Pubblicati i risultati del secondo trimestre 2019 delle principali tech company. Prosegue il successo di chi scommette sui servizi (Cloud e advertising su tutti), ma per il futuro i veri interrogativi riguardano Apple e la trade war. I promossi e bocciati di TIG.
Pubblicate la scorsa settimana le trimestrali delle principali tech company. Il quadro che emerge è piuttosto vario: se in quasi tutti i casi si può parlare di utili netti in crescita, in realtà i risultati dei primi tre mesi del 2019 meritano un’interpretazione più approfondita. Tra colpi di scena, cambi di rotta e politiche aggressive è chi punta sui servizi (Cloud) e sull’advertising online ad avere la meglio, con la presenza di Huawei che incombe.
Lo scorso 12 marzo si è tenuta la quarta edizione dell’AWS Summit, evento dedicato ai servizi e alle tecnologie AWS per presentare le best-practice e i trend nel mercato del cloud (e non solo). Buone notizie per l’Italia: una region aprirà in Italia inizio 2020 e l’annuncio d’una nuova iniziativa per le PMI.
L’industria automobilistica sta affrontando una trasformazione senza precedenti che potrebbe creare in 10 anni un (nuovo) mercato della mobilità. Il nuovo scenario della mobilità nascerà dalla fusione dell’industria automobilistica “tradizionale” con nuove funzionalità delle vetture autonome ed elettriche.
Lo scorso primo di Novembre Apple ha rilasciato i risultati del Q4 2018 terminato a fine settembre. Nonostante la performance finanziaria positiva e solida, la decisione di non rendere più visibile in futuro i dati sui volumi delle vendite dei dispositivi ha destato non pochi timori tra gli investitori. Dall’analisi deriva che, per rassicurare gli investitori, Apple dovrà essere sempre più una società che sviluppa e vende servizi integrati e non solo dispositivi hardware.
Dal 23 al 25 Ottobre, si è svolta la 55° edizione dello SMAU Milano, il Salone Macchine e Attrezzature per Ufficio e la principale fiera italiana legata all’ICT, organizzata presso Fieramilanocity, nel cuore del capoluogo lombardo.
Amazon stesso commercializza i propri prodotti sulla piattaforma e si tratta quindi di capire se le informazioni che deriva dai propri competitor producano un vantaggio competitivo per l’azienda, e se ciò costituisca un abuso di posizione dominante.
In seguito allo scandalo di Cambridge Analitica e proseguendo con l’entrata in vigore del GDPR, Facebook e numerosi altri social media sono stati posti enormemente sotto pressione. In aggiunta a tali questioni però, bisogna interrogarsi sulla continuità e capacità innovativa dei social media tradizionali.
