A cura di Vincenzo D’Appollonio, Partner, The Innovation Group
E’ a tutti evidente che uno sviluppo efficace dell’economia digitale, del mercato unico e della convergenza tecnologica può essere realizzato in Europa solo se ci sono adeguate infrastrutture digitali che consentano velocità superiori a 30 Mbps: tuttavia, solo le reti digitali a banda larga ultraveloce (100 Mbps) consentono di sostenere una reale rivoluzione nella Comunicazione Globale Digitale. Per questo motivo la Strategia Europea 2020 e l’Agenda Digitale Europea prevedono gli obiettivi che gli Stati membri devono realizzare entro il 2020: copertura banda larga veloce, maggiore di 30 Mbps, per tutti i cittadini europei entro il 2020; copertura banda larga ultraveloce, maggiore di 100 Mbps, per il 50% dei cittadini europei entro il 2020. In tema di servizi digitali, gli obiettivi europei da raggiungere sono: almeno il 50% della popolazione usi servizi di e-government; almeno il 50% degli utenti digitali utilizzi l’e-commerce; il 75% della popolazione acceda abitualmente a internet; il 33% delle PMI dovrà vendere e acquistare online.
Utilizzando la vecchia metafora, si renderanno dunque disponibili ‘autostrade dell’informazione (big-data, immagini, filmati, modelli elaborativi interconnessi)’ di dimensioni eccezionali, percorribili ad altissime velocità da tutti i ‘veicoli’, per collegare qualsiasi destinazione; ma il vero salto generazionale nella comunicazione digitale ci sarà con gli strumenti di ‘Virtualizzazione’ delle infrastrutture ‘fisiche’ digitali: questo è dove il Software-Defined Networking entra in gioco. Software-Defined Networking (SDN) è un’architettura emergente dinamica, controllabile, cost-effective ed adattabile, che lo rende ideale per la natura dinamica delle Applicazioni e Servizi di oggi in Banda Larga. Questa architettura disaccoppia il controllo della rete dalle funzioni di instradamento ed inoltro, consentendo al Controllo della Rete di diventare direttamente ‘configurabile’, e permettendo all’infrastruttura fisica sottostante di diventare indipendente, cioè ‘virtualizzarsi’, rispetto alle Applicazioni e Servizi che ‘girano’ in rete. Il protocollo OpenFlow® è un elemento fondamentale per la costruzione di soluzioni SDN.
La cosa più interessante è quello che SDN può consentire, in particolare dal punto di vista della Pubblica Amministrazione. Nel caso di servizi TLC acquistati dalla PA, il processo è spesso lungo e fortemente condizionato da vincoli associati all’atto del contratto d’acquisto. Ed eventuali correzioni di rotta a metà contratto possono essere difficili da realizzare: con SDN, le PA possono cambiare le caratteristiche della loro rete di servizi senza dover aspettare il processo tipico di ‘provisioning’ dal fornitore. Supponiamo che si stia progettando di lanciare un nuovo servizio online e si voglia anticipare una forte domanda di traffico verso il proprio sito web; il contratto vigente ha una allocazione della larghezza di banda “flat-business as usual”, ma si vuole essere certi che se il traffico verso il sito raggiunge livelli di picco, ci sia una capacità sufficiente per evitare latenze di servizio. Con la tecnologia SDN, le PA possono ricorrere al ‘self provisioning’ di ‘Bandwidth on Demand – pay per use’ e impostare una soglia di traffico, superata la quale la larghezza di banda aumenterà e verrà mantenuta fino a quando il traffico si placherà. Un altro esempio: le PA hanno a che fare con una quantità enorme di dati che sono soggetti a backup regolari. Con SDN, si può pianificare un aumento della capacità di banda ‘solo’ durante i tempi di effettuazione di questi backup, attraverso il ‘self provisioning’ di ‘Bandwidth on Demand – Calendaring’; ciò determinerà una riduzione dei costi che si dovevano sostenere per una connessione ‘flat’ sempre attiva alla più elevata larghezza di banda.
SDN può creare alla PA opportunità di significativi risparmi sui costi; fornisce alle PA un ‘ecosistema’ di rete on-demand che offre molta più agilità e flessibilità, che offre una migliore esperienza all’Utente finale, e permette di sviluppare la ‘new On-Demand Economy’.
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