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(Digital) skill mismatch: intervenire e subito!

Data scientist, data analyst, big data developer, machine learning engineer sono solo alcuni dei lavori del futuro. Il mercato del lavoro sta cambiando in fretta e richiede nuove competenze, ma l’offerta è pronta?

La digital trasformation ha posto nuovi quesiti anche nell’ambito dell’istruzione: quali saranno i lavori del futuro? Quali le competenze più richieste? L’attuale sistema scolastico-universitario è in grado di rispondere alle nuove esigenze del mercato? L’innovazione tecnologica comporta la necessità di “creare” manager di nuova generazione, all’altezza dei nuovi compiti richiesti, ma come si fa a formare lavoratori in grado di affrontare queste nuove sfide? È compito della scuola e dell’Università fornire allo studente un’ “educazione digitale” o spetta all’azienda, una volta entrati nel mondo del lavoro?

Il dibattito resta tuttora aperto, ma sicuramente va fatta una precisazione: se preparare gli alunni alle competenze digitali è un dovere del sistema scolastico/universitario allora si richiede un intervento innanzitutto sui docenti, molto spesso “impreparati” e “inadeguati” ad affrontare al meglio il compito che gli spetta.

In ogni caso, ormai, quasi tutte le aziende richiedono ai propri collaboratori, o potenziali tali, skills digitali, considerate ormai irrinunciabili in qualsiasi tipologia di lavoro: secondo l’edizione 2018 dell’Osservatorio delle Competenze Digitali nel settore dell’Industria il Digital Skill Rate (RSD), ovvero il peso delle competenze digitali sullo svolgimento di un determinato lavoro va da una media del 20% nei Processi di Supporto e Management ad una del 17% nei Processi di Core business, riscontrando un incremento rispettivamente del 4% e del 2% rispetto al 2014.

L’Osservatorio ha, inoltre, identificato alcuni ambiti su cui intervenire, con l’intento di fornire eventuali suggerimenti di policy, tra i quali va considerato, appunto, il rinnovamento dei percorsi di formazione in ottica digitale a tutti i livelli, l’adozione di interventi volti a ridurre l’eterogeneità (sia a livello territoriale che aziendale) nella domanda di digital skills nelle professioni nonché di incentivi per promuovere e valorizzare le opportunità di lavoro legate a competenze digitali anche in settori non propriamente ICT.

Occorre, dunque, favorire l’affermazione di una nuova cultura digitale e preparare a nuove competenze e qualificazioni: l’innovazione digitale richiede competenze “specifiche” che variano a seconda delle esigenze del mercato e delle strategie di business delle aziende, ma per superare il persistente (digital) skill mismatch, tuttora caratterizzante il mercato del lavoro italiano, sarà necessario innanzitutto creare un sistema di policy unitario volto a rimodulare il sistema formativo nazionale attualmente in vigore.