceleratore di startup controllato da Harman Consulting e membro di Italian Tech Alliance), in Italia le startup che sviluppano tecnologie verdi sono circa 370, ovvero il 3% delle neoimprese.

Una quota piccola ma in crescita, perché il numero conteggiato quest’anno è superiore del 42% rispetto a quello del 2022. C’è fermento perché il greentech ha un ruolo essenziale per raggiungere obiettivi di transizione ecologica (obiettivi definiti a livello politico e istituzionale, ma sempre più presenti anche tra i piani Esg delle aziende) e perché le risorse a sostegno sono in crescita. Ma con qualche potenzialità ancora non sfruttata.

Sottolinea B-PlanNow che in Italia gli investimenti in sostenibilità negli ultimi anni ammontano a circa 700 milioni di euro, concentrati soprattutto in ambito agritech (29% del totale), energie rinnovabili e affini (23%) e mobilità sostenibile (15%).  Si tratta per l’87% di investimenti finanziati da fonti nazionali, e la restante, piccola quota di capitale straniero (nel calcolo pro capite per startup) pone l’Italia al penultimo posto in Europa, dietro la Grecia. All’estremo opposto ci sono Francia e Germania, rispettivamente con il 40% e il 30% di quota di capitale estero pro capite.

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