N. Luglio 2018
a cura di Elena Vaciago
Associate Research Manager, The Innovation Group
È un dato di fatto che l’innovazione digitale porterà a una profonda trasformazione dell’Industria Automotive. Da un lato abbiamo l’arrivo sul mercato di veicoli sempre più avanzati, dotati di Intelligenza artificiale, guida autonoma, connettività e capacità di networking con altri. Dall’altro lato, i consumatori chiedono costi di utilizzo ridotti e minore impatto ambientale, e si orientano sempre più verso logiche di utilizzo condiviso contrapposte alla proprietà dell’auto. Quale risposta sta quindi arrivando alle nuove esigenze di Smart Mobility? E come sarà offerta in futuro un’esperienza di guida che porta il Driver a diventare sempre più un passeggero, dedicato alle proprie attività o coinvolto in nuove interfacce di informazione e intrattenimento a disposizione nel veicolo?
Auto Connessa e Autonoma: una definizione
In tutto il mondo le auto sono dotate da tempo di tecnologie digitali sia per aspetti normali (controllo della velocità, dell’efficienza del motore, condizionamento aria, sistema di intrattenimento) sia anche per i nuovi servizi di connessione con l’esterno, ossia per l’accesso a informazioni sul traffico in real time, sistema di navigazione, music streaming, assistenza stradale personalizzata.
Negli ultimi tempi abbiamo visto come in automatico le nuove auto intelligenti (Smart Car) siano in grado di aggiustare la propria posizione in autostrada, avvisare il guidatore se si sta uscendo di strada, rallentare se ci si avvicina troppo a un ostacolo o alla macchina davanti. Quali sono i principali cambiamenti in corso e i fenomeni che li caratterizzano? Innanzi tutto, una definizione:
- CONNECTED CARS: i veicoli connessi sono automobili che possono avere accesso a Internet, sono dotati di una serie di sensori, sono quindi in grado di inviare e ricevere segnali, di comunicare e interagire con gli altri veicoli (V2V) e con l’ambiente fisico esterno (V2X).
- AUTONOMOUS VEHICLES, SELF-DRIVING CARS, ROBOTIC CARS: sono veicoli che possono operare senza la guida di un umano, con vantaggi come il minore costo per il trasporto, una maggiore sicurezza.
Quali opportunità nascono da questa “Driving Experience” innovativa? Elenchiamo le principali:
- Diagnostica onboard, Manutenzione proattiva
- Navigazione facilitata, Parking automation
- Comunicazione diretta con sistemi di illuminazione e di Traffic Management
- Risparmio energetico
- Mobilità condivisa (Shared Mobility)
- Assicurazione Usage-based
- Pagamenti automatici dall’abitacolo (e-commerce, booking)
- Servizi contestuali (informazioni contestuali, pubblicità personalizzata)
- Per Car Maker e aftermarket, una maggiore capacità di fidelizzazione dei clienti.
A quale velocità sta evolvendo il mercato delle auto connesse e autonome?
Per quanto riguarda i veicoli connessi, i tassi di adozione sono molto rapidi, tanto che si assume che entro il 2020 la penetrazione delle connected cars in Europa possa raggiungere il 100% in grandi paesi come Germania, Regno Unito e Francia.
A favorire questa crescita del mercato in Europa è soprattutto l’entrata in vigore del servizio eCall: impone che tutte le vetture di nuova immatricolazione siano dotate di un dispositivo da attivare in caso di incidente con un semplice pulsante per richiedere i soccorsi. In Italia le auto connesse in circolazione erano 7,5 milioni a fine 2016 (+40% rispetto al 2015), e 11 milioni a fine 2017, per circa un quarto del parco circolante totale. A livello globale, le vendite di auto connesse cresceranno ad un ritmo sostenuto nei prossimi anni, passando da 25 milioni nel 2017 a 70 milioni nel 2022 (stima Frost & Sullivan).
La disponibilità di un numero sempre più elevato di auto connesse in circolazione sarà il driver per la nascita di nuovi mercati: ad esempio, Juniper Research ha stimato che le vendite di servizi ai consumatori dotati di connected car (nuovi servizi che sono abilitati principalmente dalla disponibilità dei connected car Big Data) arriveranno a un valore di 49,2 miliardi di dollari già nel 2022. Ma il mercato veramente più interessante, stimato valere oltre i 500 miliardi di dollari nel 2030[1], sarà quello del software e delle tecnologie innovative per le autovetture del futuro: tecnologie di calcolo avanzate, tecnologie di sensori, algoritmi e intelligenza artificiale, così come soluzioni di connettività e cloud a supporto della guida automatica. Le vendite di componenti telematiche per l’Automotive passeranno da 31 milioni di unità vendute nel 2017 a 84 milioni nel 2025: la Cina guiderà il mercato, seguita dagli USA (Fonte: Strategy Analytics).
Figura 1: TELEMATICS SHIPMENTS IN AUTOMOTIVE, STRATEGY ANALYTICS, JUNE 2018
Nel complesso il mercato totale dell’auto crescerà a 7.800 miliardi di dollari nel 2030, ma la crescita sarà legata soprattutto ai mercati emergenti, la Cina innanzi tutto. Inoltre, il mercato non sarà più dominato dalle case automobilistiche, bensì vedrà l’ingresso di molti new entrants. Le vendite di veicoli continueranno a crescere, ma le previsioni vedono gli OEM soffrire sul fronte dei profitti. Gran parte del valore del mercato sarà catturato in futuro dai nuovi servizi avanzati, e una quota intorno ai 120 miliardi di dollari di valore generato potrà essere assorbita da new entrants come fornitori di tecnologia, servizi di mobility, servizi digitali.
Con riferimento invece ai veicoli autonomi, nonostante alcuni incidenti fatali avvenuti quest’anno (la morte di Elaine Herzberg in Arizona, causata da una self-driving car di Uber, è stata spiegata dalla stessa società come un errore del software di pedestrian detection, che l’avrebbe vista ma erroneamente scambiata per un “falso positivo”), i lavori continuano e molti sono convinti che sarà questo il modello di auto del futuro a cui arriveremo. Secondo gli analisti, i veicoli autonomi rappresenteranno un mercato da oltre 80 miliardi di dollari entro il 2030 (Fonte: Frost & Sullivan) e circa il 50% di questo mercato sarà relativo al software contenuto nelle auto del futuro.
Le auto autonome, corredate di Artificial intelligence, sensori e algoritmi di machine learning, richiedono, per poter apprendere a muoversi tranquillamente e in modo sicuro nel traffico, test su strade pubbliche dove venire a contatto con situazioni di vita reale.
In diversi Stati americani i test sono in corso e come mostra la figura successiva, la California guida tutti con circa mezzo milione di miglia percorse nel 2017. Waymo (il progettto di self driving car di Google) guida la classifica delle miglia percorse (oltre 350mila nel 2017), seguito da Cruise (gruppo GM) che ha registrato un importante risultato, 131mila miglia nel 2017. I dati sono quelli forniti dal Department of Motor Vehicles dello Stato della California. Inoltre Waymo ha registrato un percorso medio di disimpegno (disengagement) di circa 5.000 miglia (percorso autonomo medio tra due fasi in cui i guidatori, per loro decisione o perché forzati dalla situazione, hanno dovuto prendere in mano la situazione). Nel caso di Cruise, il percorso medio di disimpegno nel periodo considerato è stato pari a 1.250 miglia. Si tratta di un numero che è in costante aumento via via che le auto apprendono come risolvere le varie situazioni in autonomia, senza bisogno dell’intervento umano del guidatore.
Figura 2: Statistiche sui test di guida autonoma in California, tra dicembre 2016 e novembre 2017, DMV Stato della California
Nonostante ci sia oggi ancora da parte dei consumatori finali molto scetticismo sulla futura disponibilità di veicoli autonomi, gli analisti di mercato sono ottimisti e convinti che i benefici potenziali per la società legati alla diffusione di veicoli autonomi (dai minori incidenti, alla riduzione del traffico e alla maggiore inclusività della nuova offerta) spingeranno questo mercato. Alcuni (vedi le stime di Goldman Sachs) prevedono ottimisticamente che per il 2030 le auto senza guidatore potrebbero raggiungere il 60% dei veicoli venduti negli Stati Uniti.
Altri si spingono anche oltre stimando il mercato della “Passenger Economy”, l’economia legata ai trasporti automatizzati, alla mobility as a service, all’infotainment, alla sicurezza, a tutto quello che si può fare nel “tempo liberato dalla guida”. I ricercatori pensano che intorno a questo si possa generare un mercato di prodotti e servizi che nel 2035 varrà già 800 miliardi di dollari [2].
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