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Cavalcare l’onda dell’AI , il “rinoceronte grigio” nel corridoio delle Banche

 

I risultati di bilancio delle banche italiane mostrano che il 2023 è stato uno degli anni migliori di sempre, superando le aspettative e i risultati di molte banche straniere.

La crescita dei profitti è stata principalmente dovuta all’aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE. L’outlook per il 2024 rimane positivo, come dimostrato dai dati del primo trimestre, anche se il picco dei tassi nel 2023 porterà a una rimodulazione al ribasso nella seconda metà del 2024. Inoltre, dopo un 2023 in calo, si è osservata una ripresa dei ricavi commissionali, aumentati tra il 6% e il 10%.

La normalizzazione dei tassi deve incentivare le banche a prepararsi adeguatamente, affrontando le incertezze macroeconomiche e geopolitiche, la crescente pressione competitiva, e l’impatto delle nuove tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale e le tecnologie di GenAI basate su modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM).

Le banche devono fare un salto ulteriore di qualità e quantità nel processo di trasformazione e innovazione digitale per essere preparate a nuovi “cigni neri” sempre in agguato,  legati in primis all’ instabile  situazione geopeolitica,  ma anche ai  nuovi “rinoceronti grigi”, se sottovalutati.  

Un rinoceronte grigio è un evento/fenomento/fattore altamente probabile e di forte impatto, qualcosa di cui dovremmo renderci conto, (come suo cugino l’elefante nella stanza) , ed è qualcosa che dovremmo essere in grado di vedere chiaramente per via della sua portata.  Infatti, qualcosa di così imponente deve pur ricevere l’attenzione che merita. Al contrario è proprio l’ovvietà di questi pachidermi a fare parte di ciò che ci rende così incapaci di agire perché a volte non siamo in grado di riconoscere ciò che è ovvio, e quindi di prevenire impatti altamente probabili sia positivi che negativi: quelli rispetto ai quali siamo in grado di fare qualcosa. Alcuni esempi li conosciamo già come il cambiamento climatico e, appunto, la nascita e lo sviluppo di tecnologie radicali e rivoluzionarie come l’AI. Tutte queste sfide, come i rinoceronti che pascolano all’orizzonte, si delineano come minacce lontane all’inizio. Più si avvicinano più alti sono i costi da sostenere per intervenire e più ci convinciamo che sono lontani più è improbabile che faremo qualcosa, facendoci rimanere immobili mentre la minaccia viene verso di noi.

Il settore dei servizi finanziari, secondo diverse analisi, è quello che più sarà impattato dall’utilizzo di tecnologie di AI, con aumenti previsti di produttività di circa  il 27% e con un incremento complessivo del valore aggiunto nel settore di circa 23 miliardi di Euro se l’adozione sarà pervasiva in tutti i processo della banca.

Occorre anche dire che nella recente relazione del Governatore della Banca d’Italia si evidenzia “come gli investimenti in tecnologie innovative realizzati dagli intermediari italiani sono quadruplicati dal 2017, ma rimangono limitati, e per le banche significative sono inferiori a quelli delle concorrenti europee. Vanno incrementati: sarebbe un grave errore accumulare ritardi su questo fronte.” *

Nonostante l’aumento degli ultimi anni, in Italia gli investimenti in tecnologie innovative (come intelligenza artificiale, cloud, blockchain e big data) sono rimasti nel complesso ridotti, pari al 5% della spesa complessiva in tecnologie che facilitano l’elaborazione delle informazioni, e sono concentrati presso un numero contenuto di banche.

L’IA è già una realtà nel settore bancario. Quasi tutte le banche italiane stanno utilizzando o pianificando di utilizzare l’AI, con molti progetti di AI Generativa in fase sperimentale o di implementazione. Queste istituzioni vedono l’AI non solo come un’opportunità di crescita, ma anche come una necessità per rimanere competitive.

Poter sfruttare appieno il potenziale dell’IA generativa, è necessario affrontare le sfide e i rischi legati all’integrazione, alla formazione, alla compliance, all’affidabilità e all’etica delle soluzioni sviluppate. Il settore finanziario è in testa nella corsa all’IA generativa, ma deve continuare a innovare, sperimentare nuovi casi d’uso e incominciare a strutturarsi per portare quelli più di valore a scala per tutta la banca

L’AI può essere un “rinoceronte grigio” per quelle banche che non si attrezzano con un approccio strategico complessivo alla sua adozione e utilizzo.  La prospettiva, che è ormai una certezza, di una accelerazione dell’utilizzo esteso delle tecnologie digitali, con l’AI può avere un impatto generalizzato su prodotti e servizi, sui modelli e processi operativi in tutti i segmenti del banking: dalla banca commerciale retail e corporate, al risparmio gestito, ai pagamenti.

Il potenziale inespresso del valore dei dati interni ed esterni della banca, che l’AI è in grado di sfruttare, continuerà a crescere. Ciò permetterà di rivedere i processi bancari per migliorarne la semplicità e la produttività, andando oltre le attività transazionali per ottimizzare le funzioni relazionali e di conoscenza nei processi di front e back office. I casi d’uso dell’AI sono trasversali a tutti i processi aziendali, consentendo di aumentare l’efficienza, migliorare la relazione con i clienti attraverso un ingaggio più personalizzato e conversazionale, e creare nuovi modelli di business monetizzando i dati.

Se l’AI, potenzialmente, possa costituire la prossima frontiera della produttività e redditività per le banche sarà al centro del prossimo “Banking Summit” di The Innovation Group.

È necessario che le banche passino velocemente dalla fase prototipale con sviluppi sui diversi use-case, in alcuni casi con troppa dispersione, alla capacità di mettere a scala progetti di impatto complessivo che generano valore. Oggi la maggior parte delle banche italiane sono ancora in una fase prototipale e alla ricerca di un posizionamento, anche interno, strategico dell’AI nel portafoglio di innovazione.

È importante saperne gestire l’impatto sia interno che esterno in modo responsabile dell’utilizzo esteso delle tecnologie di AI, poiché siamo ancora in una   fase di evoluzione delle tecnologie disponibili molto veloce


Il  processo di evoluzione e trasformazione delle banche è guidato parallelamente alla tecnologia, anche dalla roadmap che il regolatore sta dando su diversi segmenti cruciali dell’industria bancaria dalla gestione dei nuovi rischi operativi con DORA, alla gestione degli asset digitali con MICAR e alla tutte le normative legate alle tematiche ESG che quest’anno avranno un impulso con l’avvio della  CSDR, alla nuova retail investment strategy  a normative specifiche come l’AI act a livello europeo.

Occorre ad esempio che le banche siano di fianco nel processo di definizione e realizzazione del modello alla base dell’euro digitale perché costituirà un ulteriore elemento di innovazione e trasformazione tecnologica non solo nei pagamenti ma nel rapporto complessivo tra banche e clienti.

Naturalmente occorre settare realisticamente le aspettative nell’utilizzo di queste nuove tecnologie e i relativi rischi che si estendono  all’impatto sul lavoro delle persone, sulla reputazione e sulla fiducia delle banche verso clienti e vari stakeholder, sulla crescita del capitale umano, senza creare un nuovo digital-divide interno alle banche e verso i clienti.

 

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