Il sistema dei Trasporti dovrà confrontarsi a breve con le misure decise dal Governo per garantire una ripresa conforme al mantenimento di un basso numero di contagi da Covid-19. Ma secondo il TPL lombardo bisognerebbe togliere il vincolo della distanza di un metro nel trasporto pubblico, in particolare in bus e metro: è stato stimato infatti che questo limiterebbe la capacità di carico dei mezzi al 25-30%.
Il MIT ha pubblicato il 27 aprile le “Linee guida” per il trasporto pubblico: sul sito di TTS Italia, sono riassunte le misure previste, e la lista è lunghissima. Tra le principali:
- Accessi contingentati a punti di accesso di ogni tipo (stazioni, aeroporti, porti)
- Predisposizione di piani operativi per differenziare i flussi di salita e discesa da un mezzo di trasporto e limitare gli spostamenti all’interno dei punti di accesso e nelle aree di sosta
- Obbligo di distanziamento di un metro a bordo dei mezzi di trasporti, nelle stazioni, aeroporti e porti e in tutti i luoghi di transito e sosta dei passeggeri
- Mascherina obbligatoria per i passeggeri per qualsiasi mezzo di trasporto.
- Sistematica sanificazione e igienizzazione dei locali, dei mezzi di trasporto e dei mezzi di lavoro utilizzati da viaggiatori e/o lavoratori secondo le modalità definite del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità;
- Installazione di dispenser di soluzioni disinfettanti nelle stazioni, negli aeroporti, nei porti e sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza;
- Eccetera.
Nel giro di 2 giorni è arrivata la risposta del TPL lombardo. In una lettera congiunta, Agens (con il presidente Arrigo Giana che è il DG di Atm) e Asstra (con Andrea Gibelli, presidente di Ferrovie Nord Milano) si rivolgono al ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, chiedendo di rivedere le regole di accesso al trasporto pubblico.
Il problema principale, secondo il TPL lombardo ma valido anche per il resto del Paese, è garantire la distanza di un metro nel trasporto pubblico, in particolare in bus e metro: è stato stimato infatti che questo limiterebbe la capacità di carico dei mezzi al 25-30%. Il problema è quindi come rispondere a una domanda, che magari non subito, ma nei mesi successivi, potrebbe diventare elevata. Il rischio è quello di moltiplicare le code degli utenti in attesa, quindi creare sovraffollamento nelle aree di attesa delle stazioni e alle fermate (con conseguenze gravi in termini di possibili nuovi contagi) e spingere le persone a utilizzare il mezzo privato fino al collasso della mobilità, contribuendo anche a creare ulteriori perdite per il TPL.
Ecco quindi che le aziende di trasporto chiedono se sia possibile valutare la possibilità di tutelare la salute dei passeggeri con la sola mascherina, togliendo il distanziamento: questo renderebbe possibile una capienza fino al 50% del trasporto. Volendo guardare però agli aspetti positivi, non è detto che la fase della ripartenza coinciderà con spostamenti di massa sul TPL. In questi giorni, l’attività delle imprese lombarde sta proseguendo almeno nel 57% delle realtà. Dal 4 maggio ci si aspetta la ripartenza per un ulteriore 23%, lasciando ancora fermo il 19%. Gli spostamenti nel breve periodo saranno limitati, serviranno a raggiungere solo il luogo di lavoro. A Milano è stato stimato che ripartiranno 103 imprese: dei 940mila addetti che torneranno in servizio, il 22% potrebbe restare in smart working. In definitiva, è probabile che ancora per molto tempo si osserverà un ricorso limitato al trasporto pubblico.
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- Gli impatti del Covid-19 nel mondo dei trasporti, le misure possibili per il rilancio a breve e medio/lungo termine
- L’importanza di monitorare la mobilità dai dati puntuali e in real time sugli spostamenti, alla variazione delle preferenze degli utenti
- Distanziamento sociale, smartworking e nuovi orientamenti dei consumatori: cosa cambierà nelle abitudini delle persone nei prossimi anni?
- Come pianificare il sistema dei trasporti soluzioni per evitare i rischi di contagio, ricreando il “trust” degli utenti.