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Blockchain e Smart contracts, che altro?

A cura di Simona MacellariAssociate Partner, The Innovation Group

Negli ultimi due anni il segmento start up più “caldo”, quello che ha catalizzato l’attenzione da parte degli attori consolidati, e che ha triplicato gli investimenti, passando da 4,05 miliardi a 12,2 miliardi di dollari, è quello delle Fintech(1) . E’ una vera e propria corsa all’oro per scoprire il prossimo unicorno(2) che ora ha come focus le iniziative concernenti il cripto valute(3).
Tanto fervore per le cripto valute sembra veramente irrazionale, sia perché le monete elettroniche non sono certo una novità sia perché tanti esperimenti sono stati tentati, come e-gold e i liberty dollars, e sono naufragati rovinosamente. Ma non è così, perché la tecnologia sottostante queste valute ha generato le condizioni per un cambiamento di paradigma e una rivoluzione radicale, che dispiegherà i suoi effetti rivoluzionari oltre il mercato finanziario, abbracciando molti settori industriali e la società e i suoi comportamenti. Non a caso al consorzio DLG, guidato da R3 partecipano le venticinque più grandi banche del mondo, ad eccezione di quelle Cinesi.
Queste valute, di cui i bitcoins(4) è l’espressione più famosa, sono gestite senza la necessità della presenza di una banca centrale, perché si basano sul concetto di blockchain(5); cioè su di libro mastro decentralizzato e critto graficamente delle transazioni, che permette di scambiare su internet non solo informazioni ma, per la prima volta, anche proprietà.
E’ dirompete la portata di questa tecnologia: la certificazione è fornita da un esercito di persone in tutto il mondo chiamate “minatori”, che elimina il ruolo delle terze parti garanti della transazione, come banche e notai. Il combinato disposto dell’architettura distribuita e della crittografia, coordina un accordo tra tutte le parti in una transazione, in modo tale che il potere della massa impedisca anche la corruzione e l’errore.
Il concetto sottostate la blockchain è così potente che moltissime istituzioni finanziarie hanno iniziato a sperimentare. Santander Bank ha identificato da 20 a 25 casi di utilizzo ed ha inoltre stimato che l’uso della blockchain da parte delle banche può ridurre il costo delle infrastrutture di fino a $ 20 miliardi l’anno, oltre che ridurre i costi di compliance. Altre banche, come UBS, hanno istituito un laboratorio di ricerca blockchain, Goldman Sachs ha investito nel Bitcoin Circle e il Nasdaq sta sviluppando progetti in quest’area.
E la blockchain è applicabile a moltissimi settori industriali che o sono regolati da un organismo centrale che iscrive le transazioni in un registro o in cui il funzionamento è basato su un unico immenso database centrale, come nel caso dei beni immobili, in cui tutti i proprietari potrebbero condividere il registro catastale, che sarebbe perennemente aggiornato in tempo reale.
Non meno dirompenti per impatto sono gli smart contract/contratti intelligenti(6) alla base dei bitcoins ed altre valute. Sono programmi per computer in grado di eseguire automaticamente i termini dell’accordo, poiché molte delle clausole negoziali necessarie all’esecuzione di una determinata transazione vengono direttamente integrate ed incorporate nell’hardware o software utilizzato per dare esecuzione all’accordo.
Ovviamente, gli utilizzatori finali/parti contraenti devono avere accesso ad una piattaforma decentralizzata dove possano scrivere, acquisire in modo irrevocabile, l’incontro della volontà delle parti e pubblicare i contratti. Al momento, vi sono alcuni progetti open source molto avanzati in tema, come ad esempio Ethereum. una piattaforma decentralizzata del web 3.0 per la creazione e pubblicazione peer-to-peer di smart contracts.
Per quanto detto in precedenza, si evince che si può trasferire valore in modo istantaneo, programmabile e sicuro e che alla base degli smart contract c’è la condizione if-then: è possibile costruire transazioni in cui i contratti sottostanti prevedano il pagamento solo al verificarsi di tutte le condizioni previste dalle parti. Ad esempio: pagare se il treno non è in ritardo di più di 30 minuti oppure pagare un libro ordinato via internet solo quando il corriere lo ha consegnato ed è stato verificato che corrisponda a quanto ordinato e che non sia danneggiato. Dato che il software può dimostrare in modo matematico tutto quanto descritto sopra.
Se poi si applica la tecnologia dell’Internet of Money all’Internet of Things si possono attivare delle opportunità assolutamente inimmaginabili fino a pochi anni fa. Ad esempio IBM e Samsung hanno sviluppato il sistema ADEPT(7) che applica il concetto di blockchain e smart contract all’Internet of Things per costruire una rete distribuita di dispositivi – un Internet decentrata delle cose: non solo un oggetto viene registrato nella block chain per tutti i suoi passaggi di proprietà o uso, ma i dispositivi possono provvedere a se stessi: potrebbero sia segnalare problemi operativi e recuperare gli aggiornamenti software, sia comunicare con altri dispositivi per ordinare e pagare in autonomia le forniture necessarie alla manutenzione e/o funzionamento.
Le sfide sono ancora tante, come ad esempio la scalabilità della rete nel contesto di una Internet distribuita di cose e la lentezza del perfezionamento delle transazioni (le conferme da parte dei “miners” arrivano dopo decine di minuti), ma il processo di innovazione radicale in atto non può essere ne fermato ne compreso appieno ad oggi.

Bibiografia
https://en.bitcoin.it/wiki/Block_chain
http://www.coindesk.com/ibm-reveals-proof-concept-blockchain-powered-internet-things/

 


(1) The Future  of Fintech   and Banking: Digitally disrupted  or reimagined?, Accenture, 2015
(2) Unicorno  è una metafora popolarizzata dalla rivista Fortune all’inizio del 2015 per descrivere le startup che hanno una valutazione superiore al milione di dollari.Queste particolari startup parevano rarissime, come la creatura mitologica da cui prendono il nome, ma nella Silicon Valley ormai hanno superato il centinaio e così sono nati altri neologismi: decicorn, startup con valutazione superiore ai 10 miliardi di dollari, e quinquagintacorn, oltre i 50 miliardi. Per ora c’è un unico quinquagintacorn, Uber, che per questo è stato soprannominato ubercorn.   http://blog.terminologiaetc.it/
(3) Cripto valuta: moneta il cui scambio avviene direttamente in rete proprio grazie all’utilizzo di tecniche di crittografia che assicurano che esista un proprietario che può spenderlo con un’altra persona o entità soltanto una volta.
(4) Wikipedia : “Bitcoin (simbolo: ฿; codice: BTC o XBT),creata nel 2009 da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, è una valuta digitale e decentralizzata, open source e disponibile per lo scambio virtuale (peer-to-peer).Le Bitcoin fanno parte di un sistema valutario creato online e lo scambio, virtuale, avviene mediante portafogli digitali.
(5) Blockchain: è un database delle transazioni condiviso da tutti i nodi che partecipano a un sistema basato sul protocollo Bitcoin. Una copia completa della catena di blocco di una moneta contiene ogni transazione eseguita ed ogni blocco contiene un hash del blocco precedente, per cui si crea  una catena di blocchi dal blocco genesi al blocco corrente.
(6) Wikipedia: “Gli Smart Contract sono protocolli per computer che facilitano, verificano, o fanno rispettare la negoziazione o l’esecuzione di un contratto, o che evitano il bisogno di una clausola contrattuale. L’idea di contratti intelligenti risale al 1994, quando Nick Szabo, un famoso crittografo, ampiamente accreditato a gettare le basi per bitcoin, ha coniato il termine “contratto intelligente.”
(7) IBM e Samsung hanno scelto tre protocolli – BitTorrent (condivisione di file), Ethereum (contratti intelligenti) e TeleHash (messaggistica peer-to-peer) – per sostenere il concetto di ADEPT.

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