N. Maggio
a cura di Ezio Viola
Managing Director, The Innovation Group
Non è insolito che le tecnologie innovative emergenti, che sono testate attraverso applicazioni prototipali in ambienti controllati, non si procedano facilmente e in modo semplice in produzione per un utilizzo sul larga scala, dove benefici e problemi sono più realisticamente messi in evidenza, analizzati e capiti. Questo è la fase in cui ci si trova per quanto riguarda le Distributed Ledger Technologies alla base della Blockchain. Ne abbiamo avuto conferma anche in un recente incontro ristretto, svolto nell’ambito del nostro Programma Fintech in preparazione del Banking Summit 2017 di Settembre (http://bit.ly/2pcK7Ie), al quale hanno partecipato esperti tecnologici, banche, startup e centri di ricerca universitari.
Alcune conclusioni dell’incontro, più che sulle potenzialità, anche disruptive, della blockchain, si sono concentrate sulle problematiche chiave che frenano l’adozione più estesa della blockchain. Esse infatti non sono prettamente quelle tecniche e tecnologiche, che esistono tuttora ma che in una prospettiva a breve-medio termine l’ evoluzione tecnologica affronterà, ma quelle più articolate che riguardano data privacy , sicurezza e integrità dei dati, governance e regolazione.
Privacy e confidenzialità sono fondamentali per i servizi finanziari ma ciò è quasi in contraddizione con la trasparenza aperta che è un attributo chiave alla base del modello di blockchain puro, mentre le soluzioni di blockchain privata e permissioned stanno incorporando elementi di privacy. Fornire e garantire l’anonimato delle transazioni distribuite attraverso funzioni di encryption di crittografia avanzate è l’approccio seguito anche da molte piattaforme come Ethrereum e Monax. Cominciano a comparire anche soluzioni che permettono ai partecipanti della rete livelli differenziati di privacy, ma che portano inevitabilmente a definire il ruolo di un intermediario e/o regolatore. L’evoluzione ragionevolmente prevedibile ad oggi è un mix di soluzioni con approcci che gestiscano restrizioni all’accesso e la segregazione di dati : la soluzione non sarà solo la tecnologia, ma avranno un ruolo fondamentale anche lo sviluppo di standard e, e il coinvolgimento dei regolatori.
Sicurezza e integrità dei dati nella Blockchain sono ancora messe alla prova da vulnerabilità e minacce e l’utilizzo malevolo è ancora possibile, ma saranno affrontate dalla comunità aperta che sviluppa le tecnologie blockchain.
Ciò che è più rilevante è garantire l’integrità digitale degli asset sottostanti a catena che devono essere accessibili, protetti e validati. Le blockchain permissioned più facilmente possono sviluppare funzionalità di sicurezza e autenticazione, che sono critici per gestire asset digitali su una rete distribuita: quello che hanno fatto Ripple e R3.
L’hype che circonda oggi la blockchain non riguarda la tecnologia ma i potenziali cambiamenti dirompenti alla struttura dei mercati e delle organizzazioni economiche, delegando fiducia e trasparenza direttamente ai nodi della rete e generando potenzialmente grandi efficienze, risparmi di capitale investito , abilitando nuovi paradigmi e modelli economici di condivisione e monete digitali. Per fare ciò è fondamentale definire una governance, delle regole e nuovi requisiti regolatori. Questo è il motivo per cui tutte le banche centrali, inclusa la BCE, sono molto attive in tavoli di lavoro e con laboratori dedicati, anche se tutto ciò è poco noto. La governance di un modello distribuito come è il Distributed Ledger è ancora un fattore poco compreso, anche perché le problematiche di governance, privacy e integrazione si interconnettono. Se il modello di Governance è ad esempio basato su un meccanismo distribuito del consenso, non è definito come debba essere regolato cosi come è tuttora non determinata l’abilità di mantenere ogni singola entità responsabile.
In reti permissioned, definire una governance è più semplice essendo noti i partecipanti e risulta più facile decidere chi può dettare le regole anche se alcuni trade-off e complessità possono emergere con l’aumentare delle persone coinvolte. Ciò tuttavia fa apparire la blockchain qualcosa di non molto diverso da infrastrutture esistenti, come SWIFT. E’ quindi inevitabile che qualsiasi capacità di governance incorporate nella tecnologia utilizzata, debba includere valutazioni sugli aspetti regolatori esistenti nella specifica area di interesse, come nel caso dell’industria e dei servizi finanziari. L’interesse dei regolatori sulla blockchain è molto aumentato negli ultimi due anni con la continua crescita dei casi d’uso che l’industria digitale e delle start up sta realizzando. Le problematiche, gli aspetti regolatori e legali forse sono la barriera più complicata per un’adozione più larga da parte delle imprese nel medio termine. Lo sviluppo di standard e il poter indirizzare alcuni dei complessi aspetti legali che la blockchain pone (relativi a proprietà intellettuale, contratti, custodia etc.) farebbe fare un significativo passo avanti nel creare le condizioni per accelerare l’adozione della blockchain anche a livello aziendale e settoriale.
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