N. Febbraio 2020
a cura di Carmen Camarca
Analyst, The Innovation Group
Già qualche tempo fa avevamo parlato del cambiamento (non privo di difficoltà) che sta impattando l’industria televisiva[1]. All’epoca la questione era come la TV tradizionale avrebbe dovuto far fronte alla concorrenza agguerrita dei nuovi colossi dello streaming (in particolare Netflix), molto apprezzati dagli utenti nonostante la capacità di comprenderne i desiderata in maniera “pericolosa” (attraverso dettagliatissime analisi dei dati), una problematica che era stata affrontata dai diversi stakeholder concludendo partnership e accordi. In quell’occasione, quasi profeticamente, affermavamo di trovarci “in una delicata fase di transizione dove l’ambizione è quella di costruire servizi globali con la consapevolezza che vi riuscirà solo chi ha i contenuti di maggior qualità e le piattaforme di distribuzione più sofisticate”. È questa, infatti, la strategia che è stata sviluppata, in particolar modo, da Netflix che sta dedicando sempre maggiori investimenti ai propri contenuti, un piano adottato qualche anno fa e potenziato ulteriormente nell’ultimo periodo: nel 2018 la società ha speso 12 miliardi di dollari per produrre e creare contenuti, nel 2019 quasi 15, una cifra che, secondo la società BMO Capital Markets, salirà a 17,3 miliardi, un valore, come affermato da La Repubblica, pericolosamente vicino alle revenue.
Fonte: Netflix
Ad ogni modo la strategia dei contenuti sembra (almeno finora) quella giusta: non si dimentichi che quest’anno Netflix ha ricevuto 24 nomination agli Oscar e ha concluso il 2019 con 34 candidature ai Golden Globes (anche se poi ne ha vinti solo due), traguardi mai raggiunti prima da una piattaforma streaming. A ciò si aggiungano i soddisfacenti risultati del Q4 2019[2] in base ai quali, nell’ultimo trimestre del 2019, il colosso dello streaming ha riportato entrate pari a 5,47 miliardi di dollari (contro i 5,45 attesi) in aumento del 30% rispetto ai 4,2 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Bene anche gli utili netti, pari a 587 milioni rispetto ai 134 milioni dello stesso trimestre dello scorso anno e gli utili per azione, 1,30 dollari (contro i 52 centesimi stimati dagli analisti).
Fonte: La Repubblica, 2019
In ogni caso, nonostante l’aumento complessivo degli abbonati sia stato superiore alle previsioni (negli ultimi tre mesi si sono aggiunti 8,76 milioni di utenti contro i 7,65 anticipati), il numero di abbonati USA, il principale mercato di riferimento per l’azienda, è diminuito (nei tre mesi considerati i nuovi utenti sono stati circa 423.000, meno degli oltre 600.000 attesi, complice anche l’arrivo sul mercato di Disney +, avvenuto lo scorso novembre). L’azienda si è, inoltre, mostrata cauta anche con riferimento ai pronostici per il trimestre in corso, periodo in cui Netflix ha annunciato di aspettarsi la conquista di altri 7 milioni di utenti (meno dei 7,82 indicati dagli analisti), prevedendo utili per azione di 1,66 dollari e fatturato di 5,73 miliardi (contro i 5,76 miliardi previsti).
Certo, la “streaming war” non è stata finora priva di effetti e probabilmente continuerà ad impattare sui bilanci di Netflix. Inoltre, Disney + (in grado di raggiungere, a pochi giorni dal suo debutto, 10 milioni di abbonati) ha annunciato che anticiperà di una settimana il suo ingresso in Europa, una novità che potrebbe influire sulla curva di crescita del numero di abbonati, provocandone una battuta di arresto. Ma Netflix ha dalla sua un “potere” enorme: gli utenti accettano di essere “sorvegliati” se questo poi si traduce in servizi user friendly e contenuti di successo, una verità ineluttabile che il colosso californiano sa bene, non a caso Ted Sarandos, Chief Content Officer di Netflix, qualche tempo fa affermava “Più contenuti, più gente che guarda. Più gente che guarda, più soldi che entrano. Più soldi che entrano, più contenuti. Crescere è un destino”.
[1] https://www.theinnovationgroup.it/newsletter-hidden/la-nuova-delle-tv-battaglia-ad-armi-pari/?lang=it
[2] https://s22.q4cdn.com/959853165/files/doc_financials/2019/q4/FINAL-Q4-19-Shareholder-Letter.pdf
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