Sempre di più le aziende italiane approcciano al paradigma Industria 4.0 ma rispetto ai competitor europei ed internazionali siamo ancora indietro. Promuovere un manufacturing “smart” rappresenterebbe un vantaggio competitivo importante soprattutto per l’Italia, paese leader nella manifattura.
Il Covid-19 ha accelerato il processo di centralizzazione del cliente: per uscire dalla crisi, è oggi più che mai evidente la necessità di tenere il passo con le aspettative dei clienti.
The Innovation Group, all’interno della propria DBT Survey di gennaio 2020, indagine annuale sull’adozione di processi di trasformazione digitale, ha rivolto ai rispondenti del settore industriale alcune domande specifiche sui progetti di Smart Manufacturing in corso.
L’emergenza legata alla pandemia Covid19 ha segnato profondamente le imprese italiane: secondo un recente sondaggio di TIG su 140 aziende italiane, il 62% delle aziende prevede una riduzione del fatturato per quest’anno e solo il 16% non teme alcun effetto negativo.
Nel 2019 le aziende hanno considerato la trasformazione digitale come parte integrante delle proprie strategie di Business, sviluppata nella maggior parte dei casi per promuovere l’innovazione in azienda. Potremmo dire lo stesso anche per il 2020?
Quella causata dal coronavirus è una situazione di cui non si riesce a prevedere la fine: l’emergenza che sta già duramente mettendo alla prova diversi settori dell’economia globale, avrà delle ricadute non trascurabili anche per l’economia italiana e soprattutto per le eccellenze del Made in Italy.
I comportamenti e le aspettative dei clienti sono in rapida evoluzione. Ogni istante del rapporto con il consumatore deve diventare veloce, interattivo, coinvolgente: dall’acquisto, al pagamento, al consumo.
Le persone hanno iniziato a dare sempre più importanza alle esperienze vissute e al proprio stile di vita. Questa recente tendenza è comune a tutte le generazioni, ma è particolarmente sentita tra i giovani.