N. Giugno 2019
a cura di
Ezio Viola, Managing Director
e Carmen Camarca, Analyst
The Innovation Group
Questo mese abbiamo fatto colazione con…
Dario Pagani, Executive Vice President & CIO, Eni
Cosa vuol dire promuovere percorsi di Trasformazione Digitale per un’industria leader del settore energetico? A quali benefici porta l’implementazione delle soluzioni digitali nell’Industria dell’Oil&Gas? Ce ne ha parlato Dario Pagani, Executive Vice President & CIO di Eni che ha raccontato dell’impegno dell’azienda di creare un business energetico sostenibile, basato su approcci circolari e di green economy senza, tuttavia, tralasciare il benessere e la sicurezza dei propri dipendenti, sfide il cui successo sarà in parte determinato dall’efficacia delle tecnologie utilizzate.
Quali sono le maggiori sfide che sta affrontando l’industria dell’Oil&Gas e quali sono i principali obiettivi della Digital Transformation di Eni? A che punto siete con la vostra strategia di Trasformazione Digitale?
Nel settore energy la trasformazione digitale ha diverse sfumature: innanzitutto conciliamo l’evoluzione digitale con alcune delle attività “storiche” di Eni quali l’esplorazione, la ricerca geofisica, ambiti in cui è necessario l’utilizzo e l’analisi di Big Data e grandi capacità di calcolo.
Stiamo sviluppando iniziative anche sul tema del printing (che si sta concentrando prevalentemente su Artificial Intelligence e Machine Learning) e verso l’Asset Integrity, considerata una top priority del nostro percorso di digitalizzazione (in questo caso lavoriamo su attività di IoT, sensorizzazione, Predictive Maintenance, ottimizzazione delle produzioni, efficienza energetica).
Dall’anno scorso siamo partiti con un progetto pilota volto a creare una lighthouse nel Centro Olio Val d’Agri in cui stiamo sviluppando meccanismi di gestione della manutenzione predittiva basati su algoritmi in grado di suggerire alcuni tipi di conduzione degli impianti e di monitorarli per predirne i guasti. Oltre a queste attività è di assoluto rilievo tutto quello che il digitale può attivare per garantire la sicurezza dei nostri operatori: con dispositivi wearable possiamo, ad esempio, monitorare i nostri operatori, vedere dove lavorano e intervenire qualora fossero in pericolo.
L’attività di Eni, operando anche in ambito retail, è caratterizzata da una forte attenzione al cliente: ad esempio, la revisione della piattaforma del car sharing con Enjoy ci ha permesso di sviluppare nuovi servizi end user.
Nell’ambito della digitalizzazione vanno menzionate anche le funzioni di supporto e in particolare l’utilizzo di RPA e, quindi, automatizzazione di controlli/transazioni a basso valore aggiunto e in modo molto mirato e utilizzo di Big Data e Data Lake per poter accedere ai dati in modo più condiviso.
Qual è il ROI sul business di queste iniziative?
Nel Piano Strategico 2019-2022 di Eni, tra i principali obiettivi, si prevede una crescita della produzione del 3,5% su base annua fino al 2025, senz’altro una parte di quest’aumento riguarda anche la digitalizzazione. Il Piano prevede, inoltre, l’adozione di una strategia di “carbon neutrality”, con l’obiettivo di eliminare le emissioni nette nel settore upstream entro il 2020: molti interventi in quest’ambito saranno consentiti dall’applicazione delle nuove tecnologie digitali.
Di che tipo di ritorni si tratta?
Per alcune attività i ritorni consistono in un aumento dell’efficienza, per altre in un miglioramento della produttività. Pensiamo, ad esempio, al tema della safety: ridurre il margine di errore rappresenta per noi un grande vantaggio in termini reputazionali.
Ci sono dei progetti innovativi sviluppati grazie alla tecnologia che meritano di essere menzionati?
In ambito Machine Learning abbiamo testato degli algoritmi sulla nuova lighthouse del Centro Olio Val d’Agri: grazie a queste attività sta cambiando notevolmente la conduzione dell’impianto. E abbiamo intenzione di estendere il progetto anche in ambito internazionale. Un altro settore che sta dando notevoli risultati è quello dell’esplorazione, dove possiamo intervenire su alcuni aspetti: in quest’ambito una tecnologia di grande potenzialità è il Digital Twin, il cui utilizzo ancora non è maturo ma che potrebbe portarci ad avere maggiori successi.
Sulla parte robotics ed RPA, invece, riusciamo ad ottenere recupero di efficienza.
Come gestite la liberazione delle risorse utilizzando, appunto, RPA?
Facciamo molto ricorso a terze parti e lavoriamo con la divisione HR di Eni per individuare le competenze future e per capire cosa implica la trasformazione digitale anche in termini di formazione delle risorse. Altro tema fondamentale è il turnover generazionale, questo è relativamente un problema, e stiamo liberando risorse che possiamo indirizzare verso altre attività.
Eni sviluppa numerose attività e progetti sui temi della sostenibilità e della circular economy. Qual è il differenziale del digitale in quest’ambito, alla luce anche della Corporate Social Responsibility di Eni?
Il digitale può fare molto, soprattutto sul greenfield e nell’ambito delle rinnovabili. Nello sviluppo di un processo si tiene conto dell’utilizzo di tecnologie che si appoggiano sulla digitalizzazione oltre che sul tema della ricerca: nel passaggio da un’economia di tipo lineare a una circolare l’utilizzo di strumenti digitale si rivela molto utile. Pensiamo al già citato tema della decarbonizzazione: per raggiungere nel 2030 una situazione di carbon neutrality è inevitabile un’elevata componente tecnologica.
Si tratta di aspetti di priorità assoluta nella nostra strategia e di attività che vogliamo portare avanti per fare in modo che l’industria energetica si muova dall’Oil&Gas verso un business fondato sull’utilizzo di rinnovabili.
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