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La situazione vissuta dalle aziende negli ultimi mesi è stata eccezionale, un “esperimento globale” di lavoro da casa, come hanno detto in molti. Quello che una volta era un privilegio per pochi, nel giro di pochi giorni è diventato un obbligo per tutti.
Bankitalia e Istat continuano a rivedere al ribasso le stime del PIL per il 2020 mentre parte il contact tracing in Italia: se da un lato per Immuni è boom di download, dall’altro l’app non è compatibile con tutti gli smartphone.
Un’analisi della CGIL rileva la necessità di regolamentare lo smart working per garantire al dipendente il diritto «a disconnettersi» e il giusto bilanciamento tra lavoro e vita personale. La discussione sarà affrontata il prossimo 5 giugno durante la web conference di TIG.
È un fatto assodato che lo shock dell’emergenza Covid-19 ha avuto come conseguenza un ricorso senza precedenti allo smart working. Il tema – molto rilevante per il nostro futuro – sarà al centro dei lavori della web conference di TIG organizzata per il prossimo 5 giugno.
L’automazione intelligente è sempre più al centro dell’agenda strategica e tattica di ogni organizzazione. Con IA (Intelligent Automation) si intende l’insieme delle tecnologie che abilitano sia una trasformazione sia un’automazione dei processi di business.
Come è successo per molti settori, anche nella PA la crisi ha portato all’accelerazione di processi già in atto ma che in condizioni di normalità avrebbero richiesto tempi più lunghi. Come è avvenuto? Se ne è parlato alla web conference di TIG in cui, tra gli altri, è intervenuta la Ministra per la PA Fabiana Dadone.
Nel 2020 la spesa globale IT subirà un calo dell’8% su base annua, durante la quarantena è volato l’e-commerce ma gli italiani temono di subire truffe online. Nel frattempo la trade war si è spostata sui chip. Continua il braccio di ferro USA-Cina.
L’attuale crisi della shared mobility va imputata soprattutto alla riduzione della domanda di mobilità. Se questo è stato vero durante il lockdown, nella fase di ripresa c’è il timore che il trasporto in sharing possa essere meno sicuro rispetto a quello con il mezzo privato.