Si è tenuta lo scorso 11 marzo la seconda edizione del Campania Digital Summit di TIG. Le opportunità del Recovery Fund per lo sviluppo della Regione (e in generale del Mezzogiorno) il fil rouge dell’evento: crescita economica, TPL e quali interventi per il settore turistico di una Regione fortemente apprezzata dai turisti nonché ospitante la capitale italiana della cultura 2022.
Il livello di digitalizzazione della Regione Campania presenta punti di forza e debolezza: se da un lato la Regione performa bene in ambiti quali la connettività e l’utilizzo dei social media, dall’altro si rileva la necessità di effettuare sforzi ulteriori per quanto riguarda il livello di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e nell’ambito del capitale umano. Basare lo sviluppo della Regione su un ampio piano di trasformazione digitale vuol dire creare valore aggiunto sia per i settori già cruciali per l’economia campana (si pensi al turismo) sia per quelli che potranno rilevarsi strategici per la sua crescita.
In questo contesto una grande opportunità è rappresentata dal Recovery Fund: i capitali attesi se indirizzati nella maniera giusta possono effettivamente rappresentare un canale di crescita economica, sociale e produttiva dell’intera Regione. Sulla tematica è intervenuta Valeria Fascione, Assessore Ricerca, Innovazione, Start up, Regione Campania che ha introdotto la seconda edizione del “Campania Digital Summit”, organizzato lo scorso 11 marzo da The Innovation Group. Per la Fascione, infatti, definire le principali linee di intervento è soprattutto una responsabilità politica: un primo ambito riguarda innanzitutto i processi e le procedure pubbliche, che andranno «rivoluzionate», oltre che lavorare su upskilling e reskilling dei lavoratori. Nel compimento di tali attività il modello vincente è rappresentato da collaborazioni e partenariati pubblici-privati, un matching tra le tecnologie emergenti e le industrie tradizionali che caratterizzano la Regione (una tematica ribadita anche da Giorgio Ventre, Direttore Scientifico Apple Developer Academy, Università degli Studi di Napoli “Federico II” secondo cui è fondamentale la creazione di percorsi condivisi, nonché focalizzarsi sui tre punti fondamentali del trasferimento tecnologico, innovazione e impresa).
Ottimizzare l’utilizzo delle risorse europee vuol dire altresì creare (grazie al digitale) opportunità straordinarie per il Mezzogiorno, investire nella rete e intervenire nella Pubblica Amministrazione locale. La tematica è stata portata all’attenzione anche da Carlo Borgomeo, Presidente, Fondazione con il Sud e da Cesare Avenia, Presidente, Confindustria Digitale secondo cui «l’aspetto fondamentale delle risorse europee è che promuovano la coesione territoriale, abbattendo il digital divide tra Nord e Sud Italia». Un tema quest’ultimo ribadito anche da Patrizia Ranzo, Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” secondo cui «l’infrastruttura digitale ha cambiato la relazione fra Sud e Nord».
Se, dunque, ciò che si sta affrontando è «una nuova dimensione digitale della questione meridionale», su quali punti deve basarsi la strategia digitale per lo sviluppo digitale della regione Campania? Per Marco Casillo, Consigliere del Presidente in materia di digitalizzazione e ICT, Consiglio Regionale della Campania bisogna prestare attenzione soprattutto ai servizi che vengono erogati ai cittadini: in questo senso il Covid-19 ha introdotto un cambiamento epocale, rendendo consapevoli tutti i cittadini (in particolare quelli del Mezzogiorno) della possibilità di svolgere da remoto molte azioni in precedenza effettuate in presenza. Si tratta di una consapevolezza che è stata acquisita anche dalle imprese, in modo particolare dalle PMI (di cui si compone in maniera notevole il tessuto produttivo e imprenditoriale della Regione): in particolare – ha affermato Luigi Nicolais, Presidente, Campania Digital Innovation Hub – sono state svolte diverse attività per far capire a questi attori i numerosi vantaggi provenienti dalla tecnologia. Per Nicolais importante, inoltre, indurre le diverse amministrazioni a dialogare ed abbracciare il cambiamento (molto spesso si ha difficoltà ad abbandonare sistemi obsoleti).
L’utilizzo degli strumenti digitali si è rivelato essenziale anche nella gestione dell’emergenza sanitaria. Ad introdurre il discorso è stato Ettore Cinque, Assessore Bilancio, Finanziamento del Servizio Sanitario Regionale, Regione Campania che ha ribadito come il Covid-19 abbia provocato un’accelerazione micidiale dei processi, inducendo gli enti territoriali a superare tante ritrosie del passato. Per Cinque il 90% delle attività realizzate con il Covid verrà utilizzato per la gestione del paziente cronico. I prossimi passi? Come dichiarato da Roberto Ascione, CEO e Founder, Healthware Group il futuro sarà l’umanizzazione della cura, nonché la medicina territoriale, resa possibile proprio grazie alla componente digitale applicata al settore sanitario, come farlo? Come Machine Learning e Big Data possono essere applicati in campo medico? Come affermato da Alessandro Perrella, Dirigente Divisione Malattie Infettive ed Immunologia, AORN Ospedale dei Colli (Monaldi – Cotugno – CTO), «con una solida ricerca scientifica alla base».
Quali altre attività realizzare con l’arrivo dei fondi del Recovery Fund? Ciò che si cerca di promuovere è anche uno sviluppo green e sostenibile: a parlarne è stata Maria Grazia Falciatore, Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Programmazione Unitaria, Regione Campania secondo cui sarà importante, altresì, una forte sinergia in fase di programmazione.
Un ulteriore ambito su cui sta lavorando all’interno della Regione e in relazione a cui si rilevano notevoli opportunità di intervento con il Recovery Plan è quello del trasporto pubblico locale e della mobilità, i cui interventi dovranno essere misurati in termini di impatto e monitorati. Ad affrontare la questione sono stati, tra gli altri, Mario Nobile, Direttore Generale Sistemi Informativi e Statistici, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile e Luca Cascone, Presidente Commissione Urbanistica, Lavori Pubblici e Trasporti, Consiglio Regionale della Campania secondo i quali sarà fondamentale una forte collaborazione tra centro e periferia. Per Nobile, infine, i temi di innovazione sono di frontiera: è necessario il coraggio di spingere su progetti nuovi di cui si parla da tempo (ad esempio il Mobility as a Service – MaaS).
Un turismo in punta di piedi: la Regione che accoglie la capitale italiana della cultura nel 2022
Già prima dell’impatto del Covid, il settore turistico necessitava di una forte rivisitazione in chiave digitale: per abbracciare nuovi target di utenza sempre più veniva richiesto all’offerta di ampliare i propri servizi e inaugurare nuove forme di turismo basate su componenti quali la gamification e l’esperienza. Adesso, dopo la crisi che ha colpito il settore (dovuta soprattutto ai diversi lockdown e al blocco degli spostamenti) si rende più che mai necessario pensare a un nuovo modo di fare turismo. In questo senso – afferma Agostino Riitano, Direttore della Candidatura “Procida Capitale Italiana della Cultura 2022” – è di estrema rilevanza il tema della condivisione della cultura. Per Riitano, inoltre, l’innovazione non è tale se non viene concepita anche nella sua componente sociale. Infine, ciò che si vuole proporre – conclude Riitano – è un turismo lento, in punta di piedi, che permetta a chi viaggia di porsi in relazione e ascolto con l’altro.
Fondamentale altresì la creazione di un ecosistema che, come riportato da Rosanna Romano, Direzione Generale pe le Politiche Culturali e il Turismo, Regione Campania, rappresenta soprattutto «una rete da tessere composta di pensieri, contenuti e fabbisogni che poi prendono forma attraverso l’innovazione tecnologica».
Sviluppo infrastrutturale: il trade off tra lo sviluppo delle nuove tecnologie e la privacy
La modernizzazione e resilienza infrastrutturale è una condizione necessaria e imprescindibile che deve essere coinvolta nel processo di digitalizzazione. Ad affermarlo è stato Marco Bellezza, Amministratore Delegato, Infratel Italia. Se, però, da un lato la connettività rappresenta una forma di inclusione economica e sociale (aspetto reso ben visibile nell’ultimo anno), dall’altro particolare attenzione va dedicata al diritto alla privacy. Durante l’emergenza il tema è stato a lungo discusso: si consideri, ad esempio, l’app di contact tracing Immuni, basata su un sistema decentralizzato che a lungo ha portato a interrogarsi su quale diritto rendere prioritario (quello della salute o della privacy?). In realtà, come riportato da Cosimo Comella, Responsabile Dipartimento Tecnologie Digitali e Sicurezza Informatica, Garante per la Protezione dei Dati Personali, il «diritto alla privacy è fondamentale nel contesto europeo, ma non è un diritto che prevale sugli altri: fondamentale bilanciamento e compensazione dei valori in gioco».