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Cloud Computing: iniziative, ostacoli, opportunità per aziende ed organizzazioni

 

Per il 2022 si attende una sempre maggiore attenzione da parte della funzione ICT verso i progetti e le iniziative di Cloud Transformation. È quanto emerge dalla Digital Business Transformation Survey 2022, condotta da The Innovation Group tra gennaio e febbraio 2022 su un campione di 213 aziende italiane appartenenti a diversi settori e dimensioni. In particolare, dall’analisi è emerso che, nel 2022, oltre la metà del campione (56%) prevede di promuovere attività in ambito Cloud e Security (si tratta soprattutto di aziende ed organizzazioni con oltre 1.000 dipendenti), mentre nel 43% dei casi saranno sviluppate attività volte all’integrazione e all’interoperabilità dei dati e nel 42% di smart working e digital workspace (anche se rispetto agli scorsi anni diminuisce l’interesse, un aspetto da ricondurre principalmente al fatto che la maggior parte degli investimenti in quest’ambito sono stati effettuati gli anni scorsi).

Fonte: TIG, 2022

In particolare, tra le iniziative Cloud che si prevede di effettuare nel 2022, la maggior parte del campione prevede di automatizzare le procedure (53% dei rispondenti, un’attività nella maggior parte dei casi già svolta nel 2021) e ottimizzare l’attuale utilizzo del Cloud per risparmiare i costi (45%). Inoltre, per quest’anno, rispetto allo scorso, si attende un forte aumento nel passaggio da software on-prem a SaaS, dell’espansione dell’utilizzo del Public Cloud e del miglioramento delle attività di reporting sul Cloud.

Si tratta, tuttavia, di attività la cui realizzazione non è priva di ostacoli. In particolare, nel passaggio al Cloud, gli elementi considerati di maggiore criticità sono la necessità di preservare la sicurezza di dati, applicazioni e infrastrutture (considerato Molto o Moltissimo critico dal 73% del campione e, in particolare, da aziende con più di 2.500 dipendenti operanti in ambito Finance e Servizi e organizzazioni pubbliche), avere competenze necessarie a supporto delle attività (considerato Molto o Moltissimo critico dal 68% dei rispondenti, un aspetto considerato come criticità in maniera diffusa da tutto il campione) e riuscire a garantire la continuità del servizio (un aspetto considerato Molto o Moltissimo critico dal 65% del campione, soprattutto organizzazioni pubbliche e istituti finanziari di grandi dimensioni). In particolare, la necessità di disporre di competenze adeguate che supportino il percorso di migrazione al Cloud è stata ben evidenziata anche da Anna Ascani, Sottosegretaria di Stato, Ministero dello Sviluppo Economico, che, ad una recente web conference organizzata da The Innovation Group[1], ha ribadito l’importanza di «costruire elementi di consapevolezza soprattutto a partire dalle scuole». Per Ascani, inoltre, per favorire una più ampia adozione e diffusione del Cloud è importante intervenire con adeguate misure di accompagnamento e di sostegno alla domanda di connettività (al riguardo, si ricorda, il Governo sta lavorando molto con le PMI per garantire al loro interno servizi performanti di connettività, oltre che sull’erogazione dei voucher di connettività alle famiglie).

Fonte: TIG, 2022

Nella migrazione al Cloud viene, altresì, posta particolare attenzione anche alla scelta dei fornitori che dovranno supportare tale attività e, in particolare, alle competenze tecnologiche (nel 74% dei casi) e alle capacità progettuali di cui dispongono (57% dei casi), aspetti indicati soprattutto da aziende di grandi dimensioni (oltre 2.500 dipendenti). Una minore attenzione (seppur comunque elevata) viene, invece, dedicata al ruolo consulenziale/di advisory svolto dai propri partner (50% dei rispondenti) e alle partnership concluse con i principali Cloud provider (43%).

Le attese per il medio-lungo periodo

Il forte interesse (da parte di aziende ed organizzazioni pubbliche) verso le soluzioni di Cloud Computing rilevato per il 2022 proseguirà e si consoliderà anche nei prossimi anni.

Secondo l’analisi, infatti, nei prossimi tre anni tenderà a scomparire la presenza di soluzioni solo on prem (il 2% del campione si esprime in questo senso contro il 15% che dichiara di farvi ricorso allo stato attuale) a favore di soluzioni Multi e Hybrid Cloud (ad aspettarsi che tra tre anni la propria azienda/organizzazione farà ricorso a tali soluzioni è il 67% del campione, una tendenza comunque osservabile già allo stato attuale) e Pure Cloud (il 25% del campione dichiara che tra tre anni la propria azienda sarà full cloud, contro il 4% di oggi). Va, tuttavia, chiarito che anche in quest’ultimo caso si preferiranno soluzioni Multi Cloud più che affidarsi ad un solo vendor.

Fonte: TIG, 2022

Per i prossimi anni si attende, dunque, una forte crescita nell’utilizzo del Cloud da parte sia di aziende sia di organizzazioni pubbliche. Se, infatti, come rilevato in precedenza, allo stato attuale la tendenza è quella di affidarsi a soluzioni Multi e Hybrid Cloud (pur essendoci una discreta presenza di soluzioni solo on prem), tra tre anni si prevede uno scenario in cui, pur essendovi sempre la compresenza di più tipologie di Cloud (e di diversi provider), le soluzioni on prem andranno a scomparire a favore di una maggiore diffusione di chi sceglierà di essere full cloud.

Tuttavia, la condizione abilitante perché ciò accada sarà garantire un adeguato sviluppo infrastrutturale che sia soprattutto omogeneo in tutto il territorio nazionale (si considerino in particolare le aree bianche e grigie). Senz’altro negli anni l’Italia ha accumulato gravi ritardi da questo punto di vista (secondo l’ultima edizione dell’indice DESI[2], l’Italia è al 25esimo posto – su 27 Paesi – per l’utilizzo complessivo della banda larga fissa) ma il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al riguardo dedica ampio spazio e notevoli investimenti (si pensi, in particolare, all’investimento “Reti ultraveloci – Banda ultralarga e 5G” a cui vengono dedicati circa 6,7 miliardi).

In questo senso, dunque, l’auspicio è che la forte domanda di servizi Cloud a cui si sta assistendo (e a cui sempre più si assisterà nei prossimi anni) sia supportata da adeguati sviluppi infrastrutturali e servizi di connettività in grado di sostenerla, oltre che specifici interventi (in particolare per quanto riguarda le competenze e la sicurezza delle informazioni) volti a risolvere alcune delle principali problematiche che finora ne hanno limitato una più ampia diffusione.


[1] Per maggiori informazioni: https://www.theinnovationgroup.it/events/cloud-ultrabroadband-5g/?lang=it

[2] Per maggiori informazioni: https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/desi

 

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