Di Smart Home ormai se ne parla da diverso tempo e sicuramente quello domestico è uno degli ambiti applicativi più noti in relazione all’IoT: quando si parla di oggetti connessi, spesso e volentieri i primi ad essere citati sono infatti elettrodomestici e lampadine.
Sicuramente questa familiarità è da attribuire alla diffusione degli oggetti in questione (non tutti si trovano quotidianamente ad interagire in prima persona con un impianto industriale o una rete di distribuzione), ma non si può ignorare il grande potenziale che queste applicazioni possono avere per i singoli individui e per tutte le aziende che ruotano attorno all’ecosistema domestico.
D’altra parte, uno dei grandi ostacoli che ancora oggi frena la diffusione pervasiva di questo paradigma riguarda la mancanza di integrazione tra le varie soluzioni Smart all’interno della casa: la difficoltà di comunicazione e interazione tra gli oggetti, per lo più imputabile all’assenza di standard condivisi e piattaforme di integrazione, non consente infatti il pieno sfruttamento del potenziale di queste soluzioni e, di conseguenza, del mercato sottostante.
A questo riguardo, la società svizzero- tedesca digitalSTROM, specializzata in tecnologia per la Smart Home, ha sviluppato grazie anche al supporto della piattaforma Fast Data di TIBCO – che consente di portare in cloud la casa connessa, dove i dati possono essere integrati ed analizzati per generare informazioni e coordinare le interazioni – un ecosistema domestico totalmente integrato partendo da un morsetto delle dimensioni di un lego. Questo “mattoncino”, grazie ai chip integrati al suo interno, abilita tutti i dispositivi ellettrici, dalle luci agli elettrodomestici e ai dispositivi IP, a connettersi e a trasformarsi in dispositivi IoT.